di Gianni Lannes
Mare Nostrum?
Assolutamente no, piuttosto: mare monstrum. Non è una battuta, ma si può fare
sempre finta di niente come le autorità statali ed europee. In gran parte
dell'Adriatico, dello Jonio e del Tirreno l'inquinamento radioattivo è presente
da anni, come ben sanno le autorità locali, nazionali e internazionali. Di recente,
addirittura, è stato autorizzato in Toscana, lo scarico a mare (nel santuario
dei cetacei) della centrale nucleare militare (ex Camen, poi Cresam, infine
Cisam) di San Piero a Grado.
Non solo a ridosso della Calabria e della Sicilia. Quanti sanno che a largo di Rimini giace una nave imbottita di scorie nucleari, ben nota da decenni ai governi tricolore?
foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Non solo a ridosso della Calabria e della Sicilia. Quanti sanno che a largo di Rimini giace una nave imbottita di scorie nucleari, ben nota da decenni ai governi tricolore?
Le bandiere blu? Una truffa comunitaria sponsorizzata anche
da Legambiente. Non ci credete? Allora, date un'occhiata agli studi scientifici
a partire dagli anni '60 ai giorni nostri. Quanta cinica ipocrisia che induce nelle masse l'assuefazione al peggio, e ci sono pure apparati europei, statali e regionali nonché privati che speculano sulla salute umana.
Non è tutto. I mari dell'ex belpaese - con il beneplacito dei governanti italidioti - sono stati trasformati in discariche industriali e belliche al servizio di nazioni "alleate" (per modo di dire).
L'Italia che ha
abolito le centrali nucleari con due referendum popolari (1987, 2011), corre
ancora il rischio - nelle aree marine di transito e a ridosso delle aree
portuali delle città dove sostano unità nucleari - che si verifichi un
incidente ai reattori atomici di bordo. Esiste inoltre il problema del transito
di scorie radioattive francesi (plutonio) nel Mediterraneo. Il plutonio è un
elemento radioattivo presente in vari reattori nucleari. Una dispersione di
plutonio contaminerebbe il mare per oltre 24 mila anni (durata del dimezzamento
radioattivo del plutonio). Lo scienziato Enzo Tiezzi ha argomentato: «Un chilo
di plutonio disperso nell’ambiente rappresenta il potenziale per 18 miliardi di
cancro al polmone. Un milionesimo di grammo costituisce una dose letale». Anche
il cesio 137 non scherza: è un prodotto di fissione dell'uranio e ha un'emivita
di 30 anni. E così altri radioisotopi che hanno contaminato il Mediterraneo e
le acque costiere italiane, come hanno certificato le analisi del Criirad di
Parigi e dell'Università della Tuscia nell'arcipelago della Maddalena.
Inoltre, l'Italia non ha un piano di sicurezza nucleare (pure obbligatorio) a protezione della popolazione. Il nodo cruciale è unicamente il livello di inquinamento
letale per la vita presente e futura.
riferimenti:
http://www-pub.iaea.org/MTCD/publications/PDF/te_1105_prn.pdf
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/05/pisa-in-mare-rifiuti-radioattivi.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=porti+nucleari
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=scorie+nucleari
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/08/due-navi-radioattive-inabissate-nel.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/03/germania-francia-gran-bretagna-svizzera.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/04/navi-dei-veleni-stati-e-multinazionali_16.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/03/in-puglia-abbandonati-rifiuti.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/10/litalia-non-ha-un-piano-di-sicurezza.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=porti+nucleari
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=scorie+nucleari
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/08/due-navi-radioattive-inabissate-nel.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/03/germania-francia-gran-bretagna-svizzera.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/04/navi-dei-veleni-stati-e-multinazionali_16.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/03/in-puglia-abbandonati-rifiuti.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/10/litalia-non-ha-un-piano-di-sicurezza.html
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