"Nessuno può agire impunemente". La Procura della Corte penale internazionale vuole arrestare il premier israeliano Netanyahu e il ministro Gallant per sterminio e carestia a Gaza. Medesima richiesta contro tre capi di Hamas per la strage del 7 ottobre 2023 che provocato la morte di quasi 1.200 persone e il rapimento di 250.
"Oggi sottolineiamo ancora che il diritto internazionale e leggi sui conflitti armati si applicano a tutti. nessun soldato, comandante, leader civile - nessuno - può agire impunemente. Nulla può giustificare la privazione intenzionale a esseri umani, tra cui tante donne e bambini, dei beni di prima necessità necessari alla vita. Nulla può giustificare la presa di ostaggi o l'uccisione di civili". Questa è la parte finale del lungo comunicato con cui il 20 maggio 2024 Karim Khan, procuratore generale della Corte penale internazionale, ha annunciato di aver fatto richiesta di cinque mandati d'arresto "sulla situazione dello Stato di Palestina".
Per i due più elevati esponenti del governo israeliano, il giudice Khan parla di "affamare i civili come arma di guerra; causare volontariamente grande sofferenza; uccidere volontariamente; compiere attacchi intenzionali contro i civili". E poi sterminio, persecuzione, atti disumani. Il tutto come parte di un piano: "Riteniamo che i crimini contro l'umanità imputati - continua Khan - siano stati commessi come parte di un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile palestinese, in accordo con la politica dello Stato".
Commento di Biden: "Decisione oltraggiosa", a cui fa eco il silenzio omertoso dell'Unione europea e per l'Italia della camerata Giorgia Meloni.
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