di
Gianni Lannes
Come
da copione preconfezionato, il governo grulpiddino ha prorogato fino
al 31 gennaio 2021 lo stato di “emergenza sanitaria”. Lo ha
stabilito l'articolo 16 del cosiddetto decreto Rilancio. In sostanza,
il sedicente “avvocato del popolo” può tenere agli arresti
domiciliari l'Italia intera per altri sei mesi, prorogabili per un
altro anno. Prima conseguenza: non ci saranno le elezioni
amministrative in ben 7 Regioni, nonché in numerose città e tanti Comuni.
L'accentramento dei poteri nelle mani del Presidente del Consiglio pro tempore,
pur in una situazione di emergenza, grazie anche alla latitanza del
Parlamento e delle forze politiche, può rappresentare un pericoloso
precedente per la democrazia.
La
norma recita che «i
termini di scadenza degli stati di emergenza dichiarati ai sensi
dell’articolo 24, del decreto legislativo 2 gennaio 2018 (Codice
della protezione civile, ndr) sono prorogati per ulteriori sei mesi».
Questa proroga, se sarà confermata - sicuramente - in sede di
conversione da parte del Parlamento, consente alla presidenza del
Consiglio di poter decretare altri lockdown e altre
restrizioni come quelle finora imposte dal Conte bis, sulla base
delle valutazioni delle task-force sanitarie. Al comma 3
dell’articolo 24, del decreto legislativo 2 gennaio 2018, è
previsto testualmente che «La
durata dello stato di emergenza di rilievo nazionale non può
superare i 12 mesi, ed è prorogabile per non più di ulteriori 12
mesi». In base a ciò
verrà valutato dai comitati tecnici di Palazzo Chigi, a fine anno il
governo potrà prorogare lo stato di emergenza per altri sei mesi o
un altro anno.
Il
sistema di monitoraggio, introdotto con il decreto del ministero
della Salute del 30 aprile 2020, sui dati epidemiologici e sulla
capacità di risposta dei servizi sanitari regionali è "uno
strumento fondamentale per la gestione della fase 2", ha
dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza in un video
messaggio. "Se dovessero esserci segnali di allarme - ha
spiegato il ministro - i decisori politici a livello nazionale e
regionale saranno in grado di intervenire nel più breve tempo
possibile". Le restrizioni del lockdown "ci
consegnano un quadro positivo", commenta Speranza. Il presidente
dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, in un secondo
intervento video ha specificato che "in gran parte del
Paese la circolazione del virus è molto contenuta", sebbene ci
siano ancora "diversi focolai dove è importante mantenere alta
l'attenzione". Dunque,
la stagione della decretazione fuorilegge d'urgenza non è terminata.
Con il continuo susseguirsi di decretini, dpcm, ordinanze nazionali,
regionali e comunali, la confusione interpretativa ha complicato e
complicherà la già difficile vita di tutti.
Restrizioni
e misure di contenimento risultano incostituzionali, inadeguate e
controproducenti. Il governicchio del Conte bis ha privato gli
italiani della libertà trasformandoli d'ufficio in “malati” col
pretesto dell'emergenza sanitaria.
La
dichiarazione dello "stato di emergenza" datata 31 gennaio
2020 ha portato a partire da marzo, all'adozione da parte del Governo
di misure estremamente restrittive delle libertà personali nei
confronti dei cittadini su tutto il territorio nazionale. Misure
suggerite dal cosiddetto "Comitato tecnico scientifico" sul
modello cinese che inizialmente sarebbero dovute durare 2 settimane
in base al regolamento sanitario internazionale, prorogate poi di
volta in volta. La campagna mediatica "unidirezionale" che
ha preparato e accompagnato queste misure ha di fatto avuto l'effetto
di scatenare il panico tra le persone, convincendole della necessità
indimostrata di tali misure, per “tutelare” la salute di tutti,
in particolare degli anziani, inducendoli ad accettare senza alcuna
resistenza una limitazione delle proprie libertà personali che non
ha precedenti nella storia repubblicana.
Un
silenzio assordante. La versione veicolata dai mass media volta a
suscitare il terrore del coronavirus ha praticamente convinto tutti,
senza distinzione di istruzione o ceto sociale, senza che da nessuna
parte si sollevassero dubbi o obiezioni. Nessuna voce si è levata
nemmeno da parte di giuristi, magistrati o avvocati, anche loro
completamente soggiogati dalla paura.
Il
sacrificio della libertà è davvero legittimo in uno Stato di
diritto? L'epidemia teorizzata dalle autorità italiane può
effettivamente costituire una emergenza tale da giustificarla - anche
da un punto di vista costituzionale - valutando in tal caso se le
misure di contenimento del “virus” possano considerarsi adeguate
e proporzionate al risultato che si vuole ottenere?
Nel
nostro ordinamento costituzionale non è previsto espressamente lo
“stato di emergenza”. La dichiarazione di uno stato di emergenza
è prevista unicamente da una fonte legislativa (Decreto Legislativo
1/2018 - Codice della Protezione Civile), la quale attribuisce poteri
straordinari al presidente del Consiglio che può procedere anche in
deroga alle disposizioni di legge, ma comunque nei limiti e secondo i
criteri indicati nella dichiarazione e nel rispetto dei principi
dell'ordinamento giuridico e solo per un tempo massimo di 12 mesi. Se
è vero che il Presidente del Consiglio può derogare alle
disposizioni di legge, è pur vero che per restringere diritti
costituzionalmente garantiti occorre procedere con atti aventi forza
di legge. Ad esempio la libertà personale (articolo 13 della
Costituzione) e la libertà di circolazione (articolo 16 della
Costituzione) prevedono la possibilità di stabilire dei limiti al
loro esercizio per motivi di sanità o sicurezza, ponendo però una
espressa riserva legge. Anche se attraverso un atto avente forza di
legge, occorre che la limitazione delle libertà personali sia
sorretta da un'effettiva situazione di emergenza. Il
problema è stabilire la vera natura di tale emergenza. Il disastro
ospedaliero è dovuto al virus, oppure alle scelte politiche che
hanno smantellato la sanità pubblica?
Al
17 maggio 2020 il numero dei morti per coronavirus comunicato dalla
Protezione civile è di circa 31.908 soggetti. Questa cifra,
tuttavia, non corrisponde al numero reale dei morti provocati dal
nuovo coronavirus. Infatti comprende tutti i morti (cui è stato
riscontrato il virus, ma che avevano anche altre patologie e che sono
morti per altre cause). Infatti dai dati dell'Istituto Superiore
della Sanità alla data odierna, i morti solo per coronavirus senza
altre patologie sono soltanto meno dell'1 cento del totale. Il numero
totale dei trapassati fornito dalla Protezione Civile è un falso, che avevo già smascherato a marzo.
Infatti, tale numero è viziato non solo per eccesso ma anche per
difetto. Infatti, in Italia fino ad oggi sono stati realizzati solo
pochissimi tamponi e molte persone sono morte senza che gli sia mai
stato diagnosticato il Sars CoV-2. Allora, diamo un'occhiata ai numeri
della mortalità relativi agli anni precedenti. Il presidente
dell'ISTAT, Blangiardo, ha comunicato i numeri della mortalità
dell'anno scorso: 647.000 morti (in linea con gli anni precedenti). Analizziamo le cause nel dettaglio. Gli ultimi dati
aggiornati - disponibili - sono relativi al 2017: 230.000 morti per
malattie cardiocircolatorie, 180.000 morti di tumore, 53.000 morti
per malattie respiratorie (663 morti per complicazioni dovute ad
influenza e 13.516 per polmonite). 31.908.000 morti per coronavirus
(se anche fosse una cifra veritiera) sono sempre un numero enorme.
Ma se lo confrontiamo con i dati rilasciati dall'Istat, non arriva
nemmeno al numero che ogni anno abbiamo per morti di malattie
respiratorie (53.000). E non è nemmeno lontanamente comparabile al
numero di trapassati per malattie cardiocircolatorie e per tumore. Se
poi lo paragoniamo al numero di decessi giornalieri (650.000/365 pari
a 1.772 decessi al giorno) il confronto diventa impari.
Il numero di decessi che si
verificano ogni anno per infezione contratta in ospedale è pari a 49.000
decessi, quasi uguale al numero di decessi per malattie respiratorie.
È una strage
sottovalutata, visto che l'Italia conta il 30 per cento di tutte le
morti per infezione ospedaliera nei 28 Paesi UE e che in 13 anni (dal
2003 al 2016) il tasso di mortalità è raddoppiato, riguardando
prevalentemente individui anziani dai 75 anni in su (fonte: Ansa -
15.05.2019). Alla luce di questi dati, possiamo davvero definire
questo virus coronato un' emergenza? O c'è forse qualcosa che non
funziona nel sistema sanitario, considerando anche che il fenomeno
delle morti per infezione ospedaliera è facilmente sovrapponibile a
quello delle morti per coronavirus, sia perché riguarda
prevalentemente le persone anziane sia per la modalità di
trasmissione in ospedale? La strategia adottata dal governicchio bis
Conte è davvero riuscita ad evitare il decesso degli anziani, oppure non è invece una risposta propagandistica dettata
dall'incompetenza? Quanti anziani sono morti nelle case di riposo per
infezioni - ivi contratte - perché le Regioni hanno disposto presso
di esse lo spostamento dei pazienti Covid-19 e perché i sanitari non
adottavano le opportune precauzioni? Quanti anziani sono morti da
soli in casa, abbandonati perché i parenti non potevano andare a
trovarli, o perché malati senza essere assistiti dalle strutture
sanitarie o solo perché avevano paura di andare in ospedale ove
temevano di contrarre il coronavirus? Quante persone, tra cui molti
anziani, hanno contratto il Sars CoV-2 proprio in ospedale, dove il
virus ha in effetti iniziato a diffondersi nelle regioni del nord?
Quante persone sono morte perché a causa del terrore mediatico hanno
sovraffollato gli ospedali, invece di essere curati a casa dove
ancora adesso si continua a non fare tamponi? Quante persone sono
morte per altre patologie perché tutti gli interventi e le terapie
non urgenti sono state sospese per il coronavirus? Soprattutto quante
persone sono morte e moriranno ancora a causa della cosiddetta
“cura”?
Due
dei concetti più pericolosi in democrazia sono quello di “emergenza”
e “bene comune”. Chi decide cosa è emergenza e cosa è bene
comune? Molto spesso dietro queste parole si nasconde una tipica
manovra di manipolazione che fa leva al tempo stesso sulla paura, sul
senso morale, sull'altruismo, sul senso di colpa. Mentre in genere
l'emergenza ed il bene comune coincidono con gli interessi personali
di chi sta cercando di manipolarci. Ecco il ritornello: «Devi
farlo per gli altri...per gli anziani...per i bambini. Devi rimanere
a casa per il bene di tutti. Se esci sei un criminale... sei un
irresponsabile...metti a rischio la salute delle persone. Ci dobbiamo
sacrificare per il bene di tutti».
Una delle strategie più efficaci per convincere le persone è
proprio quella di far loro credere che quello che stanno facendo “è
nel loro interesse”.
In
RAI, nella trasmissione domenicale di Fazio, il televirologo Burioni
ha detto che in futuro quando usciremo da casa dovremo tutti
abituarci a considerarci dei “malati”. È
questa la direzione in cui ci hanno dirottato in massa. Abbiamo
rinunciato alla nostra libertà e dignità in cambio della mera
sopravvivenza. Abbiamo abdicato alla democrazia piegandoci alla
dittatura della cosiddetta “scienza”, affidando a quest'ultima il
potere di decidere delle nostre vite. Eppure, la medicina
non sia una scienza, ma una tecnica e non possa fornire alcuna
certezza.
A
proposito: chi è il responsabile della disastrosa situazione
economica? Gli italiani o il governicchio italidiota, che ha
costretto gli italiani a sospendere ogni attività lavorativa e a
rinchiudersi a casa pur in assenza di una reale emergenza alla luce
dei dati appena menzionati? Ora politicanti, televirologi,
giornalisti ed intellettuali della domenica cominciano a rendersi
conto di dover fare i conti con le conseguenze delle scelte
effettuate? Ma chi ha sostenuto questa scelta a testa bassa
alimentando una campagna mediatica a senso unico dove ogni voce che
canta fuori dal coro viene censurata ed additata? Di certo non gli
italiani che sono stati di fatto obbligati ad accettare una cura che
si è loro imposto con il terrore virus e la retorica. Ma adesso chi
paga? Ovviamente, gli italiani. E non solo dal punto di vista
economico. Perché la crisi economica incombente porterà non solo
tante persone a ritrovarsi disoccupate e a chiudere l'attività, ma
le porterà anche verso la depressione, la malattia e infine la
morte. Proprio quello che si voleva evitare con la cura. Non a caso,
Confindustria prevede un calo del Pil del 10 per cento nei primi 2
trimestri rispetto all'anno scorso e del 6 per cento su base annuale.
Non
è detto che la cura sia stata veramente utile, se è vero che i
morti sono dovuti più all'inefficienza del sistema sanitario che al
virus. In questo caso tutti i miliardi che si sono persi fermando il
Paese sarebbero potuti essere meglio utilizzati proprio per
migliorare la sanità. Questa scelta effettuata dal governo bis Conte
non solo non eviterà la perdita di vite umane, ma causerà nei mesi
a venire molti più morti di quelli che avrebbe dovuto evitare
proprio per i problemi economici e sociali derivanti dalla cura.
Il
principio di proporzionalità rappresenta un principio costituzionale
generale che costituisce un limite all'esercizio del potere pubblico,
in particolare in tema di limitazione di diritti costituzionalmente
garantiti, sotto il triplice profilo dell'idoneità, della necessità
e dell'urgenza. La limitazione di un diritto costituzionalmente
tutelato sarebbe illegittima ove fosse carente sotto uno di questi
tre profili. Ora, qual è lo scopo delle misure di restrizione delle
libertà personali se non appunto evitare la diffusione del virus in
modo da tutelare la salute di tutti i cittadini? Bisogna pertanto
operare un bilanciamento tra libertà personali e diritto alla salute
alla luce del principio di proporzionalità. Adesso appare evidente
come la restrizione delle libertà personali ed il blocco economico
non può affatto ritenersi percorribile in particolare nel lungo
termine, in quanto inadeguata ad ottenere il risultato prefissato che
è evitare la diffusione del virus e preservare la salute delle
persone. Infatti, è
stato ampiamente dimostrato che i contagi avvengono soprattutto negli
ambienti chiusi, nell'ambito familiare e negli ospedali. Impedire
alle persone di uscire di casa non è la soluzione più intelligente.
Come neanche fermare il belpaese per le inevitabili conseguenze
economiche e sociali. isolamento dei contagiati sul territorio e
con la predisposizione di misure atte a consentire per il resto il
normale svolgimento della vita lavorativa e sociale. Ancora adesso,
dopo mesi di “emergenza” e di arresti domiciliari, le persone
continuano ad essere lasciate a se stesse in casa senza assistenza né
controlli, senza che venga effettuato alcun tampone per verificare la
presenza del virus ed accertarne successivamente la guarigione.
Quindi a cosa è servito fermare il Paese e gli italiani? Questo è
il comportamento di uno Stato serio? Questo atteggiamento vanifica di
per sé tutte le misure adottate e tutto il sacrificio fatto dagli
italiani. Non per l'irresponsabilità di alcuni, ma per
l'inadeguatezza dello Stato, centrale e regionale. Perché in tal
modo le misure di contenimento non contribuiranno affatto a fermare
la diffusione del virus, che si arresterà per conto proprio dal
momento che secondo alcune stime ha ormai già infettato più di 1/3
della popolazione. Non si può chiedere alle persone di rimanere a
casa limitando la loro libertà personale per tutelare la salute
pubblica, se poi non si effettuano tamponi e non le si assiste.
Perché è solo in questo modo che si può tutelare effettivamente la
salute pubblica, e non a chiacchiere fritte come i grulpiddini.
La
restrizione delle libertà personali può ritenersi legittima solo
per un tempo determinato e solo ove sia strettamente necessaria per
la salvaguardia della salute dei cittadini. Ma una soluzione di
ripiego non può diventare una soluzione permanente, in mancanza di
una seria strategia politica volta a contenere la diffusione del
virus, la cui palese mancanza di fatto rende inutili le misure
adottate. Una misura temporanea dettata da un momento iniziale di
panico (stare a casa) non può diventare "la strategia" di
lotta contro l'emergenza sanitaria, perché "non si sa cosa
fare" o non si hanno le risorse. Allo stesso modo, non si può
obbligare tutti i cittadini a sospendere le loro attività lavorative
se poi non si è in grado di mettere in campo misure effettive ed
immediate (e non solo blà blà blà) per sostenere le imprese ed i
lavoratori dal punto economico e fiscale.
Non è tutto. E se il collasso del sistema sanitario fosse dovuto non
solo ad errori politici e gestionali, ma anche ad errori di diagnosi
di medici e virologi che hanno detto tutto e il contrario di tutto,
contraddicendosi persino con se stessi? A quanto pare dalle rare
autopsie che sono state fatte di recente in Italia, emergerebbe una
realtà diversa da quella che gli esperti pontificavano a reti
unificate. I deceduti di Covid-19 sarebbero morti per insufficienza
respiratoria dovuta non a polmonite virale interstiziale, quanto
piuttosto a "trombo-embolia" innescata sempre dalla
risposta infiammatoria eccessiva del sistema immunitario. La terapia
intensiva, l'intubazione ed i respiratori non solo sarebbero stati
inutili, ma addirittura letali contribuendo significativamente al
decesso dei pazienti (9 morti su 10 ricoverati in terapia intensiva).
Avremmo risparmiato molte morti e si sarebbe evitato di
sovraccaricare inutilmente il sistema sanitario e le terapie
intensive dei vari ospedali. E quindi ci avrebbero segregati mesi a casa
per cosa?
In
conclusione, è evidente che le misure di contenimento adottate dal
governo del Conte bis sono effettivamente, non solo incostituzionali
ma anche inadeguate, irrazionali e addirittura controproducenti
ottenendo proprio l'opposto del risultato proposto. Come rilevano
alcune stime il contagio riguarderebbe ormai almeno un terzo della
popolazione italiana, dunque è ragionevole pensare che prima o poi,
il contagio si sarebbe arrestato. Le misure adottate hanno indotto
povertà economica, crisi sociale e psicologica, insomma più morti
in prospettiva di quelli che teoricamente si volevano evitare. Dal
punto di vista psicologico, si è creata una situazione che la
psicologia cognitiva chiama di “decisione in stato di incertezza”
che produce sempre una serie di bias (errori) decisionali e
comportamentali. Inizialmente, sono entrati in gioco due principi
psicologici fondamentali, quello della “riprova sociale” e
dell'”autorità”. Non sapendo come comportarsi, la politica ha
semplicemente "imitato" la soluzione repressiva cinese,
affidandosi all'autorità di esperti. Così è iniziato un
bombardamento mediatico atto a instillare nei cittadini il terrore
per il virus, con quotidiani bollettini di guerra, in modo da
convincerli della gravità della situazione e che stare a casa
fermando tutto il Paese fosse l'unica soluzione per salvarsi, facendo
loro accettare senza alcuna protesta una restrizione delle proprie
libertà, mai vista nella storia repubblicana. Ciò ha fatto leva su
uno dei maggiori bias che governa la mente umana: la paura di perdere
la salute e la vita. Inoltre si è utilizzata la retorica della
guerra contro il virus, utilizzando il principio cardine della
manipolazione di massa che è la “difesa contro un nemico” reale
o immaginario (il virus).
Siamo
sicuri che il diritto alla salute sia un diritto superiore agli altri
diritti costituzionalmente garantiti, di fronte al quale questi
ultimi possono venire sacrificati? Siamo sicuri che una vita senza
libertà sia anche una vita dignitosa? La storia insegna che è molto
facile perdere le libertà faticosamente conquistate, rinunciandovi a
poco a poco senza accorgersene.
Siamo
dinanzi ad una continua erosione della libertà delle persone e
medicalizzazione della società. La libertà individuale dei
cittadini è il cardine della democrazia. Una società democratica
poggia le sue fondamenta sulla libertà e non vi può essere diritto
superiore ad esso. Hanno già sospeso la libertà di movimento,
evitando così il pericolo di manifestazioni di protesta. Stanno
cercando di vietare il diritto di espressione, istituendo il
"Comitato della Verità" presso il Governo che con la scusa
del controllo delle fake-news effettuerà una censura nei confronti
di tutte le notizie e le opinioni divergenti da quelle ufficiali.
Siamo
già alla sottomissione psicologica: l'ignoranza, la visione miope e
l'avidità di una classe politica corrotta. Usare la mascherina ha
una doppia valenza psicologica: da un lato significa considerarsi
malati, dall'altro è il simbolo di un bavaglio imposto al cittadino.
Questo vuol dire che per uscire saremo tutti obbligati a indossare
una mascherina, un bavaglio, un guinzaglio e infine un microchip
sottocutaneo. Eppure, solo qualche mese fa tutti, compresi gli
esperti dell'Istituto Superiore di Sanità, sostenevano che le
mascherine erano del tutto inutili, se non certe mascherine
particolari e solo per gli operatori sanitari. Ora si acquistano
tonnellate di mascherine e
dunque sono diventate obbligatorie. Questo è il mondo in cui
vogliamo sopravvivere?
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
http://www.governo.it/it/articolo/decreto-rilancio-conferenza-stampa-palazzo-chigi/14600
http://www.governo.it/it/articolo/decreto-rilancio-conferenza-stampa-palazzo-chigi/14600
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https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1203754.pdf?_1588279335853
https://www.youtube.com/watch?v=rjyAOtJ8Enw
https://www.youtube.com/watch?v=rjyAOtJ8Enw
http://www.governo.it/it/articolo/consiglio-dei-ministri-n-45/14597
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=sciopero+fiscale
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=conte
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=mes
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=oro
https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=129337
https://off-guardian.org/2020/05/15/watch-uk-chief-medic-confirms-again-covid19-harmless-to-vast-majority/
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=sciopero+fiscale
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=conte
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=mes
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=oro
https://www.edscuola.eu/wordpress/?p=129337
https://off-guardian.org/2020/05/15/watch-uk-chief-medic-confirms-again-covid19-harmless-to-vast-majority/
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