BIOGRAFIA

23.5.23

EMILIA ROMAGNA: NUOVE SPECULAZIONI CON DENARO PUBBLICO!

 

di Gianni Lannes

Dal susseguirsi di dichiarazioni dei rappresentanti istituzionali della Regione Emilia-Romagna si apprende che, a decorrere dal 12 dicembre 2022, hanno avuto inizio i lavori per l'interramento della ferrovia "ex Veneta", la linea ferroviaria che collega Bologna a Portomaggiore (Ferrara), lavori che dovrebbero riguardare la tratta compresa tra le stazioni di Rete ferroviaria italiana di Bologna centrale e quella delle Ferrovie Emilia-Romagna (FER) di Bologna Roveri.

Numerose dichiarazioni di esponenti politici hanno enfatizzato la cantierizzazione delle infrastrutture, parole che sembrano piuttosto annunci volti a favorire gli stessi che amministrano elogiando il loro operato.

La data stimata per la conclusione delle opere è il 2025, con un costo complessivo di 75.874.000 euro, di cui 51.890.000 finanziati con risorse statali, 18,5 milioni finanziati con risorse dalla Regione e 5,484 milioni di euro stanziati dal Comune di Bologna.

Il progetto prevede interventi strutturali di ammodernamento e potenziamento della linea ferroviaria e l'interramento delle due tratte urbane S. Vitale-Rimesse e Cellini-via Larga dove saranno realizzate anche opere di riqualificazione di superficie in corrispondenza delle gallerie. L'obiettivo del progetto è anche quello di eliminare definitivamente 5 passaggi a livello urbani a Bologna presenti in corrispondenza delle vie Paolo Fabbri, via Libia, via Rimesse, via Cellini e via Larga.

La ferrovia Bologna-Portomaggiore è di proprietà regionale ed è gestita dalla società FER, e rappresenta la seconda linea da questa gestita in termini di passeggeri trasportati. Attraversa 9 stazioni, di cui 2 di RFI, e si estende su alcune linee di competenza di quest'ultima. RFI è il gestore unico dell'infrastruttura ed ha il compito di garantire la sicurezza della circolazione sull'intera rete, sviluppando la tecnologia dei sistemi e dei materiali, ed assicurare il mantenimento in efficienza della rete.

RFI è un'azienda pubblica in forma di società per azioni controllata al 100 per cento dal gruppo Ferrovie dello Stato italiane, definisce ed attua gli investimenti sia per l'intera infrastruttura ferroviaria e sia per la manutenzione della rete.

Nel territorio regionale sono numerose le stazioni ferroviarie gestite da RFI che necessitano di interventi strutturali di messa in sicurezza; tuttavia, le richieste per tali opere, sollecitate dai Comuni interessati, non hanno avuto seguito, spesso con la motivazione della mancanza di risorse finanziarie sufficienti.

Il trasporto ferroviario costituisce una delle principali modalità di mobilità sostenibile, pertanto richiede costanti interventi di potenziamento, diffusione e riqualificazione delle linee.

Il progetto denominato «Passante di Bologna» o «Passante di Mezzo» prevede l'ampliamento da 12 fino a 18 corsie dell'attuale raccordo autostrada-tangenziale di Bologna, dal casello autostradale di San Lazzaro di Savena a quello di Borgo Panigale.

Secondo i dati dichiarati dal proponente Autostrade per l'Italia il traffico sull'infrastruttura passerà da 158.000 a 180.000 veicoli giornalieri, provocando un aumento della già grave pressione ambientale sui residenti in termini di inquinamento atmosferico e acustico, con conseguenze non sufficientemente analizzate sulla salute delle persone.

Secondo uno studio presentato dal proponente a febbraio 2021 le emissioni di CO2 derivanti dal solo traffico di esercizio aumenteranno di 1850 tonnellate/anno nel tratto di progetto, in contrasto con gli impegni di riduzione delle emissioni in tutti i settori assunti dallo Stato italiano. Detto studio peraltro non analizza le emissioni legate alla realizzazione dell'opera, sottostimando di molto l'aumento complessivo delle emissioni.

L'intervento non risolverebbe il problema della congestione del nodo di Bologna, come rilevato anche dal parere finale della regione Emilia-Romagna sul progetto.

Peraltro, scienza ed esperienza del fenomeno del cosiddetto «traffico indotto» insegnano che l'aumento della capacità stradale in un'area congestionata è a tutti gli effetti un incentivo all'uso della mobilità privata e del trasporto su gomma, con un aumento conseguente della congestione.

L'incentivo alla mobilità privata sarebbe, oltretutto, in contrasto con gli obiettivi di riduzione previsti dal Pums della Città Metropolitana di Bologna, come rilevato anche dal rapporto MobilitAriacurato da Kyoto Club e Cnr IIA, pubblicato a maggio 2022.

Comitati, associazioni e reti ambientaliste il 27 febbraio 2022 hanno inoltrato a regione Emilia Romagna e comune di Bologna una petizione per una Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario (Viias) sull'opera, che ha raccolto oltre 2.000 firme; la richiesta sarebbe stata completamente ignorata dalle suddette istituzioni;

La legge costituzionale 11 febbraio 2022, numero 1, che ha modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione, ha riconosciuto un espresso rilievo alla tutela dell'ambiente: il nuovo terzo comma dell'articolo 9 della Costituzione, nel prevedere che la Repubblica (dunque, tutti gli enti della Repubblica) «Tutela l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni», detta un criterio generale di azione dei pubblici poteri improntato alla protezione dell'ambiente, vincolando direttamente le istituzioni nazionali e ribadendo sul piano interno il principio di integrazione delle esigenze ambientali nelle scelte pubbliche, già espresso dall'articolo 11 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/05/alluvione-di-asfalto-e-cemento.html

Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.