BIOGRAFIA

25.5.24

IL FIUME TIRINO E LA MAFIA DEL CEMENTO ARMATO

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan
 

di Gianni Lannes

Natura violentata: alberi decapitati, segati, estirpati, frantumati, sbriciolati, polverizzati fino alle radici, una collina sventrata sul fiume Tirino, ai piedi del maestoso monte Picca e biodiversità perduta. Un declivio arboreo ridotto a tabula rasa. Le autorità di ogni ordine e grado in primavera inoltrata sono ancora in letargo? Perché tutta questa violenza contro l'inerme ambiente? In loco nessuno vede, nessuno sente e nessuno denuncia. Tanti autoctoni non fanno che menarne vanto, ma non muovono un dito per salvaguardare questo straordinario giacimento d'oro blu e il suo habitat; alcuni addirittura lo sfruttano senza limiti ecologici.

 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan

 

In Abruzzo scorre dalla creazione del mondo una meraviglia della Natura che nasce dal Gran Sasso d'Italia e sgorga dopo una corsa sotterranea di ben 25 chilometri, nelle tre sorgenti principali di Capestrano; poi fluisce per altri 15 chilometri verso il fiume Pescara, arricchito lungo il corso da una miriade di sorgenti subacque.

 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan
 

Adesso, sulle sue sponde, a ridosso dell'antica strada Claudia Nova di epoca romana, i soliti bonificatori tricolore dopo aver abbattuto un bosco di querce in tutta fretta stanno procedendo a spianare una rigogliosa collina che lambisce il meraviglioso corso d'acqua. 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan
 

 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan

Il 15 maggio scorso, in tarda mattinata mi è capitato di imbattermi casualmente in una pattuglia in jeep dell'Arma che transitava distrattamente in loco. A bordo due carabinieri incredibilmente non si sono accorti di niente, tant'è che questo scempio procede alacremente e impunemente. Eppure il fragore della macchine che sventravano il suono con il terreno che franava potevano essere uditi e visti anche dai deboli d'udito e percepiti dai non vedenti, quantomeno fino a ieri alle 13. Una vistosa pala meccanica e una ruspa inosservata hanno sconquassato in breve tempo questo luogo collinare nel parco nazionale del Gran Sasso, area ricompresa nel S.I.C. IT 7110209. 

 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan

Il territorio appena degradato ricade in zona sottoposta a vincoli paesaggistici ai sensi del Decreto Legislativo numero  42/2004; specificatamente in “Aree di rispetto di 150 metri dalle sponde dei fiumi, torrenti e corsi d'acqua iscritti negli elenchi delle Acque Pubbliche” ai sensi dell'art. 142 c. 1 lett. c) e “Parchi e riserve nazionali o regionali” ai sensi dell'articolo 142 c. 1 lett. f) del Codice. Un'autorizzazione forestale per i movimenti di terra e roccia eseguiti in zona sottoposta a vincolo idrogeologico è regolamentata dalla legge regionale numero 3 del 2014 (articolo 30). Dirigenti tecnici e responsabili politici nella Regione Abruzzo sono per caso al corrente? E il sindaco di Capestrano ne sa niente, considerato che una parte del territorio - vicino al borgo abitato - sotto la sua amministrazione è un gruviera di cave a cielo aperto? Il pericolo idraulico e il rischio sismico sono stati ignorati? Questa distruzione insensata - pubblica o privata che sia - sarà mai arrestata? Chi sono i responsabili di questo stupro ambientale? Un crimine contro Natura è per definizione sempre coperto dall'omertà, spesso istituzionale.

 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan


Briciole di storia e geografia

Il toponimo Capodacqua o Capo d'Acqua, da Caput Acquæ («sorgente del fiume»), è utilizzato sin dall'antichità per indicare l'omonima sorgente che fuoriesce dal bacino sotterraneo del Gran Sasso d'Italia e, da qui, si immette nel Tirino che attraversa l'omonima vallata. In corrispondenza di questo luogo nacque il villaggio che, in età normanna, contribuì alla fondazione di Capestrano e nel 1934, nei suoi pressi, ufficialmente furono rinvenute da un contadino le celebri statue della Dama e del Guerriero di Capestrano, risalenti al VI secolo a.C.. Il Tirino è uno dei principali affluenti del fiume Pescara, suo tributario sinistro; originato da un lungo corso sotterraneo che culmina in tre sorgenti, attraversa i territori di Capestrano e Bussi sul Tirino, a cavallo tra la provincia dell’Aquila e di Pescara. Si distingue per la limpidezza delle sue acque, in buona parte navigabili in canoa. Il toponimo Tirino deriva dal termine d'origine greca Tritano (triplice sorgente). La valle del Tirino è infatti anche detta valle Tritana. Il Tirino nasce dal sistema acquifero di Campo Imperatore, nel massiccio del Gran Sasso d'Italia. Il corso sotterraneo, di lunghezza pari a circa 25 chilometri, fuoriesce in superficie in tre differenti luoghi - tutti ricadenti nel territorio del comune di Capestrano, in provincia dell'Aquila - che costituiscono le sorgenti del Tirino: Capodacqua o Capo d'Acqua (373 m s.l.m.), alle pendici del monte Scarafano e sopra l’omonimo lago, la principale e la più alta delle sorgenti; Il lago di Capestrano (337 m s.l.m.) a nord di Capestrano; Presciano (329 m s.l.m.) a est di Capestrano. In un remoto passato il Tirino superiore alimentava un grande lago, di cui rimane oggi solo il toponimo Santa Pelagia. Da Capodacqua si origina il ramo di sinistra del fiume che sfocia nel lago di Capodacqua per poi continuare il suo corso in direzione sud. Dal lago di Capestrano, invece, si origina il ramo di destra che procede più docilmente in direzione sud-est, unendosi ben presto al brevissimo ramo originato dalla sorgente di Presciano. I due rami si riuniscono nel punto denominato “Ranocchiara”. Il fiume prosegue il suo corso in direzione sud, lambendo ampi campi coltivati che prendono il nome di “Canapine”. Dopo alcuni chilometri, entra nella provincia di Pescara attraversando l’abitato di Bussi sul Tirino e sfociando, infine, nell’Aterno-Pescara all'imbocco delle gole di Popoli. Il bacino è caratterizzato da una superficie molto ampia e vista la bassa permeabilità che lo contraddistingue, anche in periodi siccitosi, l’asta fluviale mantiene una certa continuità e costanza nel deflusso. Inoltre la portata delle sorgenti di “Capodacqua” si è ridotta a partire dagli anni '80 a seguito dei lavori di costruzione del traforo autostradale del Gran Sasso a massimi 2.800 l/s: la falda si è abbassata di oltre 600 metri; detti interventi distruttivi hanno comportato l’intercettazione delle acque, che sgorgano dalle vene acquifere sotterranee, sottraendole alle preesistenti sorgenti del Comprensorio del Gran Sasso fra cui quelle che alimentano il fiume Tirino.

  


Riferimenti:

Gianni Lannes, l'Italia trema, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/05/il-fiume-rubato.html 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Tirino 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Abruzzo%2Bmafia 

https://www.youtube.com/shorts/TTCdj2dNEdI

https://www.youtube.com/shorts/i1sGYL1djvU

https://www.youtube.com/watch?v=ySUCJ-Ic9AU

https://www.youtube.com/shorts/ZeaiZjyQ__8 

https://www.youtube.com/watch?v=muXYDnwwYVg 

 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan

 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan
 

 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan

 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan

 

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan

Tirino (agro di Capestrano) - 24 maggio 2024 - foto Gilan


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