Gargano - foto Gilan |
di Gianni Lammes
Ecco un personaggiucolo in cerca d'autore con cittadinanza statunitense (già presidente della fondazione Italia-USA) alla ribalta della banale cronaca mondana in salsa italiana. Alain Elkann dove ha vissuto fino ad oggi pompato dal sistema di potere dominante? In una bolla dorata? Viene da chiederselo dopo la sua sparata su “La Repubblica” nel quale racconta il viaggio in treno verso la provincia di Foggia. Questo snob con la puzza sotto al naso, infatti, padre di John e Lapo Elkann, si è recato a Vieste ospite della kermesse letteraria “Il Libro Possibile”. Piuttosto grottesca la rappresentazione dei passeggeri che erano con lui sul treno “Italo” da Roma a Foggia. Elkann definisce “giovani lanzichenecchi senza nome” alcuni ragazzi che si stavano recando nel capoluogo dauno. Descritti in t-shirt, cappellino da baseball, scarpe Nike, “tutti con un iPhone in mano”, guarda che novità. “Nessuno portava l’orologio. Avevano tutti braccia, gambe o collo con tatuaggi”. Lui invece – scrive ancora – indossava un vestito di lino blu e camicia leggera e aveva una cartella marrone di cuoio con dentro il Financial Times, il New York Times e Robinson, il supplemento di Repubblica. Stava anche finendo di leggere un libro di Proust. Il tutto mentre i ragazzi, altra grande novità, parlavano ad alta voce. “Come fossero i padroni del vagone, non curanti di chi stava attorno”. Mister Elkann capita nel mondo dei più giovani.
Al limite del ridicolo quando Elkann afferma di aver temuto di aver sbagliato treno: “Non sapevo che per andare da Roma a Foggia si dovesse passare da Caserta e poi da Benevento... Loro erano totalmente indifferenti a me, alla mia persona, come se fossi un’entità trasparente, un altro mondo”. Ma come si fa ad invitare un individuo privo di qualità e talento letterario nel Gargano? Elkann vada gentilmente a quel paese! Grazie.
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