Museo egizio (Torino) - foto Gilan |
di Gianni Lannes
Nella stagione corrente del disamore, della smemoratezza e della disattenzione, leggere un libro con attenzione è diventato arduo. Qual è il problema? In una semplice espressione: il primato del mercato sulla natura e sulla vita umana. E così via: l'eclissi del conflitto sociale, la tenuta psichica degli esseri umani, la deculturazione di massa, il conformismo dilagante, la depoliticizzazione, la violenza, l'apatia degli individui, l'individualismo competitivo, il digitale algoritmico, le piattaforme virtuali (social e influencer), l'intelligenza artificiale. Il modello di “sviluppo” (regressivo) che ha generato tutto questo è il processo di neoliberalizzazione: competitività, efficienza, prestazione, estrazione capitalistica del valore da ogni attitudine dell'umano, inclusa la mercatizzazione dello Stato e delle sue istituzioni.
È in atto una sorta di alienazione e assuefazione generalizzata dovuta ad un eccesso di stimoli determinati da una comunicazione senza significazione fluttuante e permanente. Nell'io-crazia del presente ognuno mette in mostra se stesso divenendo merce o, nel peggiore dei casi, vende se stesso divenendo merce. L'eccesso di pseudo-comunicazione nel quale siamo immersi ci rende più disattenti, poiché la temporalità prevalente è segnata da una presentificazione perenne. Al contempo l'opinionismo a buon mercato diventa alla portata di tutti, ma spesso trascende nel marketing del sé o si fa generatore di gogne mediatiche, riducendo sempre di più la conoscenza alla performance, ovvero a un processo di dequalificazione ininterrotta della conoscenza.
Già in passato George Simmel in una sua opera pubblicata nel 1903 relativa all'analisi della modernità, dal titolo La Metropoli e la vita dello spirito, sosteneva che "la grande trasformazione realizzata dal capitalismo industriale ottocentesco generava talmente tanti stimoli nervosi sugli attori sociali che si finiva con l'essere disincantati e annoiati, ossia indifferenti a tutto, assuefatti".
Nell'era post-industriale ogni grande
mutamento sociale discende ancora dal capitalismo, dal modello di
sviluppo spacciato per progresso, in realtà da un'involuzione regressiva. Che fare? Attrezzarsi alimentando il senso critico: un compito fondamentale a cui viene sempre meno la scuola ad ogni livello e grado di istruzione.
La sociologia serve a leggere e
decodificare qualsiasi fatto sociale, o culturale, o politico, o
economico e giuridico. Collegare il micro al macro per comprendere i fatti. La realtà è una costruzione sociale.
Riferimenti:
http://www.leoneg.it/archivio/simmel%20-%20le%20metropoli%20e%20la%20vita%20dello%20spirito.pdf
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=analogico
Gianni Lannes, Il grande fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, Modena, 2012.
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