BIOGRAFIA

19.3.20

ITALIA: 2 MORTI PER CORONAVIRUS E 60 MILIONI DI PRIGIONIERI!




di Gianni Lannes

Un terribile flagello virale ha colpito il belpaese, tanto da indurre il governo del Conte bis a segregare nelle case fino alle calende greche tutta la popolazione italiana. I morti a causa del nuovo coronavirus, attualmente accertati in Italia dall'Istituto Superiore di Sanità sono solo due (2) di numero. I positivi da questa nuova mutazione del “raffreddore”, così come definito dal ministero della Salute alla data del 18 marzo 2020, risultano ufficialmente 35.173, mentre si contano ben 4.025 guariti. La distorsione o meglio la manipolazione dei dati istituzionali è intervenuta sul numero dei deceduti: fino a ieri 2.978. Positivi al nuovo coronavirus non vuol dire, su base scientifica, morti a causa del Covid-19.

Infatti, il direttore generale del ministero della salute (dottor Claudio D'Amario), nella circolare del 25 febbraio 2020, inviata a tutte le autorità di ogni ordine, livello e grado, ha specificato in modo inequivocabile:

«un caso non può definirsi confermato senza la suddetta validazione del laboratorio ISS... Si precisa infine che la certificazione di decesso a causa di COVID-19 dovrà essere accompagnata da parere dell'Istituto Superiore di Sanità».

Infatti, l'ISS ha analizzato alla data del 17 marzo 2020, ben 2.003 casi. Senza ombra di dubbio: le persone decedute a causa del nuovo coronavirus sono appena due (2). Però, il governo, alcuni esperti e i mass media seguitano a mentire spudoratamente a reti unificate, facendo credere all'opinione pubblica che tutte le persone siano passate a miglior vita, in ragione dell'azione dell'ultimo agente virale in missione speciale. In sostanza, ripeto, indicando dati oggettivi ed istituzionali, sulla base dei riscontri dell'ISS (l'unico titolato a certificare la situazione sanitaria), i 2.978 individui trapassati non sono oggettivamente attribuibili al COVID-19. Peraltro, sempre l'ISS nel suo rapporto bisettimanale datato 17 marzo 2020 ha chiarito:

«Ad oggi sono 17 i pazienti deceduti COVID-19 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 5 di questi avevano meno di 40 anni ed erano tutte persone di sesso maschile con età compresa tra i 31 ed i 39 anni con gravi patologie pre-esistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità)».

Quando una moltitudine di persone decedute per altre cause viene inserita d'ufficio dai medici nella conta del coronavirus, non si tratta di banale incompetenza sanitaria, ma di intenzionalità criminale.  L'Italia non è un lazzaretto di appestati come gli inquilini provvisori del governo grulpiddino vogliono far credere al mondo intero, nonché alla popolazione nostrana.

Come mai nel 2017 per 20 mila morti (stimati) in più della norma non si è scomodato nessun politicante o virologo italidiota? E nel 2015 quando ci sono stati 54 mila morti in più del 2014, tutto normale? Nessun ospedale congestionato e nessuna terapia intensiva prossima alla saturazione? Tutti deceduti a casa, per strada o al mare? Allora, il periodo chiave preso in considerazione va dalla 48esima settimana del 2016 alla sesta del 2017. In 2 mesi e mezzo circa, più 20 mila morti oltre il consueto previsto. Sui dati Istat non si può barare: circa 100 mila decessi all'anno, a fronte di 73 mila nascite. Nella stagione 2016/2017, ci sono stati in 20 settimane 34.000 morti tra gli anziani (18.000 in più rispetto alle previsioni), ossia oltre 1.700
a settimana, non è stato arrestato il belpaese. In media ci sono in Italia, ogni giorno, 1.500 morti: 1000 si dividono tra cancro e malattie cardiovascolari. Gli altri 500 in gran parte per morte iatrogena, nonché infezioni ospedaliere; poi tutto il resto compresi suicidi e incidenti di vario genere.


A proposito: ai morti positivi al coronavirus, che subiscono, terapie sperimentali, posto che non esiste un farmaco per il coronavirus o per il raffreddore o l'influenza e quindi a discrezione dei medici, vengono somministrati farmaci di ogni tipo come antibiotici, antiartitici, paracetamolo, ibuprofene, cortisone e quant'altro. Sarà mai che con nel tentativo di aiutare il paziente, lo si intossichi ancora di più fino a provocarne la morte? Si chiama morte iatrogena. La iatrogenesi è la terza causa di morte nel mondo moderno. A rigor di logica e di buon senso, allora perché la medicina gestisce la salute della nazione? La medicina non è una scienza, bensì una disciplina. Come si fa ad affidare ad un arte, che necessita fede, il potere di fare leggi a loro favore? 
 
Di cosa sarebbero morti gli anziani che riempiono le pagine di onoranze funebri? Di qualunque patologia avessero, a cui si sommano le cure sperimentali che hanno subito ("terapia antibiotica, antivirale e steroidea" come ha dichiarato adesso l'ISS) visto che non sanno nulla di nulla di questo covid-19. Probabilmente, per questo virus, l'ambiente ideale per proliferare si trova nelle persone altamente intossicate da farmaci e vaccini. Tutta questa roba chimica, che l'uomo comune considera "sostanze che fanno bene", non dovrebbe essere nell'organismo. Questa miscela di sostanze, molto probabilmente, come succede in natura in un ecosistema, uccide parte della "fauna" locale e lascia lo spazio ad altri tipo di batteri e virus che invece sono più resistenti a quel tipo di ambiente. Succede in un acquario, nella savana, dappertutto. Certo, non solo gli anziani sono spesso piú intossicati dei giovani. Basti pensare ai bambini nei reparti di oncologia o i bambini con malattie autoimmuni.

Qual è il numero esatto di tutti i morti di ieri (con e senza virus) o ancora meglio, il totale dei deceduti negli ultimi 90 giorni? A saperlo con esattezza dal governo tricolore della traspranza a chiacchiere morte, forse si potrebbe comprendere se è un'autentica pandemia, oppure un'epidemia per interesse dei soliti baroni della sanità nostrana, ma soprattutto delle multinazionali del ramo, o un'operazione geopolitica, poiché la geostrategia nulla ha da spartire con la virologia. All'estero le buone idee italiane le copiano sempre, perché facciamo scuola nel mondo (anche in negativo).