foto Gilan |
di Gianni Lannes
Italia vecchia e declinante, ormai priva di anticorpi etici e valori universali? Belpaese plasmato dalle forze esterne
che lo penetrano, usano, manipolano e lobotomizzano senza incontrare resistenza.
Una nazione in macerie a sovranità azzerata solcata da un'atavica
rassegnazione, ridotta a terreno di scontro fra potenze e
multinazionali straniere per spartirsi le spoglie. Questa parabola
descrive un processo di dissoluzione in corso che l'opinione pubblica
non vede, accecata dalla dissonanza cognitiva e dall'analfabetismo funzionale al sistema di potere. L'Italia ne esce
sfigurata, a rischio disintegrazione. Le radici profonde della crisi
hanno basi strutturali e motivazioni storiche. Gli italiani - che nel 2030 (cioé domani) saranno in gran parte anziani - sono traditori per vocazione o banale subordinazione al peggio?
E poi, in questa colonia a stelle e strisce sotto il tallone militare dello zio Sam, c'è la periferia del Mezzogiorno. Più di tutti il Sud muore, ma la responsabilità non è del cosiddetto Covid-19. Si tratta di un'agonia molto più lenta e diffusa che ne corrode la fibra demografica, economica, sociale e culturale. Una patologia in corso da tempo (l'irrisolta questione meridionale) e per tempo invano evidenziata che si palesa attraverso la spopolamento di vaste aree dall'Abruzzo alla Sicilia. Questa deliberata eutanasia, corredata di mafie para istituzionali, è un danno incommensurabile per l'ex giardino d'Europa. Il paragone rende l'idea: come se in una competizione sportiva si giocasse a perdere. Il resto è esercizio retorico per indovini. Quale futuro per i giovani se imperversano soltanto deleterie distrazioni di massa?
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=italia
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