il corpo senza vita di Aldo Moro a Roma in via Caetani (9 maggio 1978) |
di Gianni Lannes
E’ scomodo anche da morto, e le autorità
bardate a festa con il tricolore, preferiscono dimenticare certe cose, sorvolando maldestramente alla spicciolata, mandano in onda la solita ipocrisia istituzionale. Altro che festeggiamenti nel centenario
della nascita: le omissioni prendono il nome di quelle strane dimenticanze sull’assassinio di Moro. Ieri il
nuovo inquilino del Quirinale, Sergio Mattarella, ha partecipato alla cerimonia
di inaugurazione dell’Anno accademico dell’Università a Bari, in occasione del
centesimo anniversario della nascita di Aldo Moro, a cui è intitolato l’ateneo
del capoluogo pugliese. Il capo pro tempore dello Stato tricolore, colonia a stelle e strisce dal 1943 (grazie all’armistizio
di Cassibile), però, si è limitato a deporre una corona di fiori, invece di esigere dall'ineletto Renzi di revocare il segreto di Stato sul caso.
Sia ben chiaro urbi et orbi: Aldo Moro non è morto di vecchiaia, ma è stato barbaramente assassinato. Già nel 1974, in veste di ministro degli esteri era stato pubblicamente minacciato di morte, se avesse dato vita ad un governo di centro sinistra, dal criminale impunito Henry Kissinger. Proprio nel ’74 (nella notte fra il 3 e 4 agosto) sarà realizzata dalla Central Intelligence Agency, usando manovalanza italidiota, la strage dell’Italicus che costò la vita a 12 persone e provocò 48 feriti, oltre ai danni materiali. Si trattava di un treno su cui doveva salire il presidente Moro, che la scampò all’ultimo momento, grazie ad una soffiata di una parte dell’intelligence nostrana, fedele alla Costituzione repubblicana, e non alla famigerata Nato. A proposito: perché mai i magistrati italiani non hanno mai interrogato Steve Pieczenik, il consulente di Cossiga? E per quale ragione gli assassini e i carcerieri di Moro, pur condannati all'ergastolo sono stati tutti liberati per disposizione governativa italiana? Ma quale verità, e che ingiustizia? Qual è stato il vero prezzo della trattativa con lo Stato e i terroristi telecomandati ed eterodiretti dall'estero?
La caratteristica fondamentale di Moro è la
centralità dell’essere umano, e la volontà continua di comprendere, mai
escludere, nemmeno gli avversari. Dunque, l'etica, prima di tutto: un valore universale.
Che singolare coincidenza. Peppino Impastato, fu ucciso in Sicilia, il 9 maggio 1978, lo stesso giorno in cui fu ritrovato a Roma in via Caetani, il corpo senza vita di Moro. Ma questa è un’altra storia, anzi, a pensarci bene, è sempre la stessa.
La figlia Agnese, prima di rivolgersi con una
missiva ad alcuni responsabili dello stragismo degli anni Settanta, ed anche
della morte del padre, ha scritto una toccante pagina dedicata al giorno di
quella tragedia. La si può leggere a pagina 161 de Il libro dell’incontro,
edito nel 2015 da “il Saggiatore”. Parole di Agnese Moro:
«Prima di mettermi a
scrivere la lettera per voi ex ho voluto per un momento all’origine di tutto
questo. Volevo essere certa di non aver dimenticato, di non aver annacquato il
passato e quello che è successo a mio padre. Così ho riletto il referto della
sua autopsia, perché è quel corpo- sono quei corpi- l’unico fatto
inequivocabile, e, in maniera scarna e definitiva, la nostra realtà. Ho riletto
e pensato tanto ai quindici minuti che gli sono rimasti da vivere dopo i vostri
spari, o che gli sono serviti per morire. Leggendo mi sono chiesta che cosa
fosse successo in quei minuti; se avete aspettato che morisse per trasportarlo,
o se è morto ‘cullato’ dal movimento della macchina. Ho ricordato anche la
feritina a mezza luna, lì dove gli mancava un pezzetto di pollice portato via
da una pallottola, ma anche il suo volto assolutamente sereno. Ho pensato a
qualche altra cosa che mi ha ferito, come l’inutile cattiveria di averci privato
delle sue parole di addio per dodici anni, anni nei quali, nelle nostre vite è
successo di tutto. Dopo queste letture e dopo questi ricordi sono stata davvero
sicura di non aver annacquato nulla; che il mio cammino verso di voi- come il
vostro verso di noi- è stato fatto senza semplificare, e senza mettere niente
tra parentesi».
riferimenti:
Salve,
RispondiEliminamolti non lo sanno, ma Aldo Moro doveva morire nel 1964 ... e lo rivelò proprio Pecorelli su "Il Nuovo Mondo d'Oggi" del 19 Novebre 1967 !
Per comprendere chi commissionò e chi uccise veramente Aldo Moro, dopo quella strage di Vuia Fani e quei 55 gioni di sequestro, bisognerebbe comprendere
1°) chi erano I RANGER del 1964 ?
2°) chi era il Tenente Colonnello dei Paracadutisti Roberto Podestà ?
3°) chi fu quel EX Ministro della difesa, che agiva d'accordo con altre personalità politiche e che diede istruzioni al Tenente Colonnello Roberto Podestà ???
http://www.misteriditalia.it/casomoro/inchieste/MORO(1964Morodovevamorire).pdf