Nella teoria dell'argomentazione si chiama
"avvelenamento del pozzo" la procedura di delegittimazione che
investe tutto ciò che una persona afferma (Argumentum ad hominem). E' solo una
delle innumerevoli forme di fallacia, ossia di mossa argomentativa corretta
solo in apparenza che occulta l'erroneità logica dei negazionisti prezzolati e
non, allo scopo di ingannare le persone.
La fabbrica del falso: ecco gli analfabeti funzionali al sistema di potere, assoldati dal ministero della verità assoluta. Il vero scoop è oggi dire la verità. La menzogna è la protagonista assoluta delle chiacchiere pubbliche contemporanee. Il suo ruolo è emerso prepotentemente in occasione della guerra ambientale e non convenzionale in atto, così come per la deriva totalitaria tricolore relativa all’imposizione coercitiva di un’overdose vaccinale senza alcuna giustificazione scientifica in assenza di epidemie e/o pandemie. Una volta le verità indicibili del potere erano coperte dal segreto o dalla ragion di Stato (strage di Ustica, ad esempio). Attualmente il silenzio e il segreto sono armi spuntate, che qualche raro ricercatore può però svelare. Perciò la verità inconfessabile deve essere occultata o neutralizzata in altro modo. Quindi si propinano all’opinione pubblica versioni di comodo dei fatti, cioè mere opinioni e così si distrae l’attenzione generale. Ma prima di tutto si inquina l’argomento, etichettandolo come folle o “complottista”. L’immagine rinvia evidentemente alla situazione in cui un minimo quantitativo di veleno, gettato in un pozzo, riesce ad uccidere un’intera comunità: l’avvelenatore compie una sola azione, ma gli effetti sono disastrosi.
Il lessico parla chiaro: il complottista è colui
che realizza i cosiddetti complotti, non chi li analizza. La negazione ostinata
ed illogica delle straripanti irrorazioni belliche che hanno reso il cielo ormai
plumbeo, e conseguentemente un pericolo per la salute di ogni essere vivente,
non è un’affermazione scientifica, ma una mera opinione personale, a differenza
delle prove oculari quotidiane del tragico fenomeno. Un'evidenza accessibile
anche ai non vedenti che vantano un buon olfatto.
Il terreno su cui si combatte la guerra contro la
verità imbarazzante per i governi telecomandati dal complesso
militar-industriale, è quello del linguaggio. Si tratti di convincere
l’opinione pubblica dell’utilità di una guerra di conquista sotto mentite
spoglie, oppure di tranquillizzarla con la falsità del surriscaldamento della
terra: il potere delle parole è decisivo per la costruzione e il consolidamento
del consenso. Esistono, non a caso, luoghi comuni e parole-chiave. Esse
presuppongono che la realtà debba essere occultata. Comprendere significa
“prendere assieme”, ovvero “considerare un evento nel suo contesto”.
L’altra faccia della messa in scena è per
l’appunto ciò che viene spinto fuori scena. Fotografare significa inquadrare, e
inquadrare vuol dire escludere, selezionare a monte. Le chemtrails (termine
coniato dall'US Air Force) come il controllo totale del corpo umano attraverso
l’imposizione vaccinale sono soltanto l'aspetto palese della guerra ambientale
scatenata non solo per modificare il clima, ma soprattutto per sottomettere
definitivamente e globalmente il genere umano. Quindi, un nuovo sistema di
controllo sociale con ricadute sanitarie e ambientali. A una verità gridata e
messa in scena corrisponde sempre una verità taciuta e rimossa. L’importanza di
un riflettore non dipende da ciò che illumina, ma da quello che decide di
lasciare al buio. Siamo all’estetica dell’occultamento e della rimozione.
Verità rimossa sta per verità negata, però le prove esistono. Negare la
verità significa sempre negare dei fatti, rimuoverne l’esistenza. Perché? La
verità può venire coperta in senso tutt’altro che metaforico. Come sapeva
Adorno, “appartiene al meccanismo del potere vietare la conoscenza del dolore
che produce”. La rimozione pura e semplice della verità è un atteggiamento che
può ritorcersi contro chi lo mette in atto. Ciò è evidente nel caso estremo
della censura che se scoperta ha il difetto di rivelare cose molto più
importanti e significative di quante ne avrebbe rivelato la notizia censurata.
Anziché censurare una notizia, si può ottenere lo stesso effetto limitandosi a
distorcerla. Per questa strada si può giungere agevolmente sino a capovolgere
completamente la verità dei fatti. Questa tecnica è il metodo della sineddoche
indebita. Si tratta di una figura retorica antica usata dai mass media in
Italia, ma non solo. E consiste nel trascegliere all’interno di una fenomeno
complesso (modificazioni artificiali del clima o controllo sanitario dle genere umano) un elemento irrilevante e
comunque non caratterizzante e utilizzarlo quale elemento qualificante per
descrivere e definire tutto quel fenomeno.
Non è necessario che la verità non esista, basta
cambiarle i connotati. In questo caso lo strumento più diffuso è l’eufemismo,
espressione di una delle malattie politico-morali più diffuse attualmente:
l’ipocrisia. Gran parte degli eufemismi comporta una semplice riformulazione
tranquillizzante e rassicurante attraverso il quale il fenomeno viene
addomesticato e reso apparentemente innocuo, ossia non più in grado di
suscitare reazioni ostili, ossia indignazione e protesta. E’ fin troppo
evidente, allora, l’importanza che assume il dominio del linguaggio.
Il nuovo approccio nordamericano al controllo
sociale non consiste tanto nel controllo di ciò che pensiamo, bensì nel
controllo di ciò a cui pensiamo. La verità messa in scena ha il suo doppio
necessario nella verità rimossa. In alcuni casi essa non è necessaria. La
verità può essere semplicemente ignorata: quando l’informazione mediatica si
riduce a intrattenimento, chiacchiericcio, quando l’agenda politica getta sul
proscenio il pupazzo multiuso della guerra al terrorismo ricacciando indietro i
cruciali problemi ambientali e sociali. Con questa mossa la gente pensa ad
altro. Le persone hanno smesso di guardare il cielo o di esaminare la realtà, infatti avanzano a testa china.
Il campionario delle menzogne istituzionali e dei silenzi che
circondano la guerra ambientale o il bombardamento di vaccini è impressionante.
Non abbiamo a che fare con una singola menzogna o serie di menzogne. Siamo
dinanzi a una strategia complessa, a un’autentica politica istituzionale della
menzogna di Stati, multinazionali, università e centri di ricerca cooptati con
fiumi straripanti di finanziamenti. Su ognuno di questi aspetti esistono alla
portata di tutti, cioè di chi vuol vedere e capire, ormai prove e testimonianze
addirittura sovrabbondanti.
L’avvelenamento del pozzo è un strategia retorica
attualmente in uso contro chi svela fatti destabilizzanti come il genocidio in
atto per stravolgere il clima: si delegittima in anticipo qualunque cosa un
avversario possa dire, insinua od il sospetto circa la sua cattiva fede, o
scarsa correttezza, o scarsa credibilità; l’eventuale verità proposta in
seguito dalla persona scomoda sarà pubblicamente ignorata, considerata priva di
rilevanza, o decisamente accolta come falsità. In tal modo qualsiasi verità
risulta fin da principio contaminata da uno sfondo di preliminare sospetto. I
negazionisti non argomentano, ma urlano, inveiscono, intimidiscono, usano la
violenza verbale sulla base di un’irrazionalità di fondo. L’analisi
dell’argomentazione è legata alla logica (teoria del ragionamento), alla
retorica (teoria della persuasione), alla filosofia (teoria della verità).
Chi e come ha messo in scena le menzogne che
circondano l’aerosolchemioterapia bellica alla stregua del trattamento sanitario obbligatorio
per i vaccini agitando il pretesto della
sicurezza sanitaria contro i popoli dell’Europa? In apparenza lo schema è
lineare: il regista è rappresentato dagli interessi delle multinazionali belliche
USA, l’attore principale è la politica ammaestrata, lo strumento
l’informazione. In realtà regista e attore sono una cosa sola, come dimostra il
fatto che gran parte dei membri più importanti dei governi a stelle e strisce
ha svolto ruoli di comando nelle industrie militari.
La cosiddetta informazione è attualmente
l’amplificatore dell’ideologia dominante. Essa si basa sui luoghi comuni e sui
cliché dominanti, sulle metafore influenti. Questo insieme di luoghi comuni, di
cliché e frasi fatte, di pregiudizi e metafore rappresentano le griglie
concettuali entro cui si collocano le singole informazioni di cui ogni individuo
viene in possesso. Sono queste cornici che strutturano l’esperienza umana sia pure in una realtà ormai virtuale. E
sovente, quando i fatti non si adattano a questi schemi, sono questi ultimi a
prevalere e i fatti vengono ignorati. Schemi falsi di lettura della realtà
hanno conseguenze durature dell’affermare cose non vere su un singolo
avvenimento. Un punto di vista sbagliato non si cambia con la stessa facilità
con cui si individua la falsità di un singolo fatto; inoltre, un punto di vista
errato fa intravedere una serie di fatti e di eventi in modo distorto. Il dubbio è il movente della civiltà umana, non la cieca obbedienza alle autorità. Comunque,
il peggio deve ancora arrivare con il ministero della verità assoluta di prossima istituzione. La storia è fatta dalle minoranze attive. Alla
repressione segue la ribellione.
riferimenti:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=butac
riferimenti:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=butac
Bel sito davvero il loro: spruzzano (restando in tema aeronautico) verita' da tutti i pori...ah ah ah, ma per fortuna le persone cominciano a svegliarsi anche se, purtroppo, lentamente.
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