di Gianni Lannes
Chi ha ordinato la barbara uccisione di Muammar Gheddafi e perchè? Le piste investigative portano in Francia, anche se qualcuno in Italia blatera sciocchezze. Ancora oggi non si conosce il nome dell'assassino che gli ha sparato a bruciapelo il 20 ottobre 2011, in mezzo al caos dei ribelli eccitati dalla cattura. Una vera esecuzione ben pianificata. L'unica certezza è che il cerchio attorno a Gheddafi si è chiuso grazie all'intervento di droni, elicotteri, caccia della Nato , nonché di una squadra di militari stranieri infiltrati. Una cosa è certa: a guadagnarci sono stati Francia, Gran Bretagna e USA. La morte violenta del noto leader arabo doveva apparire come un affare interno e non invece come un complotto di potenze occidentali.
La fine di Gheddafi inizia con una telefonata satellitare che fa a Damasco, per garantirsi un rifugio in Siria, intercettata dagli alleati. Così l'Alleanza atlantica sotto la regia di Washington, di Londra e di Parigi, ha la certezza che il Raìs in fuga è asserragliato nell'ultima ridotta di Sirte, la sua città natale. Il 20 ottobre 2011 Gheddafi e i resti dei suoi fedelissimi decidono l'ultima disperata sortita per sfuggire all'assedio. Per, i piloti dei velivoli Nato e il Predator forniscono continue informazioni alla base Nato di Napoli e Poggio Renatico, che gestisce le operazioni aeree. Parte di queste informazioni vengono girate ai corpi speciali e all'intelligence alleata, al fianco dei ribelli a Sirte. Quando la colonna si mette in marcia è composta da 75 mezzi zeppi di guardie del corpo e con gli ultimi gerarchi del regime. Un velivolo in ricognizione della Raf individua il convoglio, ma subito dopo un drone Predator pilotato da Las Vegas e decollato dalla base americana di Sigonella lancia il primo missile Hellfire sul convoglio. Sulla scena interviene una coppia di caccia francesi Rafale, già in volo, che martellano la colonna fino a esaurire il munizionamento. I raid probabilmente condotti anche con elicotteri mettono fuori uso un terzo del convoglio e una dozzina di mezzi scappano verso sud. Gheddafi è costretto a fermarsi trovando riparo in uno scolo di cemento sotto la strada.
Gheddafi è sanguinante e stremato, ma respira ancora fino a quando arriva il secondo gruppo e lo sbattono su un fuoristrada. Poi le immagini si confondono, le urla aumentano e si sentono dei colpi d'arma da fuoco. Il Colonnello è morto. Non si capisce e non si è mai saputo chi abbia sparato. L'autopsia rivela che è stato ucciso da un proiettile all'addome e da un altro in testa. Un'esecuzione eseguita da qualcuno «infiltrato» fra i ribelli e arrivato con il secondo gruppo. Tempo dopo Mahmoud Jibril, primo ministro alla caduta del regime, si è detto convinto che «un agente straniero mescolato ai rivoluzionari ha ucciso Gheddafi». In tanti in Libia sono convinti che sia stata un'operazione pilotata dalla Francia (vale a dire da Nicolas Sarkozy) per tappare la bocca al Colonnello.
A chi ha giovato la cruenta eliminazione di Gheddafi? Intanto sussistono molte concause geopolitiche ed economiche: il petrolio libico; le riserve auree di 143,7 tonnellate della banca centrale libica, più tutto l’oro della famiglia Gheddaffi; il bacino sotterraneo di acqua scoperto al confine con l’Egitto e che in quei luoghi vale più dell’oro stesso.
Il conflitto in Libia è stato una guerra di predazione. Le 143,7 tonnellate di oro le hanno prese gli inglesi. Agli americani il controllo sui pozzi di petrolio, e i francesi della multinazionale Veolià si sono accaparrati il controllo del bacino idrico. All'Italia che ha prestato la manovalanza bellica eil supporto logistico, soltanto briciole e l'incombenza infinita dei migranti.
La Libia era una nazione ormai ricca ed efficiente, aveva una rete di fibre ottiche e connessioni dati migliori di quelle che abbiamo in Italia e nella maggior parte delle nazioni europee. Questo avrebbe permesso un efficiente sistema logistico di transazioni bancarie e borsistico. La Libia aveva uno stato sociale invidiabile. Le cure mediche erano gratuite così come tutti i servizi costavano pochissimo.
Il colonnello Gheddaffi aveva un progetto di unione nord-africana dove voleva usare l’oro della banca centrale per garantire un nuovo Dinaro, una moneta di scambio da usare tra i paesi nord-africani confinanti, e per lo scambio di petrolio. La maggior parte delle monete del mondo non sono coperte da oro. Gli USA non coprono i dollari, ma li impongono con la forza militare. Allora, il movente? La minaccia di vendere petrolio senza bisogno dei dollari USA; la realizzazione di una unione nord-africana forte e coperta dal petrolio libico per fare affrancare paesi come l’Algeria dal controllo francese e del Franco CFA; le ingenti riserve di petrolio; il bacino idrico e i segreti sull'Occidente custoditi da Gheddafi. Insomma quell’uomo doveva morire e il paese nordafricano depredato, in balìa del caos.
Il 1º luglio 2014 Nicolas Sarkozy (quel politicante di stampo criminale francese che aveva più interesse a silenziare per sempre Gheddafi) è stato posto in stato di fermo negli uffici di custodia cautelare di Nanterre, dove si era recato per essere ascoltato dai magistrati per un caso di corruzione. È la prima volta che un ex capo di Stato francese subisce tale procedura. Al termine di 15 ore di fermo, la Procura nazionale per i reati finanziari ha messo in stato di accusa Sarkozy per corruzione, traffico di influenze e violazione del segreto istruttorio in Cassazione. Il 20 marzo 2018 è stato arrestato con l'accusa di aver ricevuto finanziamenti illeciti da Gheddafi. È stato rilasciato dopo 25 ore. Nel giugno 2019 è rinviato a giudizio nell'indagine sui sospetti di corruzione di un alto magistrato della Corte di Cassazione, Gilbert Azibert, nel caso delle intercettazioni telefoniche. Il 1º marzo 2021 viene condannato, dopo il rinvio al giudizio, a tre anni di carcere, di cui due con la condizionale, per corruzione e traffico di influenze. Il 30 settembre 2021 viene condannato a un anno di reclusione per finanziamento illecito relativo alla sua campagna elettorale del 2012, nello specifico per le cosiddette fatture "Bygmalion". Il Tribunale ha tuttavia deciso, come misura alternativa alla detenzione, la sorveglianza con braccialetto elettronico.
Riferimenti:
https://www.ansa.it/ansamed/it/notizie/stati/libia/2011/11/09/visualizza_new.html_641857173.html
https://www.ansa.it/ansamed/it/notizie/stati/libia/2011/11/09/visualizza_new.html_641857173.html
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