di
Gianni Lannes
Ecco
l'Italia del futuro già presente: il trionfo della tecnocrazia che
spazza via i brandelli di democrazia. L'emergenza sanitaria è solo
un pretesto per annichilire la libertà dei mansueti italopitechi. Parlamento esautorato ormai definitivamente. I
cosiddetti esperti in materia economico e sociale, guidati da mister
Vittorio Colao, hanno sfornato il mostro totalitario, mascherato e scopiazzato in alcuni passaggi da un libro sull'università, firmato anche da uno dei componenti della commissione. Tutto passa
fondamentalmente attraverso la digitalizzazione del belpaese, vale a
dire il controllo elettronico di ogni cittadino, anche mediante il telefono
portatile. Si va, infatti, dalla forte limitazione del denaro
contante, all'accelerazione del pericoloso 5G. E poi altri interventi peggiorativi sulle infrastrutture, sul turismo, sul codice degli appalti e sulla
fiscalità, rispolverando il progetto del discusso Ponte sullo
Stretto, tanto caro alla mafia; insomma, deregulation, per
voler usare un inglesismo abusato dagli estensori di questo
sangherato piano capitalista, in salsa eugenetica. Per non parlare di scuola e
sanità pubblica. Nel primo settore alla fine dell’anno scolastico il governicchio grulpiddino non ha combinato nulla di positivo per cercare di creare i
presupposti per una didattica autentica (in presenza) che segni una
inversione di tendenza, rispetto alle croniche criticità che
caratterizzano il nostro sistema educativo, dalla precarietà del
personale docente, fino alle classi pollaio e l’annosa questione
della agibilità degli edifici. In altri termini , sulla scuola è un
trionfo della linea aziendalista, con continui riferimenti allo
stretto rapporto tra sistema educativo e imprese. Sulla sanità al di
là degli impegni dichiarati e i primi inadeguati investimenti, per
ora non si vedono chiare inversioni di tendenza. Rilancio?
Piuttosto, affondamento dello Stivale con annessa precarietà a vita,
però legalizzata.
Riferimenti: