BIOGRAFIA

18.7.23

INQUINAMENTO CHIMICO: PER SEMPRE!

 


di Gianni Lannes

Avvelenamento eterno, altro che Covid-19. L'inquinamento da Pfas è un grave problema che attanaglia soprattutto l'Italia, considerata il teatro del più grande caso di contaminazione in Europa. Con Pfas si indicano sostanze chimiche o acidi perfluoroacrilici utilizzati dall'industria. I Pfas persistono anche negli organismi viventi, compreso l'essere umano, dove risultano essere tossici ad alte concentrazioni. Data la loro capacità di accumularsi negli organismi, la concentrazione di Pfas è bioamplificata man mano che si sale lungo la catena alimentare. È stato dimostrato, infatti, che Pfoa e Pfos sono in grado di causare un'ampia gamma di effetti avversi. I Pfas, in particolare, sono riconosciuti a livello medico come interferenti endocrini, in grado quindi di alterare tutti i processi dell'organismo che coinvolgono gli ormoni, responsabili dello sviluppo, del comportamento, della fertilità e di altre funzioni cellulari essenziali. Le patologie maggiormente riscontrate, la cui causa è attribuita all'esposizione a queste sostanze, sono il tumore ai reni, il cancro ai testicoli, malattie della tiroide, ipertensione in gravidanza, colite ulcerosa, e altro.  

Nel 2013 uno studio condotto dall'istituto di ricerca sulle acque del Centro nazionale delle ricerche ha rivelato un diffuso caso d'inquinamento ambientale dovuto alla dispersione nelle acque superficiali e sotterranee di Pfas presso uno stabilimento della società chimica Miteni. A oggi si stima che il territorio contaminato si estenda per circa 700 chilometri quadrati interessando le aree di Vicenza, Verona, Padova e Rovigo. L'inquinamento riguarda 30 comuni individuati nella cosiddetta zona rossa del territorio veneto. Le persone coinvolte sono almeno 350 mila.

Le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) sono composti chimici utilizzati in numerose applicazioni industriali, sono anche note come "sostanze chimiche eterne", per via della loro stabilità chimica che non permette né il decadimento naturale col tempo, né lo smaltimento biologico. Recentemente il loro uso è stato fortemente criticato da scienziati, organizzazioni non governative e società civile a causa della loro persistenza e per la tendenza ad accumularsi nell'ambiente e negli organismi viventi, incluso l'essere umano, nei quali provoca seri danni.

L'Italia ha un problema di contaminazione territoriale da PFAS di portata assai preoccupante, unico al mondo per dimensione e impatto ambientale, che non solo comporta la violazione di norme internazionali europee e nazionali, ma inficia il diritto costituzionale di tutela dell'ambiente e pone un rischio inaccettabile alla salute umana.

Nello specifico, in Veneto, lo stabilimento Miteni di Trissino (Vicenza) ha prodotto per 50 anni impermeabilizzanti liquidi contenenti PFAS senza alcuna precauzione ambientale. Secondo le analisi condotte dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale del Veneto, l'industria è stata responsabile dell'inquinamento del terreno e della falda acquifera del bacino Agno-Fratta-Gorzone, grande come il lago di Garda, e da cui attingono gli acquedotti che raggiungono ben 21 comuni. Le stime dell'ISPRA sulla contaminazione della falda acquifera (la seconda più grande d'Europa) evidenziano come ciò interessi una vasta porzione di territorio in Veneto.

La produzione di sostanza PFAS continua a Spinetta Marengo, nella provincia di Alessandria, ad opera della multinazionale belga Solvay, già oggetto di numerose cause in vari Paesi del mondo proprio a causa delle caratteristiche di persistenza, tossicità e bioaccumulazione e mobilità che connotano i PFAS, e per aver inquinato un pezzo di Toscana in riva al Tirreno.

Una recente inchiesta giornalistica, che ha coinvolto diciassette testate in tutto il continente guidate dalla francese Le Monde, ha rivelato l'esistenza di più di 17 mila siti contaminati da Pfas in Europa di cui più di 1.600 in Italia.

Emblematico, nella sua dimensione locale, è il caso recente di due comuni di Corte Palasio e di Crespiatica nel lodigiano. Negli anni 2021 e 2022 sono state rilevate sostanze Pfas nei campioni prelevati dall'Ats nei predetti comuni, superiori ai limiti previsti dalla direttiva UE 2020/2184, all'epoca non ancora recepita dall'Italia. Addirittura nel 2022 l'acqua potabile campionata presso il comune di Crespiatica è risultata non conforme anche rispetto ai limiti di legge all'epoca vigenti. A fronte delle richieste dell'Ats di essere messa a conoscenza di tutte le iniziative adottate dalla società lodigiana che gestisce le acque del territorio, quest'ultima si è limitata a comunicare di aver sostituito dei filtri. Ciò, da un lato, non ha risolto il problema periodico degli sforamenti dei limiti di legge di Pfas rilevate nell'acqua potabile, e, dall'altro, è risultata insufficiente sotto il profilo del monitoraggio e della prevenzione.

Il decreto legislativo numero 18 del 2023, in tema di Pfas ha recepito sia pure sulla carta - con anni di ritardo - la direttiva UE 2020/2184. L'articolo 6 richiede che la valutazione e gestione del rischio relativa alla filiera idro-potabile debba essere effettuata dai gestori idro-potabili per la prima volta entro, il lontanissimo 12 gennaio 2029. A tal fine i gestori idro-potabili devono elaborare di piani di sicurezza dell'acqua (Psa) per ogni sistema di fornitura idro-potabile. L'articolo 17, prevede che le regioni e province autonome adottino le misure necessarie per migliorare l'accesso alle acque destinate al consumo umano, in particolare assicurandone l'accesso ai gruppi vulnerabili, promuovendo l'uso di acque di rubinetto.

Da tempo i cittadini della regione Veneto sono costretti ad affrontare i problemi sanitari e ambientali generati dalla contaminazione delle acque superficiali, delle acque di falda, degli acquedotti pubblici e degli alimenti di origine vegetale e animale da sostanze perfluoroalchiliche, indicate comunemente come pfas, che ha come fonte principale lo scarico industriale della Miteni spa, un'industria chimica situata nel comune di Trissino (Vicenza).

Dalla tabella 3, «Massima esposizione sanitaria – Popolazione residente e servita, acquedotto e fonti di approvvigionamento», del Piano di sorveglianza sanitaria sulla popolazione esposta alle sostanze perfluoroalchiliche, pubblicato dalla giunta regionale del Veneto nel bollettino ufficiale della regione n. 4 del 5 gennaio 2017, emerge che ci sono circa 18 mila abitanti che ancora non hanno il servizio pubblico di erogazione dell'acqua, rimanendo così esposti a pericoli di contaminazione pfas ulteriori rispetto ai cittadini serviti.

Nel documento pubblicato da Greenpeace si afferma che «in Veneto, a quasi dieci anni dalla scoperta dell'emergenza pfas, molte famiglie in zona rossa non hanno accesso all'acqua pulita. Una situazione inaccettabile»; l'associazione ambientalista denuncia che «nonostante la contaminazione sia nota da anni, della bonifica del sito di Miteni si sono perse le tracce, così come di un piano di riconversione industriale volto ad azzerare tutte le fonti di inquinamento».

In gran parte d' Italia numerosi cittadini ed associazioni hanno protestato contro la giunta della regione Veneto, chiedendo di assumersi la responsabilità rispetto alle attività di bonifica.

Nel documento diffuso nella manifestazione viene riportato che: «Sono passati dieci anni dalla scoperta dell'inquinamento da pfas e il sito Miteni, individuato quale principale fonte di uno dei maggiori inquinamenti che la storia ricordi, continua ad inquinare la nostra falda, i nostri pozzi, i nostri campi, i nostri cibi e il nostro sangue. È compito degli enti pubblici far rispettare il cronoprogramma della messa in sicurezza del sito inquinante. Al momento si susseguono ritardi su ritardi. Le istituzioni devono collaborare fra loro e costringere chi ha inquinato alla bonifica immediata».

I manifestanti hanno voluto in questo modo ribadire la necessità e la richiesta di bonificare l'area, unico modo per fermare il progressivo espandersi dell'inquinamento. Allo stesso tempo, però, hanno denunciato l'inerzia della regione che non manterrebbe le promesse e non avrebbe attuato interventi a tutela della salute pubblica.

Rispetto alle richieste di bonifica dei manifestanti l'amministrazione regionale nell'era del ponziopilatese Zaia, ha replicato che «la bonifica spetta ai proprietari dell'azienda», scaricandosi ingiustamente, delle proprie responsabilità nell'attuazione del piano per la bonifica.

L'Agenzia europea per le sostanze chimiche, ha recentemente aperto (aprile 2023) una consultazione pubblica su proposta di Germania, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Norvegia con l'obiettivo di vietare la commercializzazione e la produzione di circa 10.000 sostanze chimiche sintetiche utilizzate in applicazioni diverse come tessuti, imballaggi, dispositivi medici, lubrificanti, refrigeranti, prodotti petrolchimici, manifattura, elettronica ed edilizia.

L'integrità del territorio e la salute pubblica sono elementi essenziali per assicurare uno sviluppo produttivo in armonia con la qualità della vita. Questi due aspetti non dovrebbero mai essere messi in contrapposizione, come ad esempio è avvenuto per l'ILVA di Taranto, anche perché senza salute non c'é neanche possibilità di sviluppo economico e sociale.

Il principio di precauzione in materia ambientale impone alle pubbliche autorità di valutare il contesto di fatto, i fattori di rischio e le vulnerabilità sociali ed economiche per contrastare fenomeni di compromissione delle matrici ambientali e del biota, nonché di intraprendere le azioni necessarie al fine di tutelare la popolazione.

Il primo ministro Meloni è a conoscenza della consultazione pubblica, aperta dall'Agenzia europea per le sostanze chimiche su proposta di Germania, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Norvegia e, in tal caso, se intende chiarire le motivazioni per cui non si è ritenuto di aderire a nome dell'Italia?

Signora Meloni quali e quante sono le aree territoriali contaminate a seguito dell'utilizzo di acqua contenente PFAS i  Italia?

Il governo Meloni quali misure concrete intende adottare per proteggere i cittadini dal consumo di prodotti alimentari contaminati da PFAS e dall'utilizzo di oggetti contenenti sostanze chimiche sintetiche?

  

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=miteni

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/07/acqua-inquinata-per-legge.html

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