BIOGRAFIA

15.9.21

GREEN PASS: OBBLIGATORIO PER TUTTI, MA NON IN PARLAMENTO!

 

foto Gilan

di Gianni Lannes

Due pesi e due misure. Assenza di obbligo per i politicanti covidioti. Adesso sono in corso le valutazioni circa l’estensione del cosiddetto green pass, ovvero della coercizione in nuovi ambiti. Eppure il certificato discriminatorio non sarà obbligatorio in Parlamento: deputati e senatori potranno accedere e votare anche senza il documento che comprova vaccinazione, guarigione o tampone negativo. Così ben 630 deputati e 315 senatori, senza contare tutto il personale del Parlamento, pur stipati in due aule, sono esentati dal lasciapassare insanitario. Perché mai questa arroganza istituzionale e questa siderale distanza dai cittadini? Proprio i politicanti italidioti che per ironia della sorte vogliono introdurre l’obbligo coercitivo (già ricattatorio) del siero sperimentale a tutti i sottomessi, a tutti gli effetti sono esentati dal green pass.

Tale Orfini del Partito democratico ha dichiarato che se si introducesse l’obbligo di esibire l’infame tessera verde per accedere all’Aula si violerebbe un principio fondamentale della Costituzione repubblicana. Ben detto. Per lo stesso motivo bisognerebbe impedire l’infame tessera verde per accedere nelle scuole per gli insegnanti o per accedere nei luoghi di lavoro, nei mezzi pubblici di trasporto, nonché nei musei. In Italia, improvvisamente non sono più diritti costituzionali l’istruzione, l’insegnamento, il lavoro e l’assemblea e tanto altro ancora.

È doveroso che il legislatore dia il buon esempio: è opportuno che l’obbligo di green pass imposto a ristoranti, musei, sale da concerto e simili riguardi anche gli ambienti parlamentari. È evidente che l’obbligo sanitario andrebbe esteso anche al personale che frequenta i due palazzi. Avendo previsto il green pass per i dipendenti di aziende private, per il personale sanitario e, ora, per quello scolastico, davvero non si capirebbe il senso di un’eventuale esenzione per chi lavora in un luogo tanto affollato di scansafatiche come il Parlamento.

In qualunque comunità in cui si vive insieme vi sono delle regole. Nel nostro paese queste regole sono le leggi, un tempo decise dal sovrano, dal 1948 invece dal Parlamento eletto dai cittadini, quindi sono regole scelte dalla maggioranza della popolazione. La violazione palese di queste regole - come nel caso italiano - crea una rottura di questo patto sociale. La collettività in ragione della gravità della violazione delle regole da parte del capo dello Stato, del governo Draghi e del Parlamento, ha tutto il diritto costituzionale (e dunque legale) di reagire alla dittatura tecnocratica, con una ribellione di massa..

Ma quanto durerà l’infame tessera discriminatoria? Finché durerà la falsa emergenza che - ufficialmente - scade il 31 dicembre 2021? Purtroppo l’emergenza infinità è la nuova normalità del totalitarismo tecnocratico. Insomma, la durata ormai infinita dell’emergenza è stata normalizzata ed interiorizzata da gran parte del corpo sociale. La storia insegna ma non ha scolari. Per questo motivo siamo condannati a riviverla. 

Quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere.


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