di Gianni Lannes
Nel Belpaese non esistono più editori di un giornalismo indipendente. Non solo ciò che sopravvive dell'eterodiretta carta stampata, ma anche il servizio pubblico radiotelevisivo è sotto schiaffo, ovvero telecomandato, spesso anche dall'estero. La Rai dopo le canzonette a Sanremo, è piombata nel ciclone a causa del riflesso censorio dell'amministratore delegato Roberto Sergio. La pretestuosa polemica è scaturita dalle legittime opinioni espresse dai due artisti Ghali e Dargen D'Amico. L'accenno alla funzione dei migranti ma soprattutto il riferimento sul genocidio perpetrato dall'esercito israeliano a Gaza, crimine contro l'umanità oggetto di istruttoria presso la Corte internazionale di giustizia, su iniziativa di uno Stato sovrano come la Repubblica del Sudafrica, non potevano e non dovevano subire bavagli. Peraltro è stato creato un pericoloso precedente: l'Italia ancora una volta si è piegata ad un improvvido intervento dell'attuale ambasciatore di Israele (Aron Bar). Una prova di debolezza e di soggezione ad un'entità istituzionale che si è arrogata pretestuosamente un ruolo che non gli compete, violando impunemente la sovranità italiana.
Altra vicenda incredibile e parallela. Infatti non sono piaciute all’ambasciata d'Israele presso la Santa Sede le parole del segretario di Stato del Vaticano, il Cardinale Pietro Parolin, che aveva definito la risposta d'Israele al massacro del 7 ottobre "sproporzionata".
Una dichiarazione “deplorevole” dice l’ambasciata in un comunicato: “Giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate”.
Le autorità israeliane non hanno alcun diritto di spadroneggiare nel nostro Paese. Bisogna farsi rispettare da questi criminali impuniti, a partire dal macellaio Netanyahu.
Riferimenti:
Gianni Lannes, Israele. Olocausto finale?, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2024.
https://embassies.gov.il/rome/AboutTheEmbassy/Pages/ambasciatori-di-Israele-in-Italia.aspx
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