foto di Mauro Pili |
di Gianni Lannes
Peggio di una colonia di cavie a buon mercato, silenti e obbedienti. Qui hanno già realizzato all'insaputa di tutti, il settimo deposito nazionale di scorie radioattive, ovviamente in completa insicurezza. Nella punta più estrema del sud Sardegna, nel comune di Teulada, è operativo fin dal 1957 un poligono militare permanente per esercitazioni terra-aria-mare affidato all’esercito italiano e messo a disposizione della North Atlantic Treaty Organization, nonché delle multinazionali che producono armi e armamenti anche nucleari, a totale disprezzo della vita degli autoctoni. In sostanza, da 60 anni lo Stato italiano affitta territori immensi di questo straordinaria isola, per testare strumenti di morte a danno dell'ignara popolazione.
Qualche giorno fa il deputato Mauro Pili, invece di stravaccarsi al mare o in montagna per 40 giorni (a spese del contribuente), come gran parte dei suoi colleghi, ha scoperto e documentato l’esistenza in loco, addirittura di un deposito - in condizioni di insicurezza - di rifiuti radioattivi, sottoposto a “segreto di Stato”, in ovvia violazione delle norme regionali, nazionali ed europee. Già dall'anno 2000 lo Stato Maggiore della Difesa tricolore ha in mano relazioni scottanti sul livello di inquinamento radioattivo dei poligoni, documenti inopinatamente sottoposti a segreto militare.
Il poligono permanente risulta essere il secondo in Italia per estensione, con 7.200 ettari di aree, cui si sommano i 75.000 ettari delle zone di restrizione dello spazio aereo e le zone interdette alla navigazione marittima. Tali aree sono normalmente impiegate per le esercitazioni di tiro terra-mare, precludendo uno specchio d’acqua di circa 450 chilometri quadrati alla navigazione e alla pesca, con simulazioni d’interventi operativi e sperimentazione di nuovi armamenti.
Nel portale della regione Sardegna si legge:
«Il
grande poligono sardo è suddiviso in quattro aree addestrative (Alfa, Bravo,
Charlie e Delta) e in una zona d’installazioni permanenti che fa capo alla
Caserma S. Pisano. L’area Alfa è percorribile da ruotati e cingolati e consente
lo svolgimento di attività a livello di gruppo tattico, aereocooperazione,
schieramento di artiglierie e aviolancio. L’area collinare Bravo contiene al
suo interno il poligono di tiro per armi individuali e di reparto di Portu
Tramatzu ed è utilizzata per lo svolgimento di attività con armi di reparto,
mortai, mitragliatrici, nonché per lo schieramento di artiglierie. L’area
Charlie, costituita da un costone collinoso e da una zona pianeggiante,
permette lo svolgimento di attività a fuoco di complesso minore, lo
schieramento di mortai, l’impiego di unità anfibie nonché attività concernenti
la scuola di tiro per missili teleguidati. Infine l’area Delta, costituita da
una penisola interdetta al transito dei mezzi e delle persone per la presenza
di residuati esplosivi, utilizzata però come area d’arrivo per colpi di mortaio
ed artiglierie, missili, sganci d’emergenza di aerei e per tiri navali contro
costa e bombardamenti aerei».
La Sardegna subisce da 60 anni una grave penalizzazione a causa degli oneri eccessivi rappresentati dalle servitù militari, le quali occupano oltre 35 mila ettari di territorio sottratto alla disponibilità della popolazione, che fanno della Sardegna l’entità regionale maggiormente gravata (62 per cento del totale delle servitù militari italiane).
In Sardegna è stato testato segretamente fino al
1975, in violazione del trattato di non proliferazione (TNP) un missile a
testata nucleare (Alpha).
All’Isola di Santo Stefano nell’arcipelago della Maddalena (parco nazionale marino) dal 1972 al 2008 ha imperversato una base nucleare dell’U.S. Navy. L’area non è stata mai bonificata.
La Maddalena: nave balia e sommergibile nucleare U.S.A. - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
All’Isola di Santo Stefano nell’arcipelago della Maddalena (parco nazionale marino) dal 1972 al 2008 ha imperversato una base nucleare dell’U.S. Navy. L’area non è stata mai bonificata.
Da anni la minoranza attiva del popolo sardo chiede la chiusura dei
poligoni militari, la bonifica delle aree inquinate e la restituzione delle
aree alla comunità.
I militari con i loro segreti..tutti segreti di morte! È ora di finirla di avvelenare, ammalare questa penisola! Italiani gregge di pecore, giornalisti veri, magistratura vera (se esiste ancora), parlamentari veri(se esistono ancora) gettiamo fuori dai coglioni i militari statunitensi avvelenatori dalla nostra penisola: che vadano ad avvelenare le loro terre...oppure che gettino i rifiuti tossici ed i veleni irrorati solo nella bocca dei negazionisti (che a questi saltimbanco piace ardentemente subire ed essere contaminati)! LA C O S T I T U Z I O N E Italiana (se esiste ancora) PARLA DI POPOLO SOVRANO E DI AMBIENTE S A L U B R E!!!!
RispondiEliminaChe schifo..sn proprio scemi
RispondiEliminaGli scemi siamo noi che non ci siamo ribellati e non ci ribelliamo tutt'ora
EliminaSos dominadores faghent gasi. De su dominiu chi ant ne faghent su chi cherent. Sa Sardigna no est discriminada, est dominada si non cumprendimus custu amus a sighire a pensare chi si podat cuntratare cun s'istadu un possibile solutzione.
RispondiEliminaIl solito scenario di scempio ambientale e interessi occulti...
RispondiElimina