Fa
piacere
apprendere
(articolo, La
Verità 2 aprile 2022)
che quanto
affermato dai refrattari al pensiero ufficiale da
lungo tempo
venga
confermato,
oggi, da un
autorevole
esponente del
Comitato
tecnico
scientifico
(Cts) il dottor
ovvero che,
per citare le
sue parole, le
misure di
contenimento
non hanno
avuto
efficacia
scientifica,
ma costi
sociali certi;
che l’errore
più grande è
stato lasciare
la
comunicazione
in mano a
virologi
autonominati;
che, come
commenta il
giornalista
Gandola autore
del pezzo, la
vita del Paese
sia stata
scandita da un
Politburo di
burattinai,
dietro i
quali si è
sempre
riparato il
Ministro
Speranza.
In definitiva,
che quanto è
successo in
questi due
anni è
soltanto
narrazione
politica
costruita
sulla falsità
di una
pandemia
inventata,
solo un'enorme
menzogna.
Il Cts sciolto, Donato Greco confessa:
«prese misure inutili»
Donato Greco: «Abbiamo dovuto suggerire restrizioni di dubbia efficacia scientifica ma costi sociali certi. Le chiusure non hanno frenato il virus. Un altro errore è stato lasciare la comunicazione in mano a virologi autonominati».
«Anche i lockdown più duri non hanno contrastato la diffusione del virus». È l’ammissione di un errore fatale, è l’8 settembre della guerra al Covid. Non sono trascorse neppure 48 ore dallo scioglimento del Comitato tecnico scientifico che arriva la prima rivelazione fuori dal coro. Poi la seconda: «Le misure di contenimento non hanno avuto efficacia scientifica ma costi sociali certi». La terza è uno schiaffo a reti unificate: «Il nostro errore più grande è stato lasciare la comunicazione in mano a virologi autonominati ma senza esperienza specifica».
Donato Greco è uno scienziato e per un anno ha fatto parte del Politburo dei burattinai che hanno scandito la vita del Paese, dietro ai quali si è sempre riparato il ministro Roberto Speranza. Appeso il camice ministeriale al chiodo, l’advisor di 30 commissioni dell’Oms con 250 pubblicazioni internazionali nel curriculum decide di togliersi dalle scarpe non sassolini ma massi erratici, meteoriti che incrinano «ex post» le scelte del potere sanitocratico.
Lo
fa a Un
giorno da
pecora su
RaiRadio 1;
cinque minuti
liberatori per
chi ha provato
anche nei
giorni più
dolorosi a
mantenere
acceso il
cervello e a
seguire la
strada del
dubbio. Il
professor Greco
è entrato nel
Cts un anno
fa, dopo la
delirante
stagione della
«Tachipirina e
vigile
attesa».
Ha partecipato
a 65 riunioni
strategiche,
ha avallato
decisioni
impopolari e
di dubbia
efficacia, ha
ascoltato Mario
Draghi
dire assurdità
come «Il green
pass
garantisce ai
vaccinati di
non
contagiarsi,
chi non si
vaccina
muore».
Per appiattimento istituzionale o per senso del dovere non ha parlato con entusiasmo sospetto come alcuni suoi colleghi (Agostino Miozzo, Sergio Abrignani, Franco Locatelli). Ma ieri, improvvisamente, si è sentito libero di dire la sua. «La più grande difficoltà del Cts è stata dover suggerire misure di contenimento e mitigazione la cui efficacia scientifica era debole mentre i costi sociali ed economici erano certi. Qualunque chiusura, a cominciare dalle scuole fino alle restrizioni delle attività commerciali, non è riuscita a contrastare la diffusione del virus come poi si è visto». Un’accusa frontale, un uso non casuale del verbo «suggerire» che conferma ciò che questo giornale ha sempre scritto: le scelte sono state politiche e le istituzioni hanno usato «l’evidenza sanitaria» come foglia di fico per coprire decisioni cervellotiche e anticostituzionali.
Tornando al surreale lockdown contiano dei canti dai balconi e della morte civile di migliaia di esercizi commerciali, Greco ha un’opinione sintetizzabile con due parole: errore madornale.
«Anche l’isolamento più duro del marzo 2020 non ha sortito nessun effetto sul contenimento dell’epidemia». Eppure allora chi eccepiva veniva confinato fra i nemici dello Stato. Veniva manganellato dai media mainstream, sbeffeggiato nei talk show governativi, additato a reprobo dalle virostar di riferimento e spiato dagli Alessandro Gassman di turno. Un periodo da pelle d’oca in cui il pensiero unico ha preso il sopravvento. Anche per quella stagione Donato Greco ha una spiegazione non convenzionale.
«L’errore più grande del Cts è stato non aver prodotto comunicazione. Si è dato spazio a una serie di virologi autonominati che l’hanno gestita. È vero, abbiamo tenuto una conferenza stampa ogni settimana, ma senza impatto mediatico perché tutti gli spazi erano occupati. Noi abbiamo rispettato un vincolo di riservatezza mentre le virostar hanno avuto accesso ai media in modo intenso pur non conoscendo le informazioni di chi era in prima linea e non avendo esperienza specifica»...
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=lockdown
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