BIOGRAFIA

1.11.24

MATERIA OSCURA

 

foto Gilan

 

di Gianni Lannes

Quando gli algoritmi interferiscono con la vita umana non c'è da gioire. Ecco un aspetto trascurato, o meglio oscuro. L'intelligenza artificiale non pesa soltanto sul mondo del lavoro e sulla psiche, ma incide negativamente anche sull'ambiente mediante l'ingente produzione di rifiuti soprattutto tossici. Un ammasso di batterie e circuiti integrati - occultati in particolare nel sud del mondo - che mettono a repentaglio l'equilibrio naturale della vita.

Un recente studio pubblicato dalla rivista Nature Computational Science il 28 ottobre 2024, intitolato “E-waste challenges of generative artificial intelligence” fa il punto sui rifiuti elettronici (pericolosi) generati dalla diffusione dell'intelligenza artificiale. Gli scienziati Peng Wang, Ling-Yu Zhang, Asaf Tzachor e Wei-Qiang Chen hanno analizzato l'impatto delle intelligenze artificiali generative, vale a dire quelle che assemblano testi come chat-GPT o immmagini come Sora, ma al contempo producono attualmente circa 2.500 tonnellate all'anno di spazzatura elettronica e nel 2030 potrebbero generare tra le 400 mila e i 2,5 milioni di tonnellate annue di rifiuti pericolosi.

Nel peggiore dei casi l'immondizia generata dall'AI sarà moltiplicata per mille in appena un solo lustro. “Per dare un'idea, equivale a buttare in un anno tra 2,1 e 13,3 miliardi di Iphone 15” documentano gli autori dello studio.

Nel 2030 - concordano tutte le proiezioni più accreditate - l'intelligenza artificiale rappresenterà tra il 3 e il 12 per cento di tutti i rifiuti elettronici (in partucolare metalli e plastiche). “Dato che i data center dedicati all'intelligenza artificiale sono fortemente concentrati dal punto di vista geografico, questi flussi di rifiuti saranno concentrati principalmente negli Usa (58%), in Asia Orientale (25%, soprattutto in Cina, Giappone e Corea del Sud) e Europa (145)”.

Insomma, potrebbero finire nel buco nero dell'ambiente almeno 300 mila tonnellate di piombo, 450 mila di cromo e 50 mila di plastiche, con effetti cancerogeni e teratogeni sugli esseri umani. Il rischio,attestano i ricercatori, è che “i rifiuti elettronici legati all'intelligenza artificiale vengano esportati dagli Stati con una maggiore consapevolezza ambientale verso quelli a reddito medio e basso, danneggiandone l'ambiente e la salute” come già avviene da tempo con il resto degli scarti industriali, soprattutto occidentali.

Le multinazionali dell'informatica come OpenAI, Microsoft, Ibm, Google, Apple, Amazon, Facebook e così via sono avvisate, mentre le ecomafie globali hanno già fiutato il malaffare.

Riferimenti:

https://www.nature.com/articles/s43588-024-00712-6

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=intelligenza+artificiale 

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