di
Gianni Lannes
Semplicemente fenomenali, ma considerati diversi (addirittura "inferiori" e discriminati) e sovente trattati come tali. Eppure, nella pallacanestro si sono laureati
per ben due volte campioni del mondo. Ecco la
rappresentativa azzurra composta da giocatori affetti da “sindrome
di down”. Dovrebbe essere un motivo in più e non in meno per
esserne orgogliosi e fieri, poiché rappresentano la vittoria nella
sua forma più pura, disinteressata e trasparente.
Meriterebbero la prima pagina di tutti i quotidiani e l'apertura di ogni notiziario televisivo: i loro volti, le storie incredibili (di dolore e gioia) andrebbero raccontate nei particolari. Si tratta di autentiche imprese sportive ed esistenziali; altro che le luccicanti, patinate e stucchevoli vicende di “campioni” normodotati, strapagati, viziatissimi e spesso analfabeti la cui apparente lucentezza abbaglia e ricopre le magagne e la corruzione del calcio, che, solo a volte viene a galla.
Allora,
è cosa buona e giusta dare il risalto che merita all'impresa dei
ragazzi della squadra nazionale di basket. Altro che normalità. "Vola alta, parola, cresci in profondità" scriveva in un tempo perduto il poeta Mario Luzi. Perché il nome è la parola che si dà a ciò si può vedere e toccare. Così per un momento, solo un attimo, quel popolo ignorato e di poche parole, sempre etichettato, anzi stigmatizzato dall'ipocrita buonismo corrente, quelle persone abbandonate dall'attenzione sociale, o dai riflettori dei mass media sotto cui vengono ogni tanto piazzati a seconda degli interessi speculativi del momento, finalmente si accendono una luce da sole, mostrando nei loro innegabili talenti umani tutte le loro ferite; da cui a volte si guarisce. A volte, diventando veri campioni del mondo: eroi nella vita e nello sport.
https://www.youtube.com/watch?v=ZPHOep_hWtY
https://www.youtube.com/watch?v=oPhezAlvXpE
https://www.youtube.com/watch?v=ZPHOep_hWtY
https://www.youtube.com/watch?v=oPhezAlvXpE