BIOGRAFIA

16.6.22

USTICA E BOLOGNA: DUE STRAGI COLLEGATE E SENZA COLPEVOLI!

 


  

di Gianni Lannes

Giuseppe Diodato aveva appena 10 mesi di vita, quando la sua esistenza fu spezzata dalla cosiddetta "strage di Ustica", esattamente il 27 giugno 1980. Angela Fresu, a Bologna, portava 3 innocenti primavere, quando perse la vita e la mamma Maria venne dissolta dall'esplosione di due bombe alla stazione ferroviaria. 


 


Stragi di guerra contro civili inermi in tempo di pace. Nel segno del doppio datato 1980, quando la Repubblica italiana - sempre piu' eterodiretta e telecomandata dagli United States of America - inizio' a disintegrarsi vertiginosamente. Due stragi di Stato intrecciate: Ustica: messaggio non recepito; Bologna: messaggio recepito con l'immediato depistaggio statale e insabbiamento rituale. Chi tocca questi fili intrecciati muore, mentre scorrono fiumane di retorica all'italiana e prorompe sulla scena il solito inascoltabile polpettone quirinalizio.




La sera del 27 giugno 1980 cadeva in mare tra Ponza e Ustica un aereo civile (il DC9 Itavia). Negli anni si sono succedute burrascose fasi giudiziarie, ma la verità e' stata occultata dalle istituzioni che tutto sapevano e hanno nascosto l'indicibile dall'inizio.

Alla tragedia umana della morte di 81 persone, si è sommata la tragedia civile di uno Stato che non ha voluto né saputo fornirne una spiegazione. 42 anni fa, il 27 giugno del 1980, un velivolo di linea in volo da Bologna a Palermo si inabissava misteriosamente al largo fra l’isola di Ponza e quella di Ustica. Ottantuno persone perdono la vita, di cui 13 bambini, in una strage i cui autori, nonostante innumerevoli indagini, processi e cause, restano ancora ‘ignoti’. Almeno altre 30 persone, potenziali testimoni dell'accaduto, sono state assassinate in seguito per mettere a tacere l'indicibile verita'. In mare furono ritrovate soltanto 42 salme, anche se ufficialmente ne risultano 39. Chi erano i morti identificati e dall'identita' occultata? La Procura di Palermo (ovvero il giudice Guarino), dispose la sola ispezione esterna di tutti i cadaveri riuniti e l'autopsia solo di 7 corpi, alla stregua degli altri magistrati della Procura di Roma niente di piu', col controverso e contestato giudice Santacroce (in seguito promosso in carriera). La salma del giovane carabiniere Giuseppe Cammarata (19 anni di San Cataldo) presentava segni di annegamento. Quindi, a rigor di logica, il Dc9 Itavia non era stato disintegrato nel cielo da una bomba o un missile a risonanza.

La Giustizia tricolore non ha fatto luce. Anche gli inquirenti denunciarono esplicitamente che il sostanziale fallimento delle indagini fosse dovuto a estesi depistaggi e inquinamenti delle prove, operati da soggetti ed entità molteplici, come riportano i passi introduttivi del Procedimento Penale N. 527/84 A G. I. 8capo 3° Gli inquinamenti. Capitolo I Considerazioni preliminari. Pag. 3):


«Il disastro di Ustica ha scatenato, non solo in Italia, processi di deviazione e comunque di inquinamento delle indagini. Gli interessi dietro l'evento e di contrasto di ogni ricerca sono stati tali e tanti e non solo all'interno del Paese, ma specie presso istituzioni di altri Stati, da ostacolare specialmente attraverso l'occultamento delle prove e il lancio di sempre nuove ipotesi — questo con il chiaro intento di soffocare l'inchiesta — il raggiungimento della comprensione dei fatti [...] Non può perciò che affermarsi che l'opera di inquinamento è risultata così imponente da non lasciar dubbi sull'ovvia sua finalità: impedire l'accertamento della verità. E che, va pure osservato, non può esserci alcun dubbio sull'esistenza di un legame tra coloro che sono a conoscenza delle cause che provocarono la sciagura ed i soggetti che a vario titolo hanno tentato di inquinare il processo, e sono riusciti nell'intento per anni.».


Il giudice Rosario Priore, nella sentenza-ordinanza del 1999, dedica un capo, il quarto, alla questione dei 12 decessi dubbi legati, in alcuni casi direttamente mentre in altri meno, alla vicenda dell’abbattimento del Dc9, avvenuto il 27 giugno 1980. E scriveva l’allora giudice istruttore: «Questo delle morti sospette è un capitolo che […] connota l’inchiesta e la rende sui generis, persino al confronto di altre per similari delitti di strage”. Proseguiva il magistrato romano: “Si dovrà approfondire − e in tal senso non mancheranno le magistrature competenti per territorio, che già hanno preso in considerazione comportamenti dolosi – [dato che] appare sufficientemente certo che coloro che sono morti erano a conoscenza di qualcosa che non è stato mai ufficialmente rivelato e da questo peso sono rimasti schiacciati».

 

D - La Repubblica delle donne - 28 giugno 2003



Oltre alla vicenda dei tenenti colonnello Ivo Nutarelli e Mario Naldini, ce ne sono altre. Due di queste sono legate alle sorti di Ustica e a quelle dei due velivoli ritrovati a Castelsilano, in provincia di Crotone (uno dei quali fatto rapidamente sparire dai Carabinieri e dal Sios Aeronautica in collaborazione con la CIA). Inoltre sono otto quelle di coloro che avevano avuto un ruolo in questa storia e che non hanno fatto in tempo a raccontare tutto quello che di cui erano venuti a conoscenza.

Il maresciallo dell’aeronautica militare Mario Alberto Dettori nel 1980 era controllore di difesa aerea a Poggio Ballone e la sera della sciagura è molto probabile che abbia visto qualcosa dai radar. Ma morì il 31 marzo 1987, quando venne trovato impiccato a un albero nel grossetano, in riva al fiume Ombrone. Dopo la strage trascorse in periodo in Francia e si disse che fosse caduto in depressione sviluppando manie di persecuzione al culmine delle quali si sarebbe ucciso. Ma, scrisse Priore, “sui singoli fatti [e] sulla loro concatenazione non si raggiunge però il grado della prova”.

Il maresciallo Franco Parisi invece morì alla periferia di Lecce nello stesso modo, ma più tardi rispetto a Dettori, il 21 dicembre 1995. Controllore a Otranto, non era in servizio il 27 giugno 1980, ma lo era meno di un mese dopo, nella mattinata del 18 luglio, quando fu ritrovato il Mig libico, quello che si vorrebbe caduto quel giorno mentre diverse risultanze attestano che precipitò ben prima. Parisi fu sentito da Priore tre mesi prima di morire, nel settembre 1995, ma dalla sua deposizione emersero “palesi contraddizioni”, oltre a “incresciosi episodi con ogni probabilità di minacce nei suoi confronti”. Avrebbe dovuto essere risentito nel gennaio 1996, ma non arrivò vivo a quell’appuntamento.

Sono almeno altre 21 le vittime collegate (ed accertate) alla strage del volo Bologna-Palermo. Gli altri decessi riuniti nel capo dedicato alle “morti sospette” rientrano altri casi. È il capitolo che contiene anche i nomi di Nutarelli e Naldini, i due ufficiali deceduti a Ramstein, che la sera del 27 giugno erano in voo su F104 che intercetto' il volo civile e diede l'allarme generale, ma gli fu ordinato di atterrare a Grosseto.

Coloro che poi completano l’elenco parziale stilato dal giudice Priore sono il colonnello Pierangelo Tedoldi (morto il 3 agosto 1980 in un incidente stradale sull’Aurelia), il capitano Maurizio Gari (infarto, 8 maggio 1981), il sindaco di Grosseto nel 1980 Giovanni Battista Finetti (23 gennaio 1983, incidente a Istia d’Ombrone), il maresciallo Ugo Zammarelli (12 agosto 1988, incidente stradale a Lamezia Terme), il suo parigrado Antonio Muzio (1 febbraio 1991, vittima di omicidio a Vibo Valentia), il tenente colonnello Sandro Marcucci (2 febbraio 1992, incidente aereo mentre era in servizio antincendio), il maresciallo Antonio Pagliara (morì lo stesso giorno di Marcucci in un incidente stradale a Lecce), il generale Roberto Boemio (12 gennaio 1983, omicidio a Bruxelles) e il maggiore medico Gian Paolo Totaro (2 novembre 1994, suicidio per impiccagione).

Tutti i militari appartenevano all’aeronautica militare italiana e gravitavano intorno a missioni di volo o a centri radaristici, soprattutto quello del grossetano, zona che ha avuto un ruolo particolare nell’inchiesta per via della quantità di persone che qui si concentravano e che non avrebbero detto tutto agli inquirenti. Singolari coincidenze?

Mise a verbale ancora Priore: «Questa inchiesta, […] caratterizzata per la massa di inquinamenti, così si distingue per il numero delle morti violente attribuite per più versi a un qualche legame con essa […]. Di fronte a una tale situazione […] non si sarebbero dovute determinare necessità estreme di soppressioni, se non nei casi eccezionali di testi diretti, tecnici, in possesso di larga parte dei fatti. Di testi cioè fonti, non smentibili o da mostrare come usciti di senno».

Ancher dei civili hanno perso la vita, perche' si erano avvicinati troppo alla verita', o meglio a tali segreti di Stato, come ad esempio i giornalisti assassinati a Beirut, Italo Toni e Graziella De Palo.


 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2012/08/giornalisti-assassinati-e-dimenticati.html 

Bologna: 2 agosto 1980, ore 10,25 in punto. L’orologio del piazzale della stazione di Bologna si arresta forzatamente. Bilancio ufficiale: 85 morti (sicuramente di piu') e 200 feriti a vita, senza contare i danni materiali. Una strage senza precedenti simili. Un ordigno piazzato a metà mattina in piena estate nella sala d'aspetto del principale nodo ferroviario di transito d'Europa. Due bombe piazzate nella sala d'aspetto di seconda classe ai margini del primo binario. Gli ordigni avevano il compito di fare una strage di civili inermi e terrorizzare gli italiani per inviare un messaggio diretto alle autorita' del belpaese. La più atroce di tutte, ma la più prevedibile, considerando la posta in gioco sul piano internazionale, nel cuore del Mediterraneo. Si tratta di un evidente avvertimento.

L'orizzonte di queste stragi e' decisamente internazionale, poiche' doveva essere punita la politica estera italiana e colpita la sicurezza del popolo italiano seminando paura nel corpo sociale. Ed era in progettazione un altro attentato nel 1980 (al laboratorio dell'Istituto di Fisica Nucleare nel Gran Sasso) per mettere in ginocchio definitivamente lo Stivale. 

Perche' le autorita' italiane pur sapendo hanno consentito che fossero ammazzate tante persone e a distanza di ben 42 anni mandano in onda il solito copione, mentre la verita' risulta ancora indicibile? Occorre sapere, capire e non dimenticare, mai.


Riferimenti:


https://patrimonio.archivio.senato.it/inventario/scheda/terrorismo-e-stragi-x-xiii-leg/IT-SEN-114-016436/incontri-informali-n-1-ispezione-dc-9-itavia-pratica-mare-21-luglio-1993#lg=1&slide=0

https://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/02/23/news/aereo_cadde_sulle_apuane_indagini_per_omicidio-53252276/

https://web.archive.org/web/20110719031129/http://archiviostorico.corriere.it/2008/giugno/22/Strage_Ustica_nuove_indagini_Sentito_co_9_080622064.shtml

https://www.ilrestodelcarlino.it/macerata/cronaca/2010/06/29/351158-morte_roberto.shtml

https://web.archive.org/web/20151125231440/http://archiviostorico.corriere.it/1994/novembre/06/Ustica_altra_morte_sospetta_suicida_co_0_9411068373.shtml

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ustica

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=bologna

Gianni Lannes, Il grande fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, Modena, 2012.  

Gianni Lannes, Italia Usa e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.




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