BIOGRAFIA

13.2.24

DOMINATI DALLA REALTA' ARTIFICIALE!

 

foto Gilan
 

di Gianni Lannes

Virtuale? No, artificiale, ovvero ingannevole. Il mercato, ovvero l'attuale sistema di dominio muta la visione del mondo. C’è un individuo che sulla metropolitana muove le mani come se tirasse dei fili invisibili e uno che pilota una Tesla “self-driven” mentre batte sui tasti di una macchina per scrivere invisibile; ce n’è un altro che attraversa la strada, poi si ferma, prende lembi d’aria e li tira insieme, infine riprende a muoversi. Ecco il visore per la realtà virtuale “Apple Vision Pro”. Tutte queste azioni si consumano con un caschetto grigio calzato sul viso. Cosa vedono questi soggetti? Nelle recensioni su YouTube e nelle pubblicità di Apple: una schermata di realtà aumentata. Una volta la realtà era una costruzione sociale, ora digitale, ovvero irreale. Questo futuro invadente nel presente, è un progresso o piuttosto un regresso? Evoluzione o involuzione? Di sicuro lo sviluppo della tecnologia segna un allontanamento dall'umanità. Attenzione, anzi allerta: gli assaggi del totalitarismo avanzano attraverso le false pandemie (programmate a tavolino). 

 

I visori di AR o VR nelle vite umane: quello che puoi vedere, con quello schermo davanti agli occhi a fare da filtro, non è proprio quello che vedresti senza quello schermo. Le immagini che appaiono con Apple Vision Pro non sono percepite come se il vetro fosse un semplice filtro, ma sono registrate dalle telecamere del visore, e in tempo reale riprodotte sullo schermo che sta davanti agli occhi. Si tratta di un drastico cambiamento della percezione della realtà, ormai appaltata interamente a una macchina.

A differenza di iPhone, iPad o iWatch, i visori non sono un intermediario con la realtà, bensì un modo per uscirne e provocare nuove forme di depressione, ansia sociale e violenza, in soggetti più o meno fragili. Il mercato si muove di conseguenza.

Sono state già regalata alle macchine i nostri connotati, le nostre impronte digitali e ora anche i nostri occhi. Guardarsi negli occhi è accedere a una dimensione intima che può significare fiducia, aggressività, sfida, sensualità, a seconda di microscopiche smorfie facciali, o del contesto in cui ci si trova. E poi c’è un paradosso evidente: in una società in cui, a causa soprattutto della tecnologia, tutto è stato reso visibile, e l’intimo, il sacro, il nascosto sono stati annullati, ecco che ci troviamo a occultare proprio ciò che ci definisce maggiormente in quanto persone: lo sguardo.

Se lo sguardo umano è intermediato da pannelli fluttuanti su una realtà riprodotta e non presa in diretta, o peggio, se “noi” possiamo essere sostituiti da un avatar, cosa rimane degli esseri umani? In che diverso modo esistiamo, se non conta più come siamo realmente?

I visori anche quelli futuri non ci libereranno dagli schermi; al contrario, ci proietteranno al loro interno, con tutta la nostra vita e tutta la nostra persona. Se l’epoca dei social network ha reso schizofrenico il rapporto tra realtà e rappresentazione, l’epoca dei visori promette di annullare del tutto quella dicotomia. Come? Annullando la realtà stessa a piacimento. Non è proprio un caso che questi strumenti ipertecnologici calino mentre il mondo viene dilaniato, da nuove guerre coloniali e crisi climatiche telecomandate dall'alto dei cieli. Nascondere gli occhi dietro a un vetro, accucciarsi dentro una simulazione, mentre tutto intorno crolla. Se viene meno lo sguardo coi propri occhi, si rinuncia all'intimo pensiero.

Riferimenti:

Gianni Lannes, Il grande fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, Modena, 2012.

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=codice+a+barre

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=intelligenza+artificiale 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=analogico

Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.