fonte: Buig mare 2015 |
di Gianni Lannes
Se non si veleggia basta scorrere il bollettino ufficiale degli
idrocarburi o gli avvisi ai naviganti della marina militare italiana, per
rendersi conto dei danni ambientali arrecati al mare italiano con il beneplacito
di chi comanda a palazzo chigi, sia pure per conto terzi. Per la cronaca documentata: Paolo Gentiloni,
è lo stesso individuo che da ministro degli esteri ha ceduto segretamente alla
Francia il 21 marzo 2015, nel senso che il parlamento tricolore non ha ratificato la decisione
dell’allora capo della Farnesina, ben 339, 9 chilometri quadrati del Mar
Tirreno settentrionale. Ma c’è di peggio.
E che aggiungere a quanto già rilevato su questo diario internautico l'anno scorso, a proposito delle autorizzazioni ministeriali alla Spectrum nell'Adriatico, da Ravenna fino a Santa Maria di Leuca, nel silenzio dei cosidetti ambientalisti italidioti sempre troppo impegnati a prendere di mira le ben remunerate poltrone istituzionali, unitamente agli onorevoli analfabeti funzionali al sistema di potere dominante? O vogliamo parlare dei danni arrecati adesso al cuore della riserva marina delle Isole Tremiti, precisamente a Pianosa dal progetto speculativo Monita per favorire gli imprenditori tedeschi in Montenegro? Ovviamente i mass media telecomandati con giornalsiti incorporati venduti al miglior offerente, dall'estero non danno le notizie cruciali. Perché i politicanti parassiti del belpaese sono sempre tanto generosi mettendo a disposizione delle multinazionali straniere, appunto le risorse naturali dell'Italia? Per chi ancora non lo sapesse: la tecnologia dell'idrogeno è già realtà. La politica nostrana è un fossile da archiviare subito. Toc toc: il cosiddetto "sblocca Italia" (decreto legge 12 settembre 2014, poi convertito in legge 11 novembre 2014, numero 164), l'ha fatta Renzi o sbaglio?
E che aggiungere a quanto già rilevato su questo diario internautico l'anno scorso, a proposito delle autorizzazioni ministeriali alla Spectrum nell'Adriatico, da Ravenna fino a Santa Maria di Leuca, nel silenzio dei cosidetti ambientalisti italidioti sempre troppo impegnati a prendere di mira le ben remunerate poltrone istituzionali, unitamente agli onorevoli analfabeti funzionali al sistema di potere dominante? O vogliamo parlare dei danni arrecati adesso al cuore della riserva marina delle Isole Tremiti, precisamente a Pianosa dal progetto speculativo Monita per favorire gli imprenditori tedeschi in Montenegro? Ovviamente i mass media telecomandati con giornalsiti incorporati venduti al miglior offerente, dall'estero non danno le notizie cruciali. Perché i politicanti parassiti del belpaese sono sempre tanto generosi mettendo a disposizione delle multinazionali straniere, appunto le risorse naturali dell'Italia? Per chi ancora non lo sapesse: la tecnologia dell'idrogeno è già realtà. La politica nostrana è un fossile da archiviare subito. Toc toc: il cosiddetto "sblocca Italia" (decreto legge 12 settembre 2014, poi convertito in legge 11 novembre 2014, numero 164), l'ha fatta Renzi o sbaglio?
Come mai il
governo italiano, violando gli impegni assunti con il recepimento sia pure in
ritardo della Direttiva comunitaria Offhsore (mediante il decreto legislativo 18
agosto 2015, numero 145), si rifiuti ancora oggi di prevedere una
programmazione delle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi da
sottoporre a Valutazione Ambientale Strategica, mentre procede ad aprire Valutazione di Impatto Ambientale
sulle singole istanze per permessi di ricerca offshore, che rappresentano la
categoria più numerosa tra le procedure oggi aperte (37,5% con 6 istanze su 16;
seguono 3 per autostrade, 2 per impianti idroelettrici, 2 per reti ad alta
tensione, 2 per porti, 1 per aeroporti).
Perché l’esecutivo Gentiloni non dà finalmente
concreta attuazione a quanto previsto dall’articolo 5 del decreto legislativo
n. 145/2015 di recepimento della Direttiva europea “Offshore”, che prevede sia
garantita la partecipazione pubblica tramite alle procedure di valutazione ambientale
strategica su piani e programmi, per valutare organicamente e cumulativamente i
possibili effetti sull’ambiente delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi,
nell’interesse delle popolazioni e degli enti locali?
A conti fatti l’Italia non ha una strategia
nazionale energetico/climatica richiesta dopo l’Accordo di Parigi dell’ONU
risalente al 2015 (entrato in vigore il 4 novembre 2016) che punti
convintamente sulle fonti rinnovabili, sul risparmio e l’efficienza energetica,
chiudendo al più presto il capitolo delle fonti non rinnovabili più inquinanti.
Prova ne sia l’ostinazione nel mandare l’operazione speculativa dell’Energas-Kuwait
Petroleum a Manfredonia, dove i soliti boiardi prevedono di impiantare un
gigantesco impianto di gas a petrolio liquefatto, a rischio di incidente rilevante,
secondo le direttive Seveso.
riferimenti:
DECRETO LEGISLATIVO 18 agosto 2015, n. 145
Attuazione della direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle
operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e che modifica la direttiva
2004/35/CE. (15G00159) (GU Serie Generale n.215 del 16-9-2015)
note: Entrata in vigore del provvedimento: 17/09/2015
LEGGE 7 ottobre 2014, n. 154
Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee
e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea
2013 - secondo semestre. (14G00167) (GU Serie Generale n.251 del 28-10-2014)
note: Entrata in vigore del provvedimento: 12/11/2014
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