di Gianni Lannes
Un padre della patria che ha
contribuito a svenderla al peggior offerente. A proposito: che fine hanno fatto le
2.452 tonnellate di oro italiano?
Dall'aprile 1993 al maggio 1994 Ciampi fu presidente del Consiglio, alla guida di un governo che varò i primi provvedimenti contro l’Italia stabiliti nell’incontro del Britannia il 2 giugno 1992: la privatizzazione di numerose imprese pubbliche e le prime operazioni di dismissione nel settore bancario. Ciampi fu anche ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, nel governo Prodi (dall'aprile 1996 all'ottobre 1998) e nel governo D'Alema (dall'ottobre 1998 al maggio 1999). Fondamentale fu il suo contributo al raggiungimento dei deleteri ed incostituzionali parametri previsti dal Trattato di Maastricht, permettendo così l'ingresso dell'Italia nell'euro. Ciampi ha sottolineato nel suo libro A un giovane italiano: «L’introduzione della moneta unica è stato un momento alto nella storia dell’Europa. Per la prima volta un gruppo di Stati ha deciso, senza la pressione di una minaccia esterna, di rinunciare alla propria sovranità monetaria».
Dall'aprile 1993 al maggio 1994 Ciampi fu presidente del Consiglio, alla guida di un governo che varò i primi provvedimenti contro l’Italia stabiliti nell’incontro del Britannia il 2 giugno 1992: la privatizzazione di numerose imprese pubbliche e le prime operazioni di dismissione nel settore bancario. Ciampi fu anche ministro del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica, nel governo Prodi (dall'aprile 1996 all'ottobre 1998) e nel governo D'Alema (dall'ottobre 1998 al maggio 1999). Fondamentale fu il suo contributo al raggiungimento dei deleteri ed incostituzionali parametri previsti dal Trattato di Maastricht, permettendo così l'ingresso dell'Italia nell'euro. Ciampi ha sottolineato nel suo libro A un giovane italiano: «L’introduzione della moneta unica è stato un momento alto nella storia dell’Europa. Per la prima volta un gruppo di Stati ha deciso, senza la pressione di una minaccia esterna, di rinunciare alla propria sovranità monetaria».
Questi ultimi erano tutti quei rifiuti che,
essendo stati oggetto di quotazione nella Borsa merci italiana, ottenevano
automaticamente l'inserimento in un elenco compilato dal Governo e pubblicato
sulla Gazzetta ufficiale. A quel punto, solo sulla carta, ovvero nominalmente,
il rifiuto pericoloso diventava un bene prezioso, sottratto a tutta la
normativa prevista per i rifiuti, cosicché l’azienda che lo produceva poteva
smaltirlo come voleva, senza obblighi e senza controlli per la tutela
dell’ambiente.
Così in pochi anni nella Borsa tricolore si quotò
di tutto, anzi soprattutto le scorie più nocive per la vita. Tanto è vero che
il primo elenco di questi cosiddetti “rifiuti preziosi”, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale del 10 settembre 1994, contiene tutti i rifiuti industriali
smaltiti illegalmente. Basti dire che si tratta di ben 35 pagine di Gazzetta a
corpo minuscolo che contiene un elenco di 194 rifiuti, divisi in 24 sottogruppi
tra cui spiccano quelli dell’industria chimica.
La trovata piacque non solo a Ciampi che l’aveva
sottoposta all'ignaro pubblico, ma anche a tanti altri successori del centro
sinistra e del centro destra. Infatti questo decreto legge, pur non essendo mai
stato convertito in legge, fu reiterato, ossia approvato, da tutti i governi
successivi (Berlusconi, Dini, Prodi, a prescindere dalle maggioranze di
governo, per ben 17 volte.
La Corte costituzionale nell’ottobre del 1996
dichiarava illegittima una reiterazione così prolungata del famigerato decreto
legge e ne sanciva la nullità.
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/09/unione-europea-uninvenzione-unitesd.html
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https://www.youtube.com/watch?v=Joj4syv6R5s
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