di
Gianni Lannes
Acciaio a buon mercato o esistenze umane e vite naturali? Profitto economico o etica? Proteggere
vite umane, bonificare e preservare la bellezza naturale,
salvaguardare la storia, valorizzare l'archeologia della Magna Grecia
a Taranto e provincia. Invece il governicchio grulpiddino manda in
onda il peggio. Lo scudo penale promesso alla multinazionale
franco-indiana Arcelor Mittal dal primo ministro pro tempore Giuseppe
Conte è in sostanza una licenza di uccidere ancora operai, persone,
soprattutto bambini e territorio. Insomma, è una condotta criminale
avallata dalle più alte cariche dello Stato.
Ecco la cronaca documentata a livello istituzionale. Promesse
mai mantenute dallo Stato italiano: il 30 novembre 1990 con
deliberazione del consiglio dei ministri, il “territorio della
provincia di Taranto è stato dichiarato area ad elevato rischio di
crisi ambientale”. Già allora, il ministero dell'Ambiente e la
regione Puglia, di concerto, avrebbero dovuto avviare concretamente il
disinquinamento. Invece niente, anzi l'inferno sulla terra e nel mare
Jonio, usato peggio di una discarica ecomafiosa proprio dallo Stato
tricolore, grazie alla compiacenza anche del governatore Nichi Vendola (rinviato a giudizio). L'11 luglio del 1997 fu la volta dell'ennesima
deliberazione del consiglio dei ministri. Infine con decreto del
presidente della repubblica, datato 23 aprile 1998, fu varata solo
sulla carta l'“Approvazione del piano di disinquinamento del
territorio della provincia di Taranto”. La salute dei bambini vale più di qualsiasi posto di lavoro.
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