foto Gilan |
di Gianni Lannes
Quando la geologia delinea la geografia, da' vita alla storia in un tempo sospeso. Roccatagliata e' l'ultima propaggine della catena montuosa del Gran Sasso d'Italia che, con la Schiena d'asino del Morrone, va ad incastonarsi nelle gole ventose di Popoli.
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Quando si giunge a questa profonda
incisione rocciosa, dopo una breve ma intensa arrampicata partendo
dalla strada romana Claudia Nova in quel di Capestrano, si rimane
estasiati davanti alle imponenti e contorte rocce del Roccatagliata che si
stagliano al cospetto del mare Adriatico, della Val Pescara e del meraviglioso fiume Tirino, dinanzi
ai pini e ai ginepri inchinati tutti nella medesima direzione, in virtu' del
vento impetuoso che in loco imperversa intensamente, a intervalli pomeridiani. Quassu' l'aria rivela il sapore del Mediterraneo e il sentore dei boschi appenninici.
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Questa montagna dall'altezza modesta nasconde sulla sua sommita', uno stupefacente intaglio mirabile a distanza chilometrica, che da' vita ad un imponente torrione (in contatto visivo con Sutrium) su cui si notano i manufatti di un'antica fortificazione e intorno le tracce umane di un passato remoto, ormai sepolto nella memoria collettiva.
foto Gilan |
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Edera che ricopre le pietre,
scheletri di ferule e veratri e una flora spontanea (Caprifoglio
etrusco, Lino malvino, Gladiolo italico, Scorzanera purpurea) mi
accompagnano nella risalita fino in cima, da cui si domina con lo sguardo anche Bussi. Il monte di Roccatagliata,
con i suoi 988 metri di quota è una delle ultime vette della catena
del Gran Sasso a Sud Est, prima di scendere verso le gole di Popoli,
dove si congiunge alla catena della Maiella.
Trifoglio etrusco - foto Gilan |
Lino malvino - foto Gilan |
Deve il suo nome al fatto di essere
costituito da due parti distinte, separate da quello che sembra un
vigoroso taglio di una gigantesca scure che contrasta fortemente con
il resto del paesaggio di colline a forma di cuore.
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Da questo valico primordiale - intersecato dal Tratturo Centurelle-Montesecco - il sentiero poi raggiunge Castiglione, Pescosansonesco e Corvara; nei cui pressi sopravvivono il preromano santuario italico, nonche' una miriade di grotte carsiche solcate dai camminamenti dei nostri antenati. Proseguendo su Monte Corniale, Monte Alto e Monte Picca si approda a Forca di Penne (dove si erge una torre normanna diroccata), altro valico preromano. Qui, nell'Abruzzo sconosciuto o ignoto, ancora oggi errano uomini e lupi transumanti in perenne esilio; ma gli eremi sono un'altra storia dimenticata.
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=sutrium
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=cartignano
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