foto Gilan |
di Gianni Lannes
Ecco il quinto scempio ambientale consecutivo, ovviamente con esclusione di una preliminare valutazione di impatto. Ancora cemento armato: dopo la terraferma ora tocca al mare soccombere. La regione Abruzzo capeggiata dal meloniano Marsilio ha recentemente approvato il terzo lotto delle
opere di cosiddetta "difesa della costa" a nord della foce del Torrente Calvano
nel comune di Pineto in provincia di Teramo. Tale intervento con sperpero di denaro pubblico si differenzia molto rispetto alle previsioni del
primo e del secondo lotto inserite nel piano di difesa della costa
perché, invece di prevedere una barriera sommersa ad una distanza di
690 metri dal confine nord dell'area marina protetta Torre del
Cerrano - definita nel piano la distanza minima per non
compromettere la stabilità dell'area marina protetta - prevede sei
setti di scogliere emerse lunghe ciascuna 90 metri, a 100 metri dalla
riva e poste a solo 200 metri dal confine nord dell'area marina
protetta sulla carta.
Come denuncia anche il World Wide Fund for Nature ancora una volta si preferisce continuare ad intervenire sugli effetti dell'erosione e mai sulle cause, spendendo centinaia di migliaia di euro di fondi pubblici per interventi che non produrranno i risultati attesi.
Per lo stesso studio preliminare ambientale della Regione, tali interventi avranno «un impatto di “alta significatività” ovvero un'interferenza elevata, caratterizzata da lunga durata o da una scala spaziale estesa, non mitigata/mitigabile, in alcuni casi irreversibile».
E si prevede infatti un arretramento della linea di riva di 18 metri nel tratto a nord dell'area marina protetta Torre di Cerrano, che si cercherà di mitigare con ripascimenti nell'area di rispetto del Torrente Calvano che avranno un costo di circa 700.000 euro ogni anno.
Anche l'area marina protetta Torre di Cerrano ha espresso un motivato parere negativo sul progetto, che peraltro presenterebbe una documentazione molto lacunosa che non offriva valutazioni esaustive neppure sugli impatti ricadenti nella Zona Speciale di Conservazione «Torre del Cerrano» della Rete Natura 2000 tutelata dall'Unione europea, dall'Italia e dalla stessa regione Abruzzo.
La mancanza di approfondimenti mette seriamente a rischio la linea di costa perché la realizzazione di tali barriere produrrà certamente effetti erosivi in altre parti del litorale.
Anche le associazioni di categoria Balneatori associati Pineto e Nuova associazione pinetese albergatori sono intervenute sull'argomento chiedendo maggiore chiarezza, dialogo e condivisione degli obiettivi.
La scelta di escludere tale opera dalla procedura di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale e quindi di non approfondire gli studi per un intervento che prevede un effetto così importante sull'area marina protetta Torre del Cerrano è, ad avviso dell'interrogante, errata e, con il tempo, potrebbe portare a risultati contrari alle esigenze del territorio e dannosi.
Il progetto annunciato per il terzo lotto risulta dunque totalmente difforme rispetto alle indicazioni del piano di difesa della costa adottato dal consiglio regionale e, recentemente modificato per l'area di intervento con una insolita delibera di giunta e non di consiglio.
Forse il governatore uscente Marsilio ignora o non rammenta che con decreto ministeriale 21 ottobre 2009 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare d'intesa con il Ministero dell'economia e delle finanze, proprio in Abruzzo è stata istituita l'area marina protetta denominata «Torre del Cerrano».
I lavori previsti dal terzo lotto delle opere di offesa della costa a nord della foce del Torrente Calvano nel comune di Pineto approvato dalla regione Abruzzo determinaranno impatti negativi sulla zona speciale di conservazione «Torre del Cerrano» della Rete Natura 2000.
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/03/i-bonificatori-della-natura-in-abruzzo.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/03/abruzzo-il-governo-meloni-non-risponde.html
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