(fonte: Enciclopedia britannica) |
di
Gianni Lannes
Altro che nuovo coronavirus (Sars CoV-2) confuso dall'ineletto Conte bis, il sedicente "avvocato del popolo" che ha recluso 60 milioni di italiani e liberato dalle patrie galere oltre 6 mila delinquenti e capi mafia, con la malattia conseguente (Covid-19). C'è molto di peggio in giro, qualcosa di letale, oltre al dilagante inquinamento industriale, militare, ecomafioso e nucleare.
Le onde radio hanno un influsso non benefico sulla fisiologia umana: non esistono potenze, pur minime, che siamo in grado di sopportare per lungo tempo. Il limite biologico all'esposizione di onde elettromagnetiche artificiali è zero, non può avere alla base un indicatore economico incentrato sul mero profitto finanziario di pochissimi, a danno di tantissimi. In Europa si registrano attualmente valori di campo elettromagnetico da un milione a un miliardo di volte più alti che nel 1950. Colpisce il silenzio, anzi l'omertà istituzionale e scientifica attorno a questo tema e la mancanza di una normativa europea ed italiana che preservi realmente la salute dell’essere umano e protegga l’ambiente (inclusi gli ecosistemi naturali e gli habitat umani), fornendo limiti di esposizione su basi biologiche (mac zero) e distanze di rispetto da queste potenti fonti di inquinamento. Come avevo documentato nell'anno 2012, attraverso il mio libro di inchiesta IL GRANDE FRATELLO, da tempo siamo assediati da un nemico invisibile e silenzioso: l’elettrosmog.
Le onde radio hanno un influsso non benefico sulla fisiologia umana: non esistono potenze, pur minime, che siamo in grado di sopportare per lungo tempo. Il limite biologico all'esposizione di onde elettromagnetiche artificiali è zero, non può avere alla base un indicatore economico incentrato sul mero profitto finanziario di pochissimi, a danno di tantissimi. In Europa si registrano attualmente valori di campo elettromagnetico da un milione a un miliardo di volte più alti che nel 1950. Colpisce il silenzio, anzi l'omertà istituzionale e scientifica attorno a questo tema e la mancanza di una normativa europea ed italiana che preservi realmente la salute dell’essere umano e protegga l’ambiente (inclusi gli ecosistemi naturali e gli habitat umani), fornendo limiti di esposizione su basi biologiche (mac zero) e distanze di rispetto da queste potenti fonti di inquinamento. Come avevo documentato nell'anno 2012, attraverso il mio libro di inchiesta IL GRANDE FRATELLO, da tempo siamo assediati da un nemico invisibile e silenzioso: l’elettrosmog.
Contrariamente
alla vulgata menzognera degli esperti, dei tecnici e dei politicanti
al soldo delle multinazionali del settore telecomunicazioni o dei
negazionisti criminali, le evidenze scientifiche relative ai pericoli,
erano già note da tempo. Infatti, il 12 novembre 1982 - in Italia - la
circolare 69 del ministero della Sanità (intitolata “Radiazioni
non ionizzanti. Protezione da esposizione a campi elettromagnetici a
radiofrequenza e microonde. Informativa generale”), avvertiva:
«quelle
dei radar sono le sorgenti elettromagnetiche più pericolose per
l’organismo umano».
Lo
Stato italiano, però, non adottò alcuna contromisura. In barba al
principio di precauzione. Già all’epoca, attesta la disposizione
ministeriale, sepolta in un cassetto ad ammuffire:
«Il
numero dei radar attualmente impiegati è elevato ed in continuo
aumento. Non sono disponibili dati precisi, perché segreti, sui
radar militari, ma è nota la continua richiesta di sempre nuovi e
più sofisticati dispositivi di questo tipo».
Il rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità (Istisan 89/29) ha documentato ben 31 anni fa, in maniera inequivocabile:
«l’esposizione
a campi elettromagnetici può causare diversi effetti nocivi alla
salute. Tali effetti includono la cataratta negli occhi, il
sovraccarico del sistema di termoregolazione. Lesioni termiche,
quadri comportamentali alterati, convulsioni ed una minore capacità
di resistenza alla fatica. Devono essere condotte indagini su tutte
le installazioni e su tutti i dispositivi probabili emettitori di
radiazione a RF eccedente i limiti accettati. Molte sorgenti di
radiazione a RF emettono in modo non confinato (emissioni radio, tv,
radar e simili) e le loro radiazioni si propagano su vaste aree.
Prima di scegliere un sito sono necessari uno studio appropriato ed
un’attenta analisi dell’impatto sanitario ed ambientale (…) le
raccomandazioni per la riduzione delle esposizioni a livelli
accettabili devono essere messe in atto il più presto possibile».
La
legge quadro sull’elettrosmog (36/2001) in relazione all’inquinamento
provocato dai dispositivi bellici stabilisce una strana deroga proprio sui
radar militari che dalle micidiali microonde sono passati a funzionare mediate le letali onde millimetriche (5G).
Nel
1978, uno studioso italiano, Franco Sarto, avvia un’indagine
sul campo. E nel 1981, pubblica sulla rivista di Medicina del
Lavoro, una prima conclusione sui danni provocati dai radar
militari. L’anno successivo, per conto dell’Istituto di Medicina
del lavoro dell’Università di Padova, il dottor Sarto –
coadiuvato dalle colleghe Rita Scarpinelli ed Isabella Cominato –
dà alle stampe sempre sulle pagine del Giornale Italiano di
Medicina del Lavoro, lo studio “Aberrazioni cromosomiche nel
lavoratori dei radar”. In sintesi, le conclusioni:
«I
lavoratori delle postazioni radar vanno incontro a numerosi rischi:
radiazioni non ionizzanti, radiazioni ionizzanti per cui vengono
discusse le modalità con cui esse si possono produrre. Abbiamo
eseguito un check-up generale e lo studio delle aberrazioni
cromosomiche sui linfociti periferici ad un gruppo di 41 radaristi,
di età media 35 anni, operanti in alcune basi dell’Esercito
italiano. Quest’ultimo esame è considerato il più sensibile
indicatore di danno biologico indotto dalle radiazioni ionizzanti
mentre non è ancora stabilito se le radiazioni non ionizzanti siano
in grado di provocare aberrazioni cromosomiche. Le aberrazioni di
tipo cromosomico negli esposti erano aumentate in maniera altamente
significativa rispetto a quelle riscontrate in un gruppo di
controllo di 26 soggetti maschi di età simile (…) Allo stato
attuale delle nostre conoscenze sembra che il principale
responsabile dell’aumento di aberrazioni cromosomiche nel gruppo
dei radaristi sia la presenza di radiazioni ionizzanti anche se non
è possibile escludere un sinergismo tra tutti i tipi di radiazioni
elettromagnetiche presenti nell’ambiente di lavoro (…)».
Gli
addetti militari italiani non sono mai stati dotati di dosimetri per
verificare la quantità di radiazioni cui sono sottoposti. Il dottor
Sarto che all’epoca era il responsabile del laboratorio di
Citogenesi dell’università di Padova, dopo aver rivelato i danni
biologici elevatissimi non poté completare l’indagine. «A causa
del segreto militare non sono disponibili dati relativi all’ambiente
di lavoro. Lo studio ha dimostrato che il gruppo esposto presentava
un netto aumento della prevalenza delle aberrazioni cromosomiche
significative per lesioni da radiazioni – dichiara Sarto – In
base a studi internazionali questi dati significano che il gruppo
presentava un aumentato rischio di tumore». E le alte gerarchie
della Difesa lo sapevano. «Alla fine del 1981 – rivela Sarto –
venne a trovarmi un capitano medico. Gli spiegai cosa significavano
quei risultati. Mi fece capire che l’alta gerarchia militare non
era entusiasta delle mie ricerche e che i miei esami creavano
ansietà nei tecnici». Nel 1979, in quel clima di segretezza, tre
marescialli che lavoravano da dieci anni ai radar (due con anomalie
cromosomiche e uno con la leucemia) fecero causa al ministero della
Difesa, davanti al tribunale di Venezia. Dalle deposizioni emerse
che lavoravano senza schermi protettivi e senza controlli medici
preventivi. Come avviene tuttora. Ancora una volta fu imposto il
segreto militare. E i tre sottufficiali persero la causa.
Nello
Stivale le antenne militari sotto lo status della NATO per fare la
guerra si moltiplicano. L’esempio più eclatante è il fuorilegge
MUOS nordamericano in Sicilia, a Niscemi cn la benedizione parlamentare dei grullini a 5 stelle. Sul sito dell’ambasciata
United States of America in Italia, il 13 febbraio 2013 è apparso,
ma poi è stato frettolosamente rimosso, il seguente messaggio: «Il
MUOS è il programma di comunicazione satellitare a banda stretta di
nuova generazione del Dipartimento della Difesa creato per sostenere
le operazioni militari USA e NATO in tutto il mondo».
In altri termini, una macchina per fare la guerra installata abusivamente in Sicilia, oltretutto pericolosa poiché sprigiona radiazioni elettromagnetiche che si riverberano sul territorio italiano, e quindi, a danno della popolazione italiana, in primis, siciliana. Il 17 maggio 2013 una delegazione di onorevoli del movimento 5 stelle si è aggiudicata una gita premio nella struttura bellica a Niscemi. A tutt'oggi, i 5 stelle non hanno presentato un solo atto parlamentare in materia di guerra ambientale. In compenso hanno favorito il 5G, grazie anche agli accordi commerciali sulla via della seta, con la Cina, sottoscritti dal ministro Luigi Di Maio, alla voce Huawei.
In altri termini, una macchina per fare la guerra installata abusivamente in Sicilia, oltretutto pericolosa poiché sprigiona radiazioni elettromagnetiche che si riverberano sul territorio italiano, e quindi, a danno della popolazione italiana, in primis, siciliana. Il 17 maggio 2013 una delegazione di onorevoli del movimento 5 stelle si è aggiudicata una gita premio nella struttura bellica a Niscemi. A tutt'oggi, i 5 stelle non hanno presentato un solo atto parlamentare in materia di guerra ambientale. In compenso hanno favorito il 5G, grazie anche agli accordi commerciali sulla via della seta, con la Cina, sottoscritti dal ministro Luigi Di Maio, alla voce Huawei.
Le
onde elettromagnetiche penetrano nel corpo umano e possano causare
riscaldamento dei tessuti. Studi di correlazione tra esposizione a
campi elettromagnetici e aumento del rischio di cancro sono ancora
in corso, soprattutto per valutare eventuali effetti a lungo
termine. Enti internazionali, come lo IARC e l'Organizzazione
Mondiale della Sanità, raccomandano un continuo controllo e
monitoraggio del fenomeno. In ogni caso deve prevalere il principio di
precauzione. Gli esseri umani non devono e non possono essere cavie
per testare nuove tecnologie, per ragioni di mero profitto
economico.
I
campi elettromagnetici sono presenti ovunque nell'ambiente, generati
sia da sorgenti naturali (elettricità nell'atmosfera e campo
magnetico terrestre), sia da sorgenti artificiali. Il principale
effetto biologico della penetrazione delle onde elettromagnetiche
nel corpo umano è il riscaldamento. I campi elettromagnetici sono
dati dall'insieme di un campo elettrico e uno magnetico. Un campo
elettrico è dato da una differenza di potenziale (o tensione) che
per esempio spinge gli elettroni a muoversi lungo un cavo.
All'aumentare della tensione il campo elettrico aumenta la propria
forza. I campi elettrici si misurano in volt per metro (V/m). Un
campo magnetico si genera col movimento di flussi di elettroni, cioè
col passaggio di corrente elettrica attraverso fili o dispositivi
elettrici, e aumenta di intensità all'aumentare della corrente. La
forza di un campo magnetico diminuisce rapidamente con l'aumentare
della distanza dalla sorgente. I campi magnetici sono misurati in
microtesla (μT, o milionesimi di un tesla). I campi elettrici
vengono prodotti indipendentemente dal fatto che un dispositivo sia
acceso o meno, mentre i campi magnetici vengono prodotti solo quando
passa la corrente, il che di solito richiede l'accensione di un
dispositivo. Le linee elettriche producono continuamente campi
magnetici perché la corrente passa sempre attraverso di loro. I
campi elettrici sono facilmente schermati o indeboliti da muri e
altri oggetti, mentre i campi magnetici possono passare attraverso
edifici, esseri viventi e la maggior parte dei materiali. I campi
elettrici e magnetici insieme sono indicati come campi
elettromagnetici e sono presenti ovunque nell'ambiente. Per esempio
le particelle cariche che si accumulano nell'atmosfera dopo i
temporali generano campi elettrici, mentre la Terra possiede un
proprio campo magnetico.
Accanto alle sorgenti naturali ne esistono anche molte artificiali: televisori e schermi del computer, forni a microonde, telefoni cellulari, rasoi elettrici, asciugacapelli, ma anche alcuni dispositivi sanitari come gli apparecchi per radiografie, TC e risonanze magnetiche, ma soprattutto dispositivi militari. I campi elettromagnetici si classificano in base alla frequenza, ovvero al numero di onde che si propagano in un secondo (misurata in hertz). Abbiamo così campi a frequenza estremamente bassa (fino a 300 hertz), ad esempio generati dai dispositivi elettrici presenti nelle nostre case; campi a frequenza intermedia (tra 300 hertz e 10 megahertz), ad esempio generati dai computer; campi a radiofrequenza (da 10 megahertz a 30 gigahertz), come quelli prodotti da radio, televisione, antenne per la telefonia cellulare e forni a microonde.
Accanto alle sorgenti naturali ne esistono anche molte artificiali: televisori e schermi del computer, forni a microonde, telefoni cellulari, rasoi elettrici, asciugacapelli, ma anche alcuni dispositivi sanitari come gli apparecchi per radiografie, TC e risonanze magnetiche, ma soprattutto dispositivi militari. I campi elettromagnetici si classificano in base alla frequenza, ovvero al numero di onde che si propagano in un secondo (misurata in hertz). Abbiamo così campi a frequenza estremamente bassa (fino a 300 hertz), ad esempio generati dai dispositivi elettrici presenti nelle nostre case; campi a frequenza intermedia (tra 300 hertz e 10 megahertz), ad esempio generati dai computer; campi a radiofrequenza (da 10 megahertz a 30 gigahertz), come quelli prodotti da radio, televisione, antenne per la telefonia cellulare e forni a microonde.
Da
che cosa è nata l'ipotesi che i campi elettromagnetici possano
provocare il cancro? È scientificamente provato che i campi
elettromagnetici interagiscono con i tessuti biologici.
L'interazione è tanto più potente quanto più ci si trova vicini
alla sorgente e varia in base alla frequenza. Il principale effetto
dei campi elettromagnetici (soprattutto quelli a radiofrequenza) sul
corpo umano è il riscaldamento: lo stesso principio sfruttato nei
forni a microonde per riscaldare i cibi.
L'Agenzia
Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i
campi elettromagnetici a radiofrequenza (CRF) come cancerogeni di
gruppo 2B, ovvero come possibilmente cancerogeni per gli esseri
umani: agenti per i quali vi è una limitata prova di
cancerogenicità negli esseri umani e un'insufficiente prova di
cancerogenicità in animali di laboratorio. Quali studi sono
disponibili sull'argomento? Sono stati compiuti numerosi studi
epidemiologici e di laboratorio per valutare l'associazione tra
l'esposizione ai campi magnetici e diversi tipi di tumori (per
esempio leucemie, tumori cerebrali e tumori al seno). Gli scienziati
stanno inoltre studiando se c'è una correlazione tra insorgenza di
cancro ed esposizione a campi elettromagnetici a lungo termine. In
questo contesto vale la pena ricordare i risultati di recenti studi
condotti con animali di laboratorio nei quali è emersa
un’associazione significativa tra esposizione a campi
elettromagnetici a radiofrequenza e sviluppo di alcuni tipi di
tumore. Studi condotti dai ricercatori del National Toxicology
Program (NTP) statunitense con un numero elevato di roditori hanno
dimostrato l’associazione tra esposizione per due anni a CRF
simili a quelli emessi dai cellulari e un lieve aumento di gliomi
(tumori cerebrali maligni) e Schwannomi del cuore nei ratti maschi.
Questi dati sono attualmente disponibili solo sotto forma di due
report tecnici sul sito del NTP.
Uno
studio guidato dai ricercatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna
descrive gli effetti in animali di laboratorio dell’esposizione a
CRF simili a quelli ambientali che tutti sperimentiamo nella vita
quotidiana, generati dai ripetitori dei telefoni cellulari. In
questo caso gli autori hanno seguito per tutta la vita circa 2.500
roditori esposti a tali campi elettromagnetici, constatando
l’aumento significativo di Schwannomi del cuore nei ratti maschi.
Sono aumentati anche i gliomi e l’iperplasia di Schwann. Sulla
base di questi risultati gli autori suggeriscono ulteriori ricerche
e una nuova valutazione da parte dello IARC sul legame tra campi
elettromagnetici a radiofrequenza e insorgenza tumorale. I
tumori più diffusi in età pediatrica sono le leucemie e i tumori
al cervello. Molti studi sono stati condotti a questo proposito a
partire dal 1979. Il rischio di leucemia infantile raddoppia invece
in casi di esposizioni a campi elettromagnetici di intensità
superiore ai 0,4 microtesla: una situazione che si verifica spesso
nella vita quotidiana, poiché tantissime persone abitano
direttamente sotto un traliccio dell'alta tensione, come accade iper
esempio a Rivoli in Piemonte. Uno studio canadese ha invece
associato l'esposizione sul lavoro di donne in gravidanza con un
maggior rischio di leucemia infantile nei figli, ma ulteriori studi
in altre popolazioni sono necessari per comprendere se il nesso di
causa ed effetto si conferma in tutte le situazioni. Uno di questi
studi, MOBI-KIDS, coinvolge 14 Paesi con l’obiettivo di valutare
la relazione tra esposizione a radiofrequenze che derivano da
tecnologie di comunicazione come i telefoni cellulari, e il rischio
di tumori cerebrali in bambini e giovani adulti. L'uso dei cellulari
può aumentare il rischio di tumori della testa e del collo? La
Corte di Cassazione ha riconosciuto una pensione di invalidità al
manager Innocente Marcolini. Secondo la sentenza, il tumore benigno
al nervo trigemino di cui soffriva il manager era attribuibile a un
uso eccessivo del cellulare (5-6 ore al giorno per oltre 10
anni). Si tratta della prima sentenza in Italia che ha indicato un
nesso di causalità tra un uso intensivo del cellulare e un tumore.
La IARC considera limitato il grado di correlazione tra l'utilizzo
intensivo di telefoni cellulari e lo sviluppo di tumori cerebrali
come gliomi o neurinomi acustici.
estratto dal libro IL GRANDE FRATELLO (Draco edizioni, Modena, 2012) |
Extremely
high frequency (abbreviato con la sigla EHF) indica quella parte
delle onde radio compresa tra 30 e 300 GHz, frequenza oltre la quale
la radiazione elettromagnetica è considerata luce infrarossa
inferiore (o lontana), meglio nota come radiazione Terahertz. La
banda EHF è caratterizzata da una lunghezza d'onda che varia tra il
millimetro e i dieci millimetri. Per questo motivo l'insieme delle
onde EHF viene anche definito "onde millimetriche" o "banda
millimetrica", nomi a volte abbreviati in MMW or mmW. Queste
frequenze vengono utilizzate, insieme alle SHF, per le trasmissioni
satellitari militari. Buona parte dello spettro delle microonde fa
parte di questa banda. Lo standard Wi-Fi IEEE 802.11ad, operata nello
spettro dei 60 GHz (banda V) per raggiungere un tasso di
trasferimento dati di 7 Gbit/s. L'uso di bande con onde millimetriche
è previsti in comunicazioni punto-punto, in collegamenti
intersatellitari ed in comunicazioni punto-multipunto. Ci sono stati
tentativi di usare onde millimetriche nella comunicazione cellulare
di quinta generazione (5G), in questo contesto vengono stilizzate
come mmWave. Questa banda è diventata anche una soluzione per la
comunicazione tra veicoli a guida semiautonoma.
Nell'aprile
2008, la NASA si associò alla Machine-to-Machine Intelligence (M2Mi)
Corp per sviluppare la tecnologia di comunicazione 5G. Una
rete senza fili in fibra convergente che usa, per la prima volta per
l'accesso senza fili a Internet, le bande delle onde millimetriche
(20 – 60 GHz) così da permettere canali radio con ampiezza di
banda molto larga capaci di supportare velocità di accesso ai dati
fino a 10 Gbit/s. La connessione comprende essenzialmente
collegamenti senza fili “corti” all'estremità del cavo locale in
fibra ottica. Sarebbe più un servizio “nomade” (come il Wi-Fi)
piuttosto che un servizio “mobile” su ampia area.
Nel
suo libro bianco, 5G Empowering Vertical Industries (“Il 5G
potenzia le industrie verticali”), il 5G PPP, il programma
collaborativo di ricerca organizzato come parte del programma della
Commissione europea Horizon 2020, suggerisce che per supportare i
principali settori verticali in Europa, cioè automobili, trasporti,
assistenza sanitaria, energia, manifattura e media e intrattenimento,
i più importanti requisiti in termini di prestazioni
dell'infrastruttura 5G sono: la latenza sotto 5 ms, il supporto per
densità di dispositivi fino a 100 dispositivi/m2 e un'area di
copertura affidabile. Un'installazione riuscita del 5G integrerà le
tecnologie di telecomunicazione inclusa quella mobile, fissa, ottica
e satellitare (sia GEO che MEO).
La
fascia di operatività del 5G può avvenire nella banda di spettro
corrispondente alle microonde da 3 GHz a 300 GHz, in Italia
in particolare sono state assegnate tre bande, di cui la più alta
opera a 30 GHz e potrà essere usata con antenne di piccole
dimensioni a livello locale e all'interno degli edifici, mentre la
banda intermedia opera a 3 Ghz. Una parte della banda destinata
per il 5G è stata utilizzata a lungo termine per le trasmissioni
televisive. L'Istituto superiore di sanità, con specifico
riferimento al 5G, nota che «Al momento, non è possibile formulare
una previsione sui livelli di campo elettromagnetico ambientale
dovuti allo sviluppo delle reti 5G. Se da un lato aumenteranno sul
territorio i punti di emissione di segnali elettromagnetici,
dall’altro questo aumento porterà a potenze medie degli impianti
emittenti più basse. Un'ulteriore riduzione dei livelli medi di
campo sarà dovuta alla rapida variazione temporale dei segnali. Una
valutazione adeguata dell’impatto di questa nuova tecnologia potrà
essere effettuata solo a seguito di una conoscenza dettagliata delle
caratteristiche tecniche degli impianti e della loro distribuzione
sul territorio.». Il Comitato scientifico della Commissione Europea
su salute, ambiente e rischi emergenti ritiene che siano necessari
approfondimenti per «la mancanza di chiare evidenze utili allo
sviluppo di linee guida per l'esposizione ai campi elettromagnetici
5G lascia aperta la possibilità di effetti biologici indesiderati».
Il
5 aprile 2019 Céline Fremaul, il ministro dell'ambiente della
regione di Bruxelles, ha bloccato le sperimentazioni della rete nella
regione fino a quando una garanzia tecnica non assicurerà che le
antenne 5G non superano gli standard sulle emissioni di frequenze
radio; a Ginevra, in Svizzera, un piano per l'aggiornamento al 5G è
stato bloccato per lo stesso motivo.
Nel
2012 la Commissione europea, sotto la guida di Neelie Kroes, destinò
50 milioni di euro alla ricerca per ottenere la tecnologia mobile 5G
entro il 2020. In particolare, il progetto METIS 2020 fu il progetto
guida che permise di raggiungere un consenso mondiale sui requisiti e
sulle principali componenti della tecnologia del 5G. Spinto da
parecchie aziende di telecomunicazioni, l'obiettivo tecnico
complessivo del METIS è di fornire un concetto di sistema che
supporta un'efficienza spettrale mobile 1.000 volte più alta, in
confronto alle attuali installazioni LTE. In aggiunta, nel 2013 è
partito un altro progetto, chiamato 5GrEEn,legato al progetto METIS e
focalizzato sul progetto delle reti mobili 5G verdi.
Nel novembre 2012 un progetto di ricerca finanziato dall'Unione europea nell'ambito Programma TCI FP7 fu lanciato sotto il coordinamento dell'IMDEA Networks Institute (Madrid, Spagna): i-JOIN (Interworking and JOINt Design of an Open Access and Backhaul Network Architecture for Small Cells based on Cloud Networks, "Progetto interfunzionale e congiunto di un accesso aperto e di un'architettura di rete di adduzione per piccole celle basata su reti a nuvola"). Altissima densità significa 1.000 volte più alta della densità attuale, espressa in numero di utenti per metro quadrato. L'eterogeneità coinvolge molteplici dimensioni, dal raggio di copertura alle tecnologie (4G/LTE vs. Wi-Fi), alle installazioni (distribuzione pianificata vs. non pianificata delle stazioni radio di base e degli hot spot).
Nel
novembre 2013 il produttore cinese di attrezzature per
telecomunicazioni Huawei affermò che avrebbe investito 600 milioni
di dollari in ricerche sulle tecnologie 5G nei successivi cinque
anni. Huawei ha collaudato la tecnologia 5G a Malta. Nel luglio 2015
furono lanciati i progetti europei METIS-II e 5G NORMA. Il progetto
METIS-II si basa sul fortunato progetto METIS e svilupperà il
modello complessivo delle reti 5G a accesso radio, per fornire gli
elementi tecnici necessari per un'integrazione e un uso efficienti
delle varie tecnologie e componenti del 5G attualmente sviluppate.
Inoltre nel luglio 2015 fu lanciato il progetto di ricerca europeo
mmMAGIC. Il progetto mmMAGIC svilupperà nuovi concetti per la
tecnologia di accesso radio (radio access technology, RAT) mobile per
l'installazione della banda delle onde mm. Questo è un concetto
chiave nell'ecosistema multi-RAT del 5G e sarà usato come fondamento
per la standardizzazione globale. Il progetto consentirà servizi
mobili a banda larga ultraveloci per gli utenti mobili, supportando
lo streaming UHD/3D, le applicazioni immersive e i servizi di nuvola
ultraresponsivi.
La prima proposta,
ampiamente citata, per l'uso dello spettro delle onde millimetriche
per le comunicazioni cellulari/mobili apparve nella IEEE
Communications Magazine del giugno 2011. I primi rapporti sulle
misurazioni dei canali radio che convalidavano la possibilità di
usare le frequenze delle onde millimetriche per la comunicazione
mobile urbana furono pubblicati rispettivamente ad aprile e maggio
2013 nello IEEE Access Journal e nella IEEE Transactions on Antennas
and Propagation. Lo
IEEE Journal on Selected Areas in Communications pubblicò un numero
speciale sul 5G nel giugno 2014, che includeva una rassegna completa
delle soluzioni e delle tecnologie che consentivano il 5G. IEEE
Spectrum ha, nel suo numero del settembre 2014, una storia sulle
comunicazioni senza fili mediante onde millimetriche come mezzo
praticabile per supportare il 5G.
Reti
pervasive che forniscono l'Internet delle cose, reti di sensori senza
fili e computazione ubiquitaria (ubiquitous computing): l'utente può
essere connesso simultaneamente a parecchie tecnologie di accesso
senza fili e può muoversi uniformemente tra di esse (vedi Media
independent handover o vertical handover, IEEE 802.21, che ci si
attende siano forniti anche dalle future edizioni del 4G. Vedi anche
multihoming).
L'8
settembre 2015 la Verizon (dove siede Vittorio Colao già ai vertici della
Vodafone (assegnataria di frequenze 5G in Italia), ora a capo di una taske force in Italia per il nuovo
coronavirus) annunciò un piano d'azione per cominciare a collaudare
il 5G in prove sul campo negli Stati Uniti nel 2016. Il 22 febbraio
2016, Samsung e Verizon si unirono per cominciare le prove sul 5G. Il
29 gennaio 2016, Google rivelò che sta sviluppando una rete 5G
chiamata SkyBender. Il 2 giugno 2016, fu pubblicato il primo libro
completo sul 5G. Il libro 5G Mobile and Wireless Communications
Technology ("Tecnologia 5G per le comunicazioni mobili e senza
fili"), edito dalla Cambridge University Press. Alla fine del
2016 la giunta comunale della città di Torino, prima in Italia, ha
sottoscritto un patto d'intesa con la società Telecom Italia Mobile
per dare l'avvio alla sperimentazione di rete 5G. Telecom Italia
Mobile ha aderito all'Action Plan della Commissione Europea. In base
a questo patto era necessario comunicare entro il 2020 il nominativo
della prima città 5G-enabled. Questa scelta è caduta su Torino. Il
medesimo protocollo prevede, tra l'altro, lo sviluppo di una rete che
copra le maggiori città e garantisca le adeguate vie di transito.
L'accordo sottoscritto da TIM e Torino prevede che entro il 2018
tremila utenti potranno usufruire del 5G, per passare successivamente
a una rete a diffusione capillare. E proprio nel 2018 la cosiddetta
Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha deliberato
l'assegnazione delle frequenze in Italia. Il 5G nel belpaese viene installato senza alcuna preventiva valutazione di impatto ambientale, profittando dell'ignoranza generale, sovente contro la volontà popolare, ignorando le evidenti criticità ed esautorando il Parlamento. Peraltro, il primo ministro pro tempore, tale Giuseppe Conte, non risponde neanche ai numerosi atti parlamentari (interrogazioni ed interpellanze) relativi a questa scottante materia. C'è più di qualcosa da nascondere all'ignara popolazione agli arresti dmiciliari da due mesi?
Serve
principalmente a fare la guerra di ultima generazione con pesanti
ripercussioni sulla vita. Funzionalità dual use stabilita dal
recente summit londinese dell'Alleanza atlantica sotto l'egida
di Washington; ma anche Pechino non scherza. Garantite le ricadute
negative (inquinamento elettromagnetico ancora più invasivo e
pervasivo) sulla salute della Terra e dell'ignara popolazione umana.
A proposito: vi dice niente l'acronimo MUOS in Sicilia? Mentre
le tecnologie precedenti erano finalizzate a realizzare smartphone
sempre più avanzati, il 5G è concepito non solo per migliorare le
loro prestazioni, ma principalmente in campo militare a spese però
dei civili (in termini economici, nonché di perdita della salute).
Avrà un ruolo determinante nell’uso delle armi ipersoniche:
missili, armati anche di testate nucleari. Inoltre sugli smartphone
5G i giocatori di tutto il mondo, senza rendersene conto,
finanzieranno la preparazione della guerra, quella reale.
Una
moratoria per il 5G: l'ha chiesta infine Ernesto Burgio, del Comitato
Scientifico dell'ECERI, l'istituto europeo di ricerca sul cancro di
Bruxelles. La richiesta è stata lanciata durante il convegno
nazionale di Pastorale della Salute della CEI a Caserta.
Il
DNA è notoriamente un sistema biologico ricetrasmittente. Il male
invisibile è sempre più visibile: la nocività ambientale come
strategia globale di dominio. Non tutto è perduto. NO PASARAN. SU LA TESTA!
Riferimenti:
Gianni
Lannes, IL GRANDE FRATELLO, Draco edizioni, Modena, 2012.
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2014.
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2014.
https://www.huawei.com/en/press-events/news
https://timesofmalta.com/articles/view/update-2-agreement-for-5g-technology-testing-signed-you-finally-found.576618
https://metis-ii.5g-ppp.eu/