di Gianni Lannes
Opportunità di apprendimento, attivismo e relazioni offerte dagli smartphone: è la litania di chi ritiene che siano strumenti utili alla socialità. Una cosa è certa: fanno molto molto male alla salute fisica e mentale, soprattutto della gioventù. In altri termini, sortiscono l'effetto di una droga. Però molti genitori lo affibbiano anche ai bambini per tenerli addomesticati fin dalla più tenera età. La giustificazione è altrimenti l'isolamento. Iperconnessi alla Rete dove imperversa giorno e notte la violenza più o meno mascherata o sfacciata. Insomma, dipendenti dalla tecnologia. Gli smartphone sono progettati per creare dipendenza. I social media sono estremamente dannosi. Non c’è nessuna ragione per dare a un minore un balocco digitale solo perché sono giovani.
Lo psicologo Jonathan Haidt, docente alla New York University, nel saggio The Anxious Generation sostiene vi sia una relazione di causa-effetto, nei Paesi del mondo con caratteristiche socio-economiche simili, fra l’aumento dei disturbi di salute mentale dei minori e la messa in commercio del primo smartphone, entrambi a partire dal 2010. Haidt ha ribadito la sua convinzione ovunque: “I livelli di ansia e depressione nei minori registrati da allora siano da attribuire a un fenomeno che chiama «la grande riprogrammazione» del cervello dei bambini, ottenuta sostituendo un modello di infanzia basato sul gioco libero con uno dominato dalla tecnologia intrusiva dello smartphone, un salto di qualità negativo anche rispetto ai «dumb phones», i primi cellulari senza Internet. Sostiene che questo «lavaggio del cervello» sia una emergenza immediata e che questa tendenza vada invertita prima dell’avvento di massa dell’intelligenza artificiale. Il suo messaggio è sintetizzato in quattro regole: niente smartphone prima del liceo; niente social media prima dei 16 anni; scuole senza telefoni: più indipendenza, gioco libero e responsabilità nel mondo reale.
Ciò significa rovesciare il paradigma che porta molti genitori a credere che i figli siano più sicuri con uno smartphone incorporato con l’accesso diretto a pornografia, violenza, razzismo e consumismo. Sembra una visione apocalittica, ma i dati evidenti confermano il nebuloso quadro generale. Il telefonino non può essere un appendice della vita umana.
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=telefonini
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