BIOGRAFIA

14.11.15

PARIGI: STRAGE DI STATO E CONTROLLO DI MASSA




di Gianni Lannes


Della serie: terrorismo di Stato e vite umane spezzate per sempre. La paura collettiva è la più efficace arma di controllo delle masse, basta iniettarla ogni tanto anche a piccole dosi. Senza scrupoli chi comanda manda in onda, come da copione, l’ennesima macelleria di civili (ben 128 persone assassinate a sangue freddo) per instaurare uno stato di emergenza e sospendere le libertà civili. Possibile che i servizi di sicurezza francesi, tra i più efficienti al mondo, non sapessero niente? Mai sentito nominare Eurogendfor? Una mattanza ha diversi scopi: intanto spaventa e distrae l’opinione pubblica, porta fuori scena temi scottanti per piazzare sul proscenio un episodio cruento. Attenzione: accadrà ancora, anche in Italia.

La Direzione generale della sicurezza esterna (Dsge) ha sviluppato uno dei sistemi di ascolto e intercettazioni di massa più estesi al mondo; un piano che si basa sulla collaborazione sugli operatori via cavo Alcatel e Orange e si avvale delle intese spionistiche con Nsa e Government communications headquarters (quartier generale delle comunicazioni del governo britannico). Nel 2011 Parigi ha investito una montagna di denaro pubblico in Osmos e Bull, due multinazionali al vertice nel settore delle intercettazioni e delle comunicazioni in rete. I loro programmi analizzano in tempo reale il contenuto del traffico e individuare quasi chiunque. Insomma, il governo Valls sta perfezionando tecniche e tecnologia per entrare sempre più nelle vite private dei francesi, ma anche all’estero (vedi Italia).

Così per restringere ulteriormente i diritti civili e far approvare una legge liberticida evitando le maglie della Corte europea dei diritti civili che impone che qualsiasi ingerenza nella vita privata sia «prevista dalla legge», c’è voluto un primo attentato a gennaio ed un altro ancora. Insomma, hanno preso ad esempio il governo di Washington che l’11 settembre 2001 mise in atto gli attentati a New York per legittimare la guerra contro Afghanistan e Irak.

In nome della sicurezza la gente è disposta a tutto. Ma quale emergenza islamica? Una situazione del genere legittima il governo d'oltralpe fare la guerra nel terzo mondo per  rubare ancora più indisturbatamente le risorse altrui (alla voce Africa e Medioriente). L’attuale primo ministro Manuel Valls ha presentato così la legge sull’intelligence come una delle principali risposte a questi eventi di morte, sostenendo di voler «rafforzare le capacità giuridiche di agire dei servizi di intelligence» (conferenza stampa, 21 gennaio 2015).

Il 19 marzo 2015 il disegno di legge - presentato dal deputato socialista Jean-Jacques Urvoas, viene adottato dal Consiglio dei ministri. E Valls lo stesso giorno nella conferenza stampa conferma mentendo che «non ci sarà alcuna sorveglianza di massa dei cittadini».

La favola del terrorismo (islamico) a Parigi risponde alla solita ipercollaudata strategia del terrore di stampo Central intelligence agency: Del resto, chi ha inventato l’ISIS?  Inoltre il Pentagono preme per imporre più spese militari a favore della Nato, per la cosiddetta difesa in Ue. Non si dimentiche in Francia esiste il partito organizzato e più anti europeo del vecchio continente Europa: il Front National di Le Pen.

In definitiva: spaventare la gente e continuare a tamburo rullante con messaggi subliminali tv del genere: «tutta la Ue non solo la Francia è sotto attacco… ci vogliono misure eccezionali di controllo (dichiarazione fulminea del fantoccio Hollande). Approvare norme che con il pretesto del terrorismo sopprimono qualsiasi tipo di protesta (in particolare contro la Ue). E poi, militarizzare definitivamente sotto lo scudo spaziale a stelle e strisce l'intero Continente: strategia dell’eccezionalità che diventa normalità senza che la gente lo comprenda minimamente. Infine, mantenere lo stato di allarme costante attraverso attacchi periodici per far accettare misure sempre più restrittive e sempre più pericolose per quel residuo di democrazia ormai ridotto a niente.

Singolare coincidenza: il primo ad intervenire con messaggi del tipo 11 settembre è stato appunto mister Obama, e una frazione dopo Hollande ha rincarato la dose dichiarando «Siamo terrorizzati. Non sappiamo da dove vengono questi terroristi». E’ una strategia del pericolo indefinito e ignoto che giustifica una protezione dello Stato limitando sempre più la libertà del cittadino. In Italia lo hanno già sperimentato negli anni ’70, e sappiamo perché. Io so e ho le prove.







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