BIOGRAFIA

11.1.23

S-VENDO-LA PUGLIA!

  

foto Gilan




di Gianni Lannes

Raggiri, inganni e finzioni? Di sicuro un autentico disastro per l'intera Daunia. Una gigantesca bomba ad orologeria in una terra ad elevato rischio sismico in riva al mare Adriatico, nel cuore di un'area archeologica di elevato valore naturalistico, ad una manciata di chilometri da un obiettivo sensibile: la strategica base aerea militare dove albergano caccabombardieri a capacità nucleare F-35. Proprio qui, tra Manfredonia e Siponto, torna in auge (grazie anche a Emiliano che alla Ponzio Pilato non si è opposto), l'impianto a gas di petrolio liquefatti - a rischio di incidente rilevante (direttive Seveso) - dell'Energas del napoletano Diamante Menale (Kuwait Petroleum), già bocciato a più riprese in passato ma sponsorizzato da un branco di politicanti italidioti venduti al peggior offerente (della serie "tentacoli sulla città"), basato su una tecnologia obsoleta che inciderebbe in modo residuo sulle necessità energetiche italiane. La parola d'ordine nello Stivale è improntata al lucro economico: devastare il territorio e di conseguenza annichilire la popolazione.



 

 

Specchietti per le allodole. Ciò che disgusta è il doppiogioco a livello istituzionale, locale e nazionale. “Non sono contrario ad Energas – aveva riferito nel dicembre 2019 nella sua conferenza stampa, l'allora presidente di Confindustria Foggia, tale Giovanni Rotice (attuale sindaco di Manfredonia) – semplicemente non vedo la ragione per cui non si possa fare. I detrattori di questo progetto non riescono ancora a spiegare le ragioni sul perché un impianto di questo tipo sia pericoloso per l’incolumità pubblica’’. Va in scena il copione di chi (ditta palazzinara Rotice) in un recente passato ha acquisito terreni, ceduti poi ai Marcegaglia per il pericoloso inceneritore di rifiuti, sposato da Fitto e Vendola? 

 

 



Destra, sinistra e centro: la speculazione nel Belpaese muta solo volto, ma il risultato a danno della collettività non  cambia.  La vita non si può concludere sempre con un ingordo affare da condurre in porto sulla pelle dell'ignara gente e dell'inerme ambiente.

 


 



Riferimenti:

https://www.foggiatoday.it/politica/confindustria-foggia-conferenza-stampa-fine-anno-2019.html

https://www.foggiatoday.it/economia/energas-manfredonia-dimissioni-rotice-autorita-portuale.html 

https://adspmam.etrasparenza.it/moduli/downloadFile.php?file=oggetto_allegati/182051557500O__OCVagg18_Tra.pdf 

https://www.manfredonianews.it/2019/12/24/il-comitato-no-energas-scrive-a-gianni-rotice-presidente-confindustria-foggia/

https://www.ilmattinoquotidiano.it/news/politica/46263/rotice-vuole-vendere-manfredonia-all-energas-i-5-stelle-insorgono-da-dove-deriva-questa-nuova-attenzione.html?id=0

https://www.ilmattinoquotidiano.it/news/economia/46323/anche-legambiente-puglia-contro-rotice-a-favore-del-megadeposito-gpl-energas-a-manfredonia.html?id=0

https://palesementeparlando.wordpress.com/2019/12/13/manfredonia-pure-lautorita-portuale-dice-si-alla-realizzazione-del-deposito-gpl/ 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=rotice

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=energas

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=f35 

Post scriptum

La società Energas s.p.a. ha richiesto autorizzazione per realizzare un deposito costiero di gas da petrolio liquefatto (Gpl) a Manfredonia, alimentato da un gasdotto di collegamento al porto industriale e servito da raccordo ferroviario. Il deposito sorgerà in località Santo Spiriticchio su un'area recintata di 180.000 metri quadri. Sono previsti 12 serbatoi tumulati da 5.000 metri cubi cadauno. Il gasdotto, che collegherà il pontile, servirà per consentire l'attracco delle navi gasiere che scaricheranno il Gpl nella conduttura al deposito.

Il progetto Energas, che prevede lo stoccaggio di 60 mila metri cubi (circa 28 mila tonnellate) rientra tra le attività «a rischio di incidente rilevante» – di cui al decreto legislativo n. 334 del 1999 e successive integrazioni e modifiche. Rilevante è quindi la possibilità che si verifichino incidenti dalle conseguenze disastrose, considerando anche l'aumento del traffico di autocisterne sulla statale 89. Ove l'incidente si verificasse nell'area portuale, gli effetti per l'ecosistema marino e la città di Manfredonia sarebbero devastanti.

Concreto e inoltre il rischio di una nuova procedura di infrazione da parte dell'Unione europea, in quanto la zona interessata è considerata ad alto pregio naturalistico e archeologico.

La realizzazione di tale opera ha incontrato il parere avverso della cittadinanza, che si è espressa con un referendum consultivo svoltosi il 13 novembre 2016, dove oltre il 95 per cento dei votanti ha decretato la netta contrarietà all'opera.

I tre tavoli di conciliazione, convocati dalla Presidenza del Consiglio per cercare l'accordo delle parti in causa (Regione, Comune, Autorità portuale Mar Adriatico meridionale, Ministero delle infrastrutture, Ministero dello sviluppo economico, soprintendenza archeologica, per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia) sulla realizzazione di tale progetto (l'ultimo tenutosi il 4 marzo 2022) hanno confermato il mancato accordo.

A fronte dello stallo, rispondendo ad una interrogazione il 6 aprile 2022, il Ministro della transizione ecologica ha precisato che la decisione sull'opera era stata demandata al suo Ministero e al Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei ministri per una possibile deliberazione del Cdm.

Secondo il Ministro, «la remissione del procedimento deriva dalla constatazione della strategicità dell'intervento proposto e dalla considerazione per cui le osservazioni tecniche espresse nell'intesa negativa della regione Puglia sono state approfondite nell'ambito dell'istruttoria di valutazione di impatto ambientale»;

Il Ministro dello sviluppo economico pro tempore, rispondendo a interrogazioni parlamentari (n. 3-00995 del 2 ottobre 2019 e n. 3-02034 del 19 gennaio 2021) ha precisato in teoria che «...ogni tipo di determinazione politica non prescinderà dall'esigenza, da un lato, di rispettare il territorio interessato e, dall'altro, dalla necessità di tutelare i cittadini di quel territorio, anche e soprattutto all'esito del referendum consultivo sul tema».

L'avversione della città di Manfredonia, località marittima ai piedi del Gargano, che aspira ad uno sviluppo turistico ecocompatibile, non è frutto di un capriccio, ma la risultante di una serie di considerazioni, la prima delle quali è che non crea occupazione, ma solo beneficio per un'azienda privata.

Il progetto Energas non risponde alla necessità di energie prodotte da fonti rinnovabili, può rappresentare un problema insormontabile per le strategie di sviluppo del territorio previste dalla regione Puglia e dal comune di Manfredonia. È del tutto incompatibile con quelli che sono i punti di forza dell'area che dovrebbe ospitarlo: dalle bellezze paesaggistiche alle ricchezze ambientali fino all'immenso patrimonio culturale e archeologico di Siponto.

Il timore fondato della popolazione locale è che si potrebbero generare altre conseguenze negative in un pezzo della provincia di Foggia che ha già pagato un prezzo altissimo a causa delle politiche industriali completamente slegate dalle vocazioni della «porta del Gargano». Manfredonia subisce ancora le conseguenze dell'ex Enichem, con un processo di bonifica del sottosuolo ancora irrealizzato.

Sotto il profilo dei costi-benefici il progetto di realizzazione di un deposito costiero di gas da petrolio liquefatto (Gpl) a Manfredonia, in considerazione degli impatti sul territorio, della contrarietà dei cittadini, della vocazione turistico-culturale dell'area e dell'obsolescenza di una impostazione energetica basata sullo sviluppo dello stoccaggio dei combustibili fossili è da bocciare per sempre.

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