foto Gilan |
di Gianni Lannes
L'orrore quotidiano va in onda sotto i nostri occhi ormai indifferenti. Aveva colto nel segno lo scrittore José Saramago: "Siamo ciechi". Nessun individuo intellettualmente onesto può escludere che l’Italia sia da decenni un luogo di ‘transito’ per organi umani sottratti con violenza a piccoli e indifesi malcapitati. Anzi, gli espianti a danno dei minori (neonati, bambini e ragazzi) sono un'evidenza nel Belpaese almeno dall'anno 1992. Altro che leggenda metropolitana, come intendono far credere all'opinione pubblica i trapiantologi di regime in camice sbiancato, sovente foraggiati dalle multinazionali farmaceutiche. Infatti, nel 1993 fu approvata dal Parlamento europeo una documentata risoluzione che denunciava l'orrore italiano che all'epoca, si consumava in Sudamerica, mediante finte adozioni. Singolare coincidenza: proprio l'Italia, alla stregua del Vaticano targato Bergoglio non ha ratificato la convenzione del Consiglio d'Europa contro la tratta di organi umani. Più recentemente alcune indagini giudiziarie nello Stivale (Lazio, Sicilia e Campania) hanno appena sfiorato il vaso di Pandora che ha il suo epicentro affaristico in Cina, Stati Uniti d'America, Israele ed Egitto. In Libia, chi non ha i soldi per pagare il viaggio verso l'Europa viene inesorabilmente assassinato e i suoi organi vitali vengono venduti ai trafficanti egiziani. In termini brutali: non si butta via niente. È quanto emerso in seno all’operazione “Glauco 3” condotta dalla Polizia di Stato di Palermo e Agrigento in cui i retroscena legati al traffico di esseri umani sono emersi dalle dichiarazioni di Nuredin Wahabrebi Atta, un trafficante divenuto collaboratore di giustizia. Comunque, sempre in Italia la donazione “legale” di organi avviene tramite una modalità normativa addirittura estorsiva. Inoltre, gli sviluppi avvenuti in seno all’immunologia e la messa a punto di nuovi e potenti farmaci anti-rigetto, come la ciclosporina, hanno permesso una maggiore irrilevanza della corrispondenza tra i tessuti dei donatori e i destinatari. Esiste un fenomeno agghiacciante e oscuro, oggetto di un vero e proprio mercato che coinvolge migliaia di persone, ma a cui viene dedicata scarsa attenzione: il traffico di organi.
Il Corriere della Sera, 25 marzo 1992 |
L’OMS stima che il 10 per cento dei principali trapianti che ogni anno si svolgono nel mondo sia di provenienza illegale e secondo i dati del progetto Counter-Trafficking Data Collaborative, gestito dall’International Organization for Migration, a inizio Aprile 2020 il fenomeno del traffico di persone e di organi umani coinvolge più di 91 mila casi, afferenti a 169 Paesi diversi. Di sovente si ipotizzano legami fra il fatto in esame e la scomparsa improvvisa di individui, specialmente minori e clandestini, che si sospetta essere stati rapiti e privati della vita al fine di prelevarne e utilizzarne gli organi. In Italia dal 1974 ad oggi, secondo i dati ufficiali della Polizia di Stato - sono spariti per sempre circa 5o mila minori.
La commercializzazione del traffico di organi si basa sull’interazione tra trafficanti, brokers internazionali e professionisti sanitari coinvolti nel reclutamento e nel trasporto di donatori e riceventi. Alla base delle ragioni di questo “mercato”, vi è la lunghezza delle liste di attesa per ottenere un trapianto e l’urgenza che molti pazienti hanno a causa di malattie terminali. Nonostante le liste tengano conto dei due criteri, spesso la disponibilità di organi non riesce a soddisfare le richieste. Ciò favorisce, anche per colpa di alcuni Paesi compiacenti e di una legislazione internazionale in materia ancora non ben definita (nonostante gli aggiustamenti), la diffusione planetaria di questo fenomeno criminale.
L’assenza di una definizione concordata del crimine a livello mondiale ostacola notevolmente gli sforzi per combatterlo. Nella maggior parte dei casi, i trapianti illegali tendono a essere camuffati mediante donazioni altruistiche. Gli organi illecitamente acquistati divengono organi “legittimi” grazie all’integrazione nelle istituzioni sanitarie tradizionali e nei servizi sanitari nazionali – anche dell'Unione europea - che seguono il malato dopo l’intervento, rendendo questi trapianti dei crimini invisibili.
Fino alla fine degli anni '90 il fenomeno del traffico di organi umani era limitato principalmente alle regioni del Subcontinente indiano e al sud-est asiatico. I destinatari di questi organi provenivano dagli Stati del Golfo, dal Giappone e da altri Paesi asiatici. Ad oggi, a seguito di una più severa applicazione della legge contro la tratta nell’Europa orientale, nelle Filippine e nel Subcontinente indiano, il traffico di esseri umani per la rimozione di organi ha iniziato a spostarsi in America Latina e Nord Africa, regioni in cui la crisi economica e l’instabilità sociale e politica costituiscono delle opportunità d’oro per i trafficanti di esseri umani.
In senso giuridico, per traffico di organi secondo quanto stabilito durante il vertice di Istanbul nel 2008 si intende: «il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l’occultamento o la ricezione di persone viventi o decedute o dei loro organi attraverso la minaccia, l’uso della forza o di altre forme di coercizione oppure mediante il rapimento, la frode, l’inganno, l’abuso di potere o lo sfruttamento di una posizione di vulnerabilità». Il termine “traffico di organi” considera al suo interno tre modalità in cui l’espianto si esplicita: organi comprati, venduti e trapiantati nel Paese del donatore; organi trapiantati nel Paese del ricevente; organi trapiantati in un Paese terzo, scelto per la sua legislazione tollerante e per la presenza di medici compiacenti.
Sebbene il numero di segnalazioni sulle vittime della tratta di esseri umani a fini di espianto di organi sia aumentato, solamente 700 vittime sono state individuate in 25 paesi nel periodo 2006-2019, anche in conside3rzzione del giro d'affari e dell'omertà istituzionale delle autorità governative e sanitarie. Il Global Financial Integrity di Washington, fondazione no-profit considerata uno dei più importanti centri di analisi sui flussi finanziari illeciti, ha calcolato che circa il 10 per cento dei 180 mila trapianti praticati ogni anno è illegale, e frutta al mercato nero e alle mafie fino a 1,4 miliardi di dollari.
Secondo i dati del progetto Counter-Trafficking Data Collaborative, gestito dall’International Organization for Migration (IOM), all'inizio aprile 2020, il fenomeno del traffico di persone e di organi ha coinvolto più di 91 mila casi, afferenti a 169 Paesi diversi. Questa stima comprende le vendite dei cinque organi maggiormente richiesti sul mercato: reni, fegato, polmoni, cuore e pancreas. I primi due, che possono provenire anche da donatori viventi, sono i più comuni e meno costosi. I trapianti di organi interi hanno invece un prezzo più elevato perché richiedono donatori deceduti.
Solamente nel 2004 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha esortato i governi a prendere misure contro questo crimine e a proteggere i più vulnerabili. Tali sforzi sono culminati con la sottoscrizione della cosiddetta Dichiarazione di Istanbul nel maggio del 2008, in cui più di 150 ricercatori scientifici di 78 Paesi diversi hanno concluso che i trapianti a fini commerciali, il traffico di organi e il “turismo dei trapianti” dovrebbero essere pratiche universalmente vietate. Per “turismo dei trapianti” si intende quella tipologia di trapianti illegali all’estero, mercato che coinvolge potenziali destinatari che si recano nel Paese di origine del donatore per sottoporsi all’intervento chirurgico.
La maggior parte degli organi trapiantati clandestinamente in Europa deriva dai migranti provenienti dall’Africa e dal Medio Oriente (a cui non a caso l'eterodiretto sistema politico ha spalancato le porte), in fuga da povertà, dittature e guerre indotte dall'Occidente: è questa la categoria più debole e fragile e quindi la più “accessibile” al mercato.
Nel 2018, l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) ha stimato che circa 40 milioni di persone sono state vittime della tratta di esseri umani: circa il 90 per cento di tutti i casi rilevati riguardava lo sfruttamento sessuale o il lavoro forzato, mentre il restante 1 per cento dei casi è spesso raggruppato nella categoria “altre forme”, inclusa appunto la rimozione forzata di organi.
In più Paesi del Medio Oriente, il commercio illegale di organi esiste da decenni. Nello specifico, la tratta di esseri umani per rimozione di organi riguarda principalmente i migranti sub-Sahariani. Il caso dell’Egitto è emblematico, così come quello della Libia, dove chi non riesce e pagare il viaggio viene ucciso e i suoi organi venduti ai trafficanti. Solo chi non vuol vedere l'orrore in diretta, nonché gli interessati dal lucro, seguita a negare l'evidenza.
Secondo un rapporto della Commissione europea tra il 2013 e il 2014 i Paesi UE hanno registrato 15.846 vittime della tratta degli esseri umani. Tre quarti di loro, il 76 per cento, sono donne e ragazze. Due vittime su tre, ben il 67 per cento, hanno subito uno sfruttamento sessuale, il 21 per cento altri tipi di sfruttamento e lavoro forzato mentre il 12 per cento è stato vittima di servitù domestica, obbligate o a mendicare o sottoposte al prelievo degli organi.
In Sudamerica, Organs Watch, una Ong che tiene traccia delle vendite illegali di organi, stima che vengano venduti sul mercato internazionale sudamericano all’incirca 20.000 reni all’anno per un prezzo di circa 150 mikla dollari a intervento. Nello specifico, uno studio del 2005 per Foreign Policy, ha rilevato che un rene viene venduto in media per 10 mila dollari in Perù e circa 6 mila dollari in Brasile, offrendo ai broker un potenziale margine di profitto di oltre il 1000 per cento. Secondo un rapporto di CQ Global Researcher, spesso le vittime vengono attirate attraverso l’offerta di un lavoro (all’interno del circuito illegale) prima di rapirle e minacciarle di morte nel caso in cui rifiutino di sottoporsi all’intervento. Il caso della Nigeria con diramazioni finanziarie in Italia e USA è il più emblematico, ha rilevato un'inchiesta dell'FBI approdata nella Penisola tricolore.
Negli ultimi tempi il lucroso affare ha visto una crescita esponenziale grazie anche a Internet. Facebook è divenuto il principale canale attraverso cui concludere gli affari. Mettersi in contatto con un acquirente è ormai divenuto estremamente facile: ne è un esempio la pagina “Kidney urgently needed” con sede in India, che pubblicizza i suoi interventi includendo il listino prezzi.
La Convenzione del Consiglio d’Europa di Oviedo del 1997 rappresenta il primo strumento giuridico internazionale obbligatorio volto a proteggere la dignità, i diritti e le libertà dell’essere umano da ogni forma di abuso dei progressi biomedici, partendo dall’idea che l’interesse del singolo individuo deve prevalere su quello della scienza o della società. In particolare, tale Convenzione pone il divieto di prelievo di organi o di tessuti non rigenerabili da persona non avente la capacità di prestare validamente il proprio consenso. In materia, al Protocollo aggiuntivo del 2002 hanno fatto seguito la Convenzione delle Nazioni Unite del 2000, la Convenzione del Consiglio d’Europa del 2005 e, da ultimo, la Convenzione del Consiglio d’Europa di Santiago contro il traffico di organi, adottata il 9 luglio 2014. Quest’ultima invita i governi a rendere il prelievo illecito di organi, tanto da donatori viventi quanto da deceduti, infrazione penale. L'Italia, nonostante gli altisonanti proclami, non ha ratificato alcuna di queste convenzioni a protezione della vita umana. E a tutt'oggi, dopo 5 anni, Palazzo Chigi non ha ancora fornito una risposta all'interrogazione 4/05225.
Riferimenti:
Gianni Lannes, Bambini a perdere, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2016.
Franca Porciani, Patrizia Borsellino, Vite a perdere. I nuovi scenari del traffico d'organi (Franco Angeli, Milano, 2018.
https://www.declarationofistanbul.org/
https://www.gfintegrity.org/wp-content/uploads/2017/03/Transnational_Crime-final.pdf
https://www.state.gov/wp-content/uploads/2019/06/2019-Trafficking-in-Persons-Report.pdf
https://www.ctdatacollaborative.org/global-dataset-0
https://course.declarationofistanbul.org/
https://www.ilo.org/wcmsp5/groups/public/@dgreports/@dcomm/documents/publication/wcms_575479.pdf
https://unsmil.unmissions.org/sites/default/files/libya-migration-report-18dec2018.pdf
https://edition.cnn.com/videos/world/2017/11/13/libya-migrant-slave-auction-lon-orig-md-ejk.cnn
https://www.coe.int/it/web/conventions/full-list/-/conventions/treaty/164
https://www.youtube.com/watch?v=Huukgi7GXTk&t=2s
http://www.trapianti.salute.gov.it/trapianti/homeCnt.jsp
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=964378
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-8-2019-000184_IT.html
https://www.lastampa.it/politica/2009/01/30/news/minori-in-italia-traffico-d-organi-1.3708
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2021/07/1353-minori-scomparsi-in-italia-nel-2021.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=minori
https://www.coe.int/it/web/conventions/full-list/-/conventions/treaty/216
https://www.camera.it/_bicamerali/leg14/infanzia/leggi/Legge%20176%20del%201991.htm
https://www.interno.gov.it/it/notizie/persone-scomparse-commissario-incontra-istituzioni-e-associazioni-volontariato-0
https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/immigrazione/focus-on/minori-stranieri/Pagine/Dati-minori-stranieri-non-accompagnati.aspx
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/02/macelleria-di-minori-in-italia.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=organi+umani
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/02/bambini-perdere-in-italia.html
https://books.google.it/books?id=7zlxDwAAQBAJ&pg=PT143&lpg=PT143&dq=porciani%2Bvite+a+perdere%2Blannes&source=bl&ots=6m3h_F_Hfo&sig=ACfU3U17lJ2rBNkQC7DaL_TawbBHw5OcHQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwjHi5SJ8d_nAhWK-6QKHbqHCSUQ6AEwCnoECAoQAQ#v=onepage&q=porciani%2Bvite%20a%20perdere%2Blannes&f=false
https://www.affaritaliani.it/cronache/mafia-nigeriana-da-25-anni-in-italia-traffico-organi-media-sottovalutano-580466.html
https://espresso.repubblica.it/plus/articoli/2019/08/28/news/mafia-nigeriana-prostituzione-traffico-organi-1.338159?refresh_ce
http://news.bbc.co.uk/2/hi/africa/3483581.stm
https://www.nazioneindiana.com/2008/12/19/il-mercato-degli-organi-il-buco-nero-della-globalizzazione/
Cronache terrestri del XXI secolo
A Istanbul la polizia arresta quattro persone con l’accusa di trafficare in organi appoggiandosi ad alcuni ospedali compiacenti della città turca. Secondo le prime ricostruzioni la banda girava per le periferie più povere della metropoli in cerca di persone disposte a cedere un organo; gli ospedali garantivano espianto e innesto a facoltosi riceventi. Secondo la polizia turca l’affare aveva già reso diversi milioni di lire turche. Intanto, una donna viene arrestata all’aeroporto di Salonicco. Nel suo bagaglio, proveniente da Mosca, una scatola avvolta in polistirolo speciale contenente cellule umane. Dalle prime analisi si trattava di cellule utili per il trapianto della cornea. La donna ha detto di non sapere nulla di quel pacchetto che avrebbe dovuto consegnare a un’amica di una agenzia turistica. Pochi giorni dopo la polizia di Pristina, in Kosovo, arresta quattro persone accusandole di traffico illegale di organi, due donne e due uomini di origine albanese. Ci sono una serie di perquisizioni in alcune cliniche private e in un paio di computer saltano fuori sette file sospetti. Ai quattro vengono sequestrati telefonini, documenti e poche centinaia di euro. Le indagini sono in corso, in un primo momento si parla di ‘chiare evidenze’. Nel 2008 a Pristina venne chiusa una ‘clinica degli orrori’ dove si praticavano regolarmente trapianti illegali grazie alla connivenza di medici turchi e kossovari. Trapianto del rene in primis. Si calcola che degli oltre centomila trapianti di rene che si svolgono all’anno in tutto il mondo circa 10mila, il 10% sia illegale (fonte OMS). Alla clinica di Pristina vengono fatte risalire operazioni bancarie per quasi un milione di euro. I medici, Lufti Dervishi e il suo anestesista, si facevano pagare 100mila euro a operazione. Il donatore riceveva circa 15 mila euro. Il medico, e proprietario della clinica, è stato condannato in primo grado ma ha fatto appello, accolto in prima istanza per errori procedurali e poi nuovamente impugnato. Nel maggio 2019 un'inchiesta di Al Jazeera scoperchia un altro giro illegale di organi tra Egitto e Yemen (paese in cui vendersi un rene non è un reato) attivo dal 2014 e che vede la complicità di un ospedale egiziano e del consolato yemenita al Cairo. A fine mese a Lagos, Nigeria, l’agenzia ONU per l’immigrazione emette un avviso di allerta alla popolazione in cui si dice di diffidare di alcune offerte di lavoro in Medio Oriente, con tanto di viaggio gratis per raggiungere la destinazione, perché potrebbero trattarsi di trappole ad opera di trafficanti di organi.
Nessun commento:
Posta un commento
Gradita firma degli utenti.