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Rivoli (TO) - foto Gilan |
di
Gianni Lannes
In
Italia non vale il principio di precauzione, ma l'indifferenza ed il profitto economico, garantito da politicanti e compiacenti esperti di turno: insomma, la vita umana,
in barba al dettato costituzionale, non è tutelata. Il limite di esposizione dovrebbe essere mac zero a livello biologico. La popolazione non sa, oppure ignora con sprezzante superficialità, mentre l'Istituto Superiore di Sanità, foraggiato dai produttori di farmaci (ad esempio: Glaxo Smith Kline) minimizza disinformando l'opinione pubblica. Linee elettriche
e leucemie infantili: causa-effetto o solo coincidenze? A Rivoli, ad
un tiro di schioppo da Torino, la rete dell'alta tensione - senza
contare l'effetto cumulativo delle proliferanti stazione radio base
per la telefonia cellulare e l'imminente sistema 5G - cinge
d'assedio con un micidiale reticolato nel disinteresse generale: scuole, abitazioni, parchi pubblici, luoghi di ritrovo e vie cittadine. Un caso simile è presente anche in Puglia: per esempio a Carapelle, in provincia di Foggia.
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Rivoli (TO) - foto Gilan |
Basta
recarsi in largo Volturno, all'ingresso della scuola elementare
statale “Salvador Allende”, dove fino a qualche tempo c'era pure la scuola media "Primo Levi" (ora sede Asl), oppure al vicino parco giochi dedicato
a Paolo Borsellino, o magari dare un'occhiata alle numerose
abitazioni sottostanti torri e piloni di Terna (già Enel), per
rendersi conto del rischio o forse del concreto pericolo per la
salute umana, di grandi ma soprattutto dei più piccini.
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Rivoli (TO) - foto Gilan |
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Rivoli (TO) - foto Gilan |
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Rivoli (TO) - foto Gilan |
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Rivoli (TO) - foto Gilan |
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Rivoli (TO) - foto Gilan |
Uno
studio nel 2005 (Childhood
cancer in relation to distance from high voltage power lines in
England and Wales: a case-control study)
ha
evidenziato quanto segue:
«Nascere
a meno di duecento metri da un pilone dell’ alta tensione
aumenterebbe il rischio di ammalarsi di leucemia infantile del 70%
rispetto a chi è nato a più di 600 metri. Sono stati considerati
2900000 bambini di età compresa tra 0 e 14 anni, malati di cancro
(tra essi 9.700 di leucemia) nati tra il 1962 ed il 1995 ed
altrettanti soggetti di controllo. Lo studio è stato effettuato
valutando la distanza dell'indirizzo di residenza ove il bambino
sarebbe nato rispetto al reticolato della linea elettrica. I
risultati sono che 64 bambini con la leucemia erano nati a circa 200
metri dai piloni, 258 tra i 200 ed i 600 metri. Tra chi era nato
entro 200 metri dai piloni si sarebbero registrati cinque casi di
leucemia in più sul totale di 400 casi che si verificano ogni anno.
Rispetto ai nati a più di 600 metri dal reticolato elettrico il
rischio di leucemia aumenterebbe del 69% per i nati entro 200 metri,
mentre entro una distanza tra 200 e 600 metri la percentuale di
aumento del rischio sarebbe del 23% circa. Nessuna associazione tra
distanza di nascita dalla linea elettrica ed altri tumori pediatrici
è stata osservata nello studio».
Nel
2018 una metanalisi internazionale, relativamente alla leucemia
infantile e della distanza dalle linee elettriche, ha riscontrato «un
rischio piccolo e impreciso per residenze <50 200="" altri="" aumento="" campi="" che="" chiarire="" da="" del="" dell="" di="" e="" elevati="" font="" in="" kv="" le="" linee="" m="" magnetici.="" molti="" non="" questo="" ragioni="" rimangono="" rischio="" riscontrate="" sono="" spiegate="" state="" studi="">50>
«Nel
1979 Wertheimer e Leeper hanno pubblicato i risultati del primo
lavoro sull’aumento dei casi di leucemia nei bambini esposti
residenzialmente a CEM/ELF generati da elettrodotti ad alta tensione
e/o da cabine di trasformazione elettrica inserite nelle abitazioni –
ha evidenziatoil professor Angelo Gino Levis - Nel Giugno
2001, la IARC ha quindi classificato i campi magnetici ELF come
“possibili agenti cancerogeni per l’uomo”. Una diversa
valutazione propende invece per una classificazione dei CEM/ELF come
“probabili cancerogeni per l’uomo” sottolineando con ciò un
grado più elevato di comprovata cancerogenicità per l’uomo.
Incrementi anche elevati e statisticamente significativi
dell’incidenza di varie forme di leucemie, linfomi e sindromi
linfo/ mielo-displasiche acute e croniche sono stati ripetutamente
documentati in maschi adulti esposti residenzialmente od
occupazionalmente (macchinisti e impiegati nelle ferrovie, addetti
alla saldatura mediante resistenza elettrica, lavoratori elettrici in
generale) a valori relativamente modesti di campo magnetico (1-20
μT)».
Negli
anni ’80 e ’90 fu condotto un numero considerevole di studi
epidemiologici che indicarono un’associazione tra cancro e
esposizione di lungo periodo a campi magnetici a bassa frequenza, di
intensità inferiori per ordini di grandezza ai limiti raccomandati
dalla Commissione Internazionale per la Protezione dalle
Radiazioni Non Ionizzanti. In altri termini, esiste un'associazione
tra leucemia infantile ed esposizione prolungata a livelli più alti
di esposizione a campi magnetici di 50-60 hertz, come quelli prodotti
dagli elettrodotti in ambienti residenziali.
Rimedi?
Imporre quanto prima l'interramento delle linee ad elevata tensione
elettrica, come è già accaduto ad Ancona. I politicanti nostrani cosa aspettano per arrestare rischi
e pericoli? Ignoranza, incoscienza o menefreghismo istituzionale? Il sindaco di Rivoli (la massima sanità autorità sanitaria locale) è al corrente o non si rende conto? Allora, chi controlla i controllori? In ogni caso, la salute umana, in primis dei bambini, viene al primo posto, come ha indicato nel 1999, l'inascoltato Comitato Nazionale per la Bioetica. Purtroppo il governicchio nazionale ed il parlamento tricolore se ne infischiano allegramente, come sempre, della salute della gente.
Riferimenti:
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Rivoli (TO) - foto Gilan |
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Rivoli (TO) - foto Gilan |
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Rivoli (TO) - foto Gilan |