di Gianni Lannes
Morti premature, soprattutto di chi si è appena affacciato
alla vita in Europa: soltanto in Italia le vittime sono state circa 21 mila in più del previsto nel 2017. Lo scarico atmosferico degli aerei civili e militari avvelena
ed uccide infinitamente di più del morbillo, eppure il problema è
sistematicamente eluso dalle autorità, nonostante i tanti strombazzanti proclami
pubblici.
«L'inquinamento dell'aria è dato dalla contaminazione
dell'ambiente indoor o outdoor da parte di agenti chimici, fisici o biologici
che modificano le caratteristiche naturali dell'atmosfera» ha sentenziato l’ISPRA.
I dati sull’inquinamento atmosferico relativi all’Italia
pongono il nostro Paese in una situazione di forte criticità in quanto il 98%
dei bambini sotto i 5 anni vive in aree dove le concentrazioni di PM2.5 sono al
di sopra dei livelli raccomandati dall’Oms per la tutela della salute.
L’analisi dei dati di qualità dell’aria per il 2016 mostra nelle aree urbane,
distribuite su tutto il territorio nazionale, concentrazioni medie annuali di
PM2.5 superiori al valore Oms (10 μg/m³), raggiungendo livelli medi
di 18 μg/m³ al Nord (su cui pesa la
presenza del bacino Padano), di 16 μg/m³ al Centro e di 13 μg/m³ al Sud.
Inquinamento atmosferico e salute dei bambini Il 91 per
cento della popolazione mondiale è mediamente esposto a livelli degli
inquinanti nell’aria al di sopra dei valori raccomandati dall’Organizzazione
mondiale della sanità (Oms) per la salvaguardia della salute, e ciò riguarda
anche, e soprattutto, i bambini che rappresentano un segmento di popolazione
particolarmente vulnerabile.
Sono alcuni dei dati che emergono dal documento “Air
pollution and child health: prescribing clean air” pubblicato dall’Oms a
ottobre 2018. Il rapporto evidenzia ancora una volta la rilevanza
dell’inquinamento atmosferico outdoor e indoor per la salute dei bambini - un
problema rimasto lettera morta - che nella Conferenza Ministeriale Ambiente e
Salute dei 53 Stati della Regione europea dell’Oms (Ostrava, 2017) era già
stato riconosciuto come una delle principali priorità di sanità pubblica, da
affrontare attraverso il rispetto delle linee guida Oms, tramite un processo
continuo di miglioramento della qualità dell’aria.
Tra i principali effetti sanitari dell’inquinamento
dell’aria nei bambini, vengono segnalati, oltre ad una ridotta funzione
polmonare, asma, infezioni acute delle basse vie respiratorie, problemi nello
sviluppo neurocomportamentale, obesità, otite, per arrivare infine ad alcuni
tumori infantili, quali ad esempio leucemie e retinoblastomi, che possono
essere associati ad esposizioni della madre agli inquinanti cancerogeni
dell’inquinamento atmosferico nel periodo prenatale. Occorre inoltre
sottolineare che le esposizioni in età infantile, oltre a determinare effetti
misurabili nel bambino stesso, si proiettano anche negli anni successivi
rendendo l’individuo più vulnerabile durante tutto il suo percorso di vita.
L’attuazione di azioni di prevenzione adottate durante la fase critica
infantile-adolescenziale possono quindi produrre immensi benefici per la salute
pubblica in termini di riduzione del carico di patologie e costi sanitari.
Nelle città inquinate si è più esposti al rischio di ictus
ed infarto. E’ quanto ha stabilito uno studio risalente al 2010 condotto da
un’équipe composta da esperti dell’Harvard School of Public Health, del
Policlinico di Milano e del centro trombosi della Fondazione ospedale Maggiore.
La ricerca, pubblicata sugli Archives of Internal Medicine, mette sul banco
degli imputati le polveri sottili, suscettibili di provocare un’infiammazione
delle cellule immunitarie delle vie aeree e addirittura di provocare modifiche
nel DNA, con conseguenze devastanti per la salute. Come ha spiegato il dottor
Pier Mannuccio Mannucci, professore ordinario di medicina interna
all’Università di Milano:
«Le
cosiddette polveri sottili attivano in senso infiammatorio le cellule immunitarie
presenti nelle vie aeree, in particolare i macrofagi alveolari. Queste cellule
residenti nei bronchi e nei polmoni, contaminate dalle polveri, cominciano a
produrre grandi quantità di 6 citochine, che innescano una generale reazione
infiammatoria, la quale può manifestarsi sotto forma di asma o allergia
respiratoria, ma può anche dare origine a un evento trombotico, a causa degli
effetti pro-coagulanti del mediatore stesso».
I dati analizzati hanno riguardato un campione di 2000
persone, residenti in Lombardia con risultati a dir poco allarmanti: per ogni
incremento di 10 microgrammi di PM10 per metro cubo d’aria, si registra un
aumento del 70% del rischio di trombosi. Gli effetti degli inquinanti
atmosferici si palesano già dopo una settimana trascorsa in una città
particolarmente inquinata. Finora la ricerca si era concentrata principalmente
sui danni dell’inquinamento atmosferico alle vie respiratorie, trovando
associazioni tra l’aumentato numero dei casi di asma e reazioni allergiche e
l’incremento delle polveri sottili nell’aria. Alcuni studi avevano ipotizzato
un aumento dei picchi di asma vicino alle autostrade, così come un maggior
rischio di ipertensione per chi viveva in quartieri inquinati. Ma l’effetto
dello smog sulla salute va ben oltre, come dimostra questo studio e come ha
spiegato lo stesso Andrea Baccarelli, responsabile del Centro di epidemiologia
molecolare del Policlinico di Milano, coordinatore della ricerca:
«Gli
effetti dell’inquinamento atmosferico non si fermano all’apparato respiratorio
ma coinvolgono molti altri distretti dell’organismo, tra cui il sistema
cardiocircolatorio».
È più pericoloso dell’alcol, secondo una ricerca pubblicata
da Lancet nel 2011. È il primo fattore di rischio d’attacco cardiaco e precede
in graduatoria perfino la cocaina e le altre droghe, incalza Tim Nawrot
dell’università belga di Hasselt. È una delle maggiori emergenze di sanità
pubblica a livello europeo, aggiunge l’epidemiologa Sylvia Medina,
dell’Istituto francese di vigilanza sanitaria. Che provocasse un aggravarsi dei
sintomi di asma, allergie, con rischi enormi per lo sviluppo dei polmoni dei
bambini, aumento di eczema e rinite allergica, incremento delle patologie
respiratorie se ne era già discusso e accertato in precedenti studi. La ricerca
ha inoltre da tempo appurato che vivere vicino ad arterie stradali esponesse ad
un rischio maggiore di subire un ictus o un infarto. Dunque, l’inquinamento
atmosferico provocherebbe lo stesso numero di infarti dell’alcol, del caffè e
del troppo sport. A sostenerlo è uno studio effettuato da un’équipe di
ricercatori afferente alla Hasselt University di Diepenbeek ed all’Università
Cattolica di Lovanio in Belgio. Gli esperti spiegano che dei fattori studiati,
la cocaina è quella che è maggiormente in grado di provocare un infarto, ma il
traffico vanta la maggiore fetta di popolazione esposta. La ricerca è apparsa
sull’autorevole rivista di divulgazione scientifica The Lancet ed ha preso in
esame 36 ricerche precedenti sull’argomento. Dai dati estrapolati è emerso che
lo smog aumenta il rischio di infarto del 5%, il caffè di 1,5 volte e l’alcol
di 3 volte.
L’Italia è anche quella con un'abbondanza di fonti
rinnovabili come l'acqua potabile o l'energia solare, e che invece costruisce
il TAP per importare meglio gli idrocarburi e distruggere le sue bellezze
naturali, o che buca una montagna d'amianto per farci passare un treno inutile.
Riferimenti:
World Health
Organization. The world
health report 2002 -
Reducing risks, promoting
healthy life. Geneva: WHO; 2002.
Ezzati M, Lopez AD, Rodgers A, et al. Selected major risk factors and global and regional
burden of disease. Lancet 2002; 360: 1347-60.
APHEIS -
Air Pollution and
Health: a European Information System. Health impact
assessment of air pollution in 26 European cities. Second-year report 2000-01.
https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS1470-2045(06)70545-9/fulltext?code=lancet-site
http://old.iss.it/binary/cmpo/cont/notiziario.1130416015.pdf
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=21+mila
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2018/11/perche-le-scie-degli-aerei-diventano_28.html
https://www.focus.it/ambiente/ecologia/le-strisce-degli-aerei-sono-pericolose
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=21+mila
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2018/11/perche-le-scie-degli-aerei-diventano_28.html
https://www.focus.it/ambiente/ecologia/le-strisce-degli-aerei-sono-pericolose