BIOGRAFIA

18.10.24

DEPORTAZIONI NELL'ANNO 2024!

 

foto Gilan

 

di Gianni Lannes

Ecco i tempi moderni. Il paradigma del crasso Occidente non è più Atene bensì Auschwitz. Nei fatti può essere a buon diritto definito sequestro di persona: il codice penale italiano parla chiaro all'articolo 605: "Chiunque priva taluno della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni. La pena è della reclusione da uno a dieci anni se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni". Questa disposizione di legge decrive esattamente la deportazione effettuata nei giorni scorsi dei sedici migranti egiziani e bengalesi (di cui due minorenni e due malati), catturati in mare (acque internazionali) alla stregua di feroci criminali, sbarcati su disposizione del governo Meloni, a Shengijn in Albania (fuori Ue) e reclusi in una prigione in costruzione. Pirateria istituzionale? La Meloni sta riportando l'Italia indietro, al secolo scorso.

I migranti sono esseri umani non oggetti oppure merci, o criminali a prescindere, e non sono appestati per il colore della pelle e il luogo d'origine. Allorquando sono stati fermati in mare e imbarcati a forza sulla nave Libra della Marina Militare esercitavano il diritto umano di  emigrare, stabilito dagli articoli 13, seconda comma e 14, primo comma della Dichiarazione universale dei diritti umani, dall'articolo 12, secondo e terzo comma del Patto internazionale sui diritti civili e politici del 1966 e dall'articolo 35, quarto comma della Costituzione repubblicana italiana.

Giorgia Meloni in veste di presidente del Consiglio ha non solo difeso e reclamato questo sequestro, ma si è proclamata "orgogliosa che l'Italia sia diventata un modello da seguire", dato che "le nostre politiche migratorie sono diventate le politiche migratorie dell'Unione europea". Senza alcun dubbio, ma contro il diritto. Dai Balcani all'Africa: infatti il premier olandese Dick Schoof vorrebbe aprire in Uganda un hub dove rinchiudere i migranti e così la Danimarca in Kosovo. La ducetta della Garbatella in un delirio di onnipotenza (e per il momento impunità) ha fatto scuola. Addirittura, la presidente della Commissione europea, tale Ursula von der Layen ha dichiarato che "saremo in grado di trarre lezioni da questa esperienza nella pratica". Attualmente è in discussione sul tavolo dei politicanti fantoccio  del vecchio continente dominato da multinazionali affaristiche, il diritto d'asilo, in palese violazione dell'articolo 18 della Carta fondamentale dei diritti dell'Unione europea. Non c'è niente di cui vantarsi, ma soltanto da vergognarsi.

I cardini fondanti dell'Europa sono notoriamente due: pace e inclusione, ma non discriminazione e razzismo. L'inquilina pro tempore di Palazzo Chigi li ha violati entrambi. Non è accettabile questa barbarie. La storia insegna che la civiltà umana è basata da sempre sulle migrazioni di popoli, non sui campi di concentramento e fili spinati. Se l'Europa rinnega se stessa smarrisce la sua identità democratica è così termina la farsa. Per gli esclusi e i sommersi c'è un giudice almeno a Berlino?

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=von+der+leyen 


Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.