di Gianni Lannes
Gli sterminatori del popolo di Palestina, sono tra i pochi al mondo a non aver sottoscritto il
trattato di non proliferazione nucleare (TNP), e a non consentire ispezioni internazionali. Eppure, hanno fabbricato
segretamente un arsenale atomico di guerra destabilizzando il Medioriente. La prima rivelazione è del tecnico Mordechai
Vanunu, prontamente rapito a Roma dal Mossad nel 1986 - grazie alla compiacenza del governo tricolore e in seguito del magistrato Sica - così imprigionato per 18 anni, dopo un
processo farsa.
L’avventura atomica di Tel Aviv è decollata nel 1954 previo accordo
di cooperazione con la Francia (Parigi nel 1960 compie in Algeria il primo
test nucleare, e il popolo algerino ne paga ancora le conseguenze sul piano del danno sanitario e ambientale). Nel 1959 Israele firma un altro accordo nucleare con la
Norvegia. Addirittura nel novembre del 1968 il governo di Israele, o meglio il Mossad
fa sparire nel Mediterraneo la nave Scheerberg A (battente bandiera ombra liberiana) partita da Anversa e diretta a Genova con un carico
di 200 tonnellate di uranio naturale, destinato alla Saica di Milano. E dirotta il mercantile nella terra promessa. Nonostante una denuncia la Cee, l’International Atomic Energy Agency e il
governo italiano fanno finta di niente.
Nel 1974 la CIA redige un rapporto in cui attesta la produzione di bombe nucleari nel deserto del Negev. Nel 1979 il Mossad compie un attentato in Francia per sabotare la fornitura nucleare all’Irak. Il 27 giugno 1980 decolla da Marsiglia un carico di uranio arricchito al 93 per cento destinato a Bagdad. I governi di Parigi e di Roma che avevano stipulato lucrosi affari nucleari e bellici con il regime iracheno in cambio di petrodollari, si mettono d’accordo e sacrificano casualmente il Dc 9 Itavia. Così, l’aviazione israeliana inviata dal premier Begin compie un clamoroso errore, ed abbatte il volo civile italiano che precede l’areo francese con il carico strategico. Il 28 giugno 1980 l’IAEA procede all’ispezione nucleare in Irak. Il 7 giugno 1981 l’aviazione israeliana bombarda il centro nucleare di Al Tuwaitha in Irak, allestito da Francia e Italia. E questa volta Tel Aviv rivendica l’ennesimo atto di terrorismo internazionale. Seguono le minacce pubbliche di Begin all’Italia. Più recentemente e a più riprese, il governo sionista ha minacciato bombardamenti sul complesso nucleare in allestimento dell'Iran.
Nel 1974 la CIA redige un rapporto in cui attesta la produzione di bombe nucleari nel deserto del Negev. Nel 1979 il Mossad compie un attentato in Francia per sabotare la fornitura nucleare all’Irak. Il 27 giugno 1980 decolla da Marsiglia un carico di uranio arricchito al 93 per cento destinato a Bagdad. I governi di Parigi e di Roma che avevano stipulato lucrosi affari nucleari e bellici con il regime iracheno in cambio di petrodollari, si mettono d’accordo e sacrificano casualmente il Dc 9 Itavia. Così, l’aviazione israeliana inviata dal premier Begin compie un clamoroso errore, ed abbatte il volo civile italiano che precede l’areo francese con il carico strategico. Il 28 giugno 1980 l’IAEA procede all’ispezione nucleare in Irak. Il 7 giugno 1981 l’aviazione israeliana bombarda il centro nucleare di Al Tuwaitha in Irak, allestito da Francia e Italia. E questa volta Tel Aviv rivendica l’ennesimo atto di terrorismo internazionale. Seguono le minacce pubbliche di Begin all’Italia. Più recentemente e a più riprese, il governo sionista ha minacciato bombardamenti sul complesso nucleare in allestimento dell'Iran.
riferimenti:
Nessun commento:
Posta un commento
Gradita firma degli utenti.