BIOGRAFIA

25.3.20

TECNOCRAZIA: LA STRATEGIA DELLA MENZOGNA!



di Gianni Lannes


«Le confermo che al momento l'ISS sta analizzando i dati di tutti i deceduti COVID positivi nel paese... Non sono al momento disponibili criteri certi per etichettare i decessi come causati da Coronavirus» mi ha testualmente riferito - via posta elettronica - ieri 24 marzo 2020, il dottor Graziano Onder, responsabile dell'Istituto Superiore di Sanità, incaricato di analizzare la situazione. Ma allora, perché autorità e mass media lasciano ad intendere che tutti i i morti siano stati causati unicamente ed esclusivamente dal nuovo coronavirus?

L'origine del virus non è chiara, anche se alcuni studiosi ritengono che sia di natura zoonotica, ovvero dovuta a una trasmissione dagli animali all'essere umano. A tutt'oggi, però, non è stato ancora possibile identificare con certezza assoluta il serbatoio animale del virus (la specie in cui il virus si è originariamente sviluppato) né l'ospite intermedio che ha consentito all'agente infettivo di passare dal suo ospite naturale all'uomo. Più recentemente la comunità scientifica divisa in fazioni, spesso sul libro paga di qualche multinazionale del crimine, ha ipotizzato che l'infezione possa essersi sviluppata in Cina nel mese di ottobre-novembre 2019, in soggetti che non avevano frequentato il mercato di Wuhan, mettendo in discussione la precedente teoria, avvalorata dalla rivista Nature (sovvenzionata da Pig Pharma). La terza teoria è quella relativa invece all'invenzione in laboratorio del covid-19 al fine di testarlo sull'ignara umanità, realizzando anche tanti profitti (alla voce banca mondiale e soci). Una cosa è certa dal punto di vista scientifico: per il nuovo coronavirus il serbatoio ed il vettore non sono ancora noti. Peraltro, il covid-19 presenta un tasso di mortalità cinque volte inferiore rispetto alla SARS. Ciononostante, l'ultimo agente virale in circolazione ha superato la SARS per numero di individui infettati. Quanto al numero effettivo delle vittime, nulla è dato sapere ufficialmente, alla luce dei fatti e non delle mere congetture, a meno di non prendere per oro colato le sgangherate burionate italidiote.

Va in onda la fabbrica del falso: il vero scoop è oggi dire la verità. La menzogna è la protagonista assoluta della politica contemporanea sulla scena mondiale. Una volta le verità indicibili del potere erano coperte dal segreto di Stato. Oggi il silenzio e il segreto sono armi spuntate, che qualche raro giornalista investigativo può però svelare. Perciò la verità inconfessabile deve essere occultata o neutralizzata in altro modo. Quindi si propinano all’opinione pubblica versioni di comodo dei fatti, mescolando insieme infinite menzogne e mezza verità, inquinando l’argomento, etichettandolo come folle o “complottista”. 
 
Il terreno su cui si combatte la guerra contro la verità imbarazzante per i governi telecomandati dal complesso militar-industriale ormai soggiogato dalla finanza speculativa, è quello del linguaggio. Il potere delle parole è decisivo per la costruzione e il consolidamento del consenso. Esistono, non a caso, luoghi comuni e parole-chiave. Esse presuppongono che la realtà debba essere occultata. Comprendere significa “prendere assieme”, ovvero “considerare un evento nel suo contesto”. Tutta questa messinscena serve a qualcos'altro. È ciò che non vediamo o non sappiamo ancora, il nodo fondamentale della situazione.

Oggi la verità non viene occultata interamente., basta cambiarle i connotati. In questo caso lo strumento più diffuso è l’eufemismo, espressione di una delle malattie politico-morali più diffuse attualmente: l’ipocrisia. Gran parte degli eufemismi comporta una semplice riformulazione tranquillizzante e rassicurante attraverso la quale il fenomeno viene addomesticato e reso apparentemente innocuo, ossia non più in grado di suscitare reazioni ostili, ossia indignazione e protesta. Non a caso, viene usata la classica finestra di Overton: abituare gradualmente a cambiamenti impensabili, ma soprattutto inaccettabili la popolazione. È ciò che ha combinato l'eterodiretto primo ministro pro tempore Giuseppe Conte, espressione dei grulpiddini, mediante la maldestra imposizione di decreti (provvedimenti amministrativi) che non hanno forza di legge.


È fin troppo evidente, allora, l’importanza che assume il dominio del linguaggio. Il nuovo approccio eugenetico al controllo sociale non consiste tanto nel controllo di ciò che pensiamo, bensì nel controllo di ciò a cui pensiamo. La verità messa in scena ha il suo doppio necessario nella verità rimossa. In alcuni casi essa non è necessaria. La verità può essere semplicemente ignorata: quando l’informazione mediatica si riduce a intrattenimento, chiacchiericcio, quando l’agenda politica getta sul proscenio lo spauracchio di un agente virale, ricacciando indietro i cruciali problemi ambientali, sociali, economici. Con questa mossa la gente pensa ad altro entre le autorità iniettano nel corpo sociale dosi mastodontiche di paura. Le persone hanno smesso di guardare alla realtà sociale con occhi critici e avanzano a testa china.

Il campionario delle bugie e dei silenzi che circondano la cosiddetta pandemia è impressionante. Non abbiamo a che fare con una singola menzogna o serie di menzogne. Siamo dinanzi a una strategia complessa, a un’autentica politica istituzionale della menzogna di Stati, multinazionali, università e centri di ricerca cooptati, nonché dei soliti esperti. Su ognuno di questi aspetti esistono alla portata di tutti, cioè di chi vuol vedere e capire, ormai prove e testimonianze addirittura sovrabbondanti.

Chi e come ha messo in scena le menzogne che circondano il nuovo coronavirus? A chi giova? In apparenza lo schema è lineare: il regista è rappresentato da interessi economici ed eugenetici. L’attore apparentemente principale è la politica ammaestrata, mentre lo strumento la disinformazione pilotata dei mass media. La cosiddetta informazione è attualmente l’amplificatore dell’ideologia dominante. Essa si basa sui luoghi comuni e sui cliché dominanti, sulle metafore influenti. Questo insieme di luoghi comuni, di cliché e frasi fatte, di pregiudizi e metafore rappresentano le griglie concettuali entro cui si collocano le singole informazioni di cui ogni individuo viene in possesso. Sono queste cornici che strutturano l’esperienza umana. E sovente, quando i fatti non si adattano a questi schemi, sono questi ultimi a prevalere e i fatti vengono ignorati. Schemi falsi di lettura della realtà hanno conseguenze durature dell’affermare cose non vere su un singolo avvenimento. Un punto di vista sbagliato non si cambia con la stessa facilità con cui si individua la falsità di un singolo fatto; inoltre, un punto di vista errato fa intravedere una serie di fatti e di eventi in modo distorto.

Comunque, il peggio deve ancora arrivare. Il semiologo Eco si riferiva agli “imbecilli della rete che intasano le autostrade della comunicazione globale con bugie, falsificazioni e complotti”. Ma la realtà è davvero così riduttiva essendo per antonomasia una costruzione sociale? Le fake news sono una meno nobile crociata contro il dissenso, per mettere a tacere chi rivela i complotti in atto (non chi li ordisce dietro le quinte), a danno dell'ignara popolazione o dell'umanità. Una caccia alle streghe lanciata però dalla stanza dei bottoncini, si accusa l’avversario del momento - sia esso il populismo mediatico, la controinformazione o la saggistica non allineate ai padroni del vapore - di macchiarsi di un crimine, la menzogna sistematica, di cui è proprio l’establishment ad essere inarrivabile maestro. Per dirla con Jung, senza scomodare Weber o Luhmann: “è il Potere che proietta sugli altri l’ombra di sé”.

Il giornalismo autentico ha un compito fondamentale (a cui hanno ormai abdicato gran parte dei giornalisti in Italia): controllare ogni forma di potere, ogni sistema di dominio, nessuno escluso. Per questo smascheramento di chi comanda per davvero, i reporter purosangue, liberi e indipendenti si attirano fango, minacce, intimidazioni, attentati e spesso pagano con la vita. L'informazione, il sapere e la conoscenza sono il sale della democrazia, l'ingrediente fondamentale della libertà, l'aspetto cruciale dell'evoluzione umana.



Riferimenti:

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO, Draco edizioni, Modena, 2012.

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus 

https://www.youtube.com/watch?v=sM30ma0DBWg&feature=youtu.be

https://www.dailymotion.com/video/x7sxx9o