di Gianni Lannes
Anche in Australia brindano allo scempio dell'Italia per strappare oro nero di pessima qualità dal nostro mare, con rischi incalcolabili e ricadute negative sul piano ecologico, sanitario ed economico della Puglia. I
ministri Galletti e Franceschini ancora una volta hanno regalato il via libera ad
una multinazionale straniera (dopo le regalìe alla Spectrum, ora
hanno beneficiato la Global Petroleum Limited) con tanto di decreto firmato il
31 agosto 2017, per cercare idrocarburi nel basso Adriatico, infischiandosene
dei danni ambientali. Il presidente della Regione Michele Emiliano del partito democratico che fa? Tace? Forse è ancora in vacanza, oppure è già in letargo?
L'indagine la tecnica si svolgerà con l’air gun
(un cannone acustico), di cui sono ormai noti gli effetti negativi sulla fauna
e sull’ecosistema marino. Inoltre i fondali di questa zona, oltre a essere
particolarmente ricchi di biodiversità marina e confinanti con siti protetti
dalla rete ecologica Natura 2000, sono particolarmente delicati, perché
disseminati di vecchi ordigni bellici. Infatti, in questa zona dell'Adriatico,
sono state scaricate a mare dagli angloamericani un grande quantitativo di
bombe inesplose caricate con aggressivi chimici e successivamente, alla fine
degli anni '90, dai cacciabombardieri che partecipavano alla guerra in Kosovo,
quando rientravano nella basi NATO presenti sul territorio italiano.
Il progetto RED COD (Research on Environmental
Damage caused by Chemical Ordnance Dumped at Sea - contratto numero B4 -
3070/2003/3686585/SUB/D.3) ha individuato ben 20 mila ordigni in quattro aree
campione, anche se si stima che le bombe inabissate potrebbero essere circa 1
milione. La multinazionale petrolifera ha liquidato la questione sostenendo che
non è presente alcuno studio in bibliografia che ne attesti un’eventuale
correlazione o fattore di rischio ed è quindi da considerare un rischio
improbabile. La Global Petroleum ha dichiarato, inoltre, che la strumentazione
utilizzata consiste in una serie di cavi posti a poche decine di metri al di
sotto della superficie del mare e che non devono mai entrare in contatto con il
fondale, ma è altrettanto vero che le grosse bolle d’aria subacquee dirette
verso i fondali emesse dagli air gun, quando implodono, producono suoni di
fortissima intensità; tali da essere considerati la dinamite del nuovo
millennio. Non c'è, quindi certezza del fatto che nessun ordigno venga
perforato o fatto esplodere a seguito dell'utilizzo di questa tecnica e se ciò
avvenisse gli effetti sarebbero devastanti per l'intero ecosistema marino.
Inoltre, la distribuzione a macchia di leopardo riportata sulle carte nautiche
ufficiali potrebbe interessare un’area ancora più vasta di quella conosciuta,
in quanto è possibile che i pescatori, attraverso l’uso delle reti a strascico,
abbiano spostato gli ordigni presenti sui fondali. Global Petroleum ha scorporato
un unico progetto in più lotti per eludere i limiti della legge numero 9 del 1991 secondo cui: “l’area del permesso
di ricerca deve essere tale da consentire il razionale sviluppo del programma
di ricerca e non può comunque superare l’estensione di 750 kmq”. La somma
totale di queste quattro aree corrisponde a 2.994,7 kmq. Alla fine le trivelle a tutto spiano distruggeranno per sempre il mare Adriatico che impiega circa 100 anni per il ricambio superficiale delle sue acque.
riferimenti:
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