BIOGRAFIA

28.7.16

ECOMOSTRO DI PUGLIA: LA REGIONE NON L’ABBATTE MA LO METTE ALL’ASTA!



foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)
 foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

di Gianni Lannes


Alla voce speculazione istituzionale. In riva al mare Adriatico, un faraonico centro turistico (di proprietà della Regione Puglia) totalmente abusivo come hanno sentenziato gli atti giudiziari fino alla Cassazione, arredato di tutto punto e mai entrato in funzione, realizzato a Baia Campi, nel Gargano, con fondi pubblici. Uno sperpero gigantesco di denaro degli ignari contribuenti, ad opera dei governanti regionali a partire dal 1984. Italia Nostra - o meglio i presidenti Floriano Villa e Giovanni Losavio - aveva chiesto invano, la sacrosanta demolizione ed il ripristino dello stato dei luoghi, mentre taluni esponenti locali della medesima associazione vanno a braccetto con gli speculatori.
Emiliano che fa, invece di demolire il mastodontico abuso edilizio? Recentemente, dopo una nuova valutazione dell’agenzia del demanio, la nuova base d’asta è stata fissata a 9,4 milioni di euro. La delibera della giunta regionale di Michele Emiliano prevede che se le prime due aste andranno deserte si scenderà a 8,5 milioni. Un succulento investimento per la mafia che ha ormai contaminato l'economia legale.



L'espresso - 25 ottobre 2006
Ne scrissi a suo tempo, sul settimanale L’Espresso e sul quotidiano Il Corriere della Sera, mentre il governatore dell'epoca Nichi Vendola, voleva farne un casinò.
 Preda del totale degrado: albergo, piscina olimpionica, campi da tennis, auditorium, lavanderia, ristorante nonché annessi e connessi, che dovevano servire almeno sulla carta, addirittura a lanciare il cosiddetto “sviluppo turistico” della montagna del sole. In realtà, un ritornello propagandato dagli anni '60, sempre di moda che serve a mascherare la speculazione edilizia più squallida, legalizzata dallo Stato e dagli enti locali, a vantaggio esclusivo dei soliti noti prenditori di risorse naturali e collettive.

Un gioco d'azzardo, altro che legalità. E gli autoctoni? Banalmente eterodiretti dai tempi dell'annessione dei Savoia, a parte la parentesi di rivolta locale dei patrioti definiti briganti. Insomma, i garganici tacciono genuflessi come sempre, rimorchiati dagli eventi decisi altrove, oggetti e mai soggetti indipendenti. Il Gargano, come l'Italia, è ormai una colonia in declino comatoso.


riferimenti:
   








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