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Gargano - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
di Gianni Lannes
C’era una volta. Colori, odori e sapori ormai
scomparsi. Però non è un rimpianto del mondo antico, bensì una sintetica analisi della realtà. Dalla produzione, lo sfruttamento ha inglobato la sfera del consumo
introducendo merci adulterate e nocive, ed ha invaso i beni naturali indivisibili
(acqua, aria, terra) modificandone lo status chimico-fisico fino a generare
zone di incompatibilità vitale.
Mai come ora le tradizioni popolari, ad uso e consumo del folklore turistico, hanno subito uno
svuotamento di quei sensi che per secoli le avevano giustificate. Il trapasso della
società contadina, il tramonto di un modello formativo di tipo orale, la
sparizione della civiltà del vicolo e la lotta al passato, a ciò che
rappresentava di arcaico.
La modernità ha significato soprattutto benessere
materiale e consumi, ha comportato un salto nell’elettronica e nella
tecnologia, ha promosso l’acculturazione di massa; ma ha prodotto anche un
analfabetismo di ritorno e un livellamento al ribasso dovuto alla
superficialità, alle distrazioni della velocità. Più di tutto ha significato la
progressiva morte della vita corale e della vita di relazione offerte un tempo
dalla piazza e dalla strada. Una vita attenta esclusivamente al ritorno in
soldoni, incapace di accettare il fantastico, il mito, la memoria, la riflessione
sul metafisico. In questa logica perversa i primi a sparire sono stati i
soggetti deboli del consorzio umano e del panorama naturale. Nelle famiglie
sono retrocessi i vecchi, degradati a scarti umani da sopportare o abbandonare
previa spremitura economica. In città e nelle campagne sono svaniti gli animali
domestici, da pascolo e da traino; in compenso sono rimasti a bivaccare quelli
da salotto. E sempre più in fretta stanno sparendo le foreste, i boschi, la
flora, i fiumi, tra inquinamento e desertificazione forzata. Al contempo
aumentano i tentativi di manipolare le fonti genetiche della natura senza
rispetto di regole, separando ricerca e coscienza, come nel caso dell’invasivo
frumento da laboratorio.
riferimenti:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=sacro
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