foto Gilan |
Quale memoria se la stagione corrente torna al passato remoto e ne assume i peggiori connotati totalitari? Quale memoria se lo Stato di diritto viene trasformato in regime autoritario? Quale memoria se la democrazia in Italia è ancora incompiuta dal 1948 e ora prevale la tecnocrazia? La via educativa è apprendere attraverso l'immaginazione e il gioco. La funzione pedagogica della scuola (trasformata purtroppo prima in un'azienda e adesso in una caserma), è quella di insegnare a pensare criticamente, non ad osservare, peggio degli automi, assurde norme comportamentali. E' tempo che gli insegnanti, se sono davvero tali, smettano istantaneamente di obbligare continuamente bambini e ragazzi a tenere ossessivamente la mascherina ben calzata sul viso in aula durante le lezioni, ad annichilire il respiro, ad annientare il pensiero critico. E' vero, non sono stati loro ad aver introdotto questo obbligo militaresco, indubbiamente fuorilegge, insensato e disumano, ma lo fanno pedissequamente eseguire - sovente trattando gli alunni come subordinati - ogni giorno e in ogni istante. Non c'è bisogno, almeno dal punto di vista etico, di una sentenza del Consiglio di Stato, per ribadire che la libertà personale è inviolabile (articolo 13 della Costituzione repubblicana italiana), ovvero un diritto universale. Non c'è dogma che tenga o peggio, una verità assoluta e insindacabile da rispettare. L'obbedienza non è una virtù (don Milani). Nessun diritto può prevalere su un altro, nessun diritto è più importante della vita con dignità e della libertà.
Gianni Lannes
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