Roma, 16 marzo 1978, strage in via Fani e rapimento di Aldo Moro |
di Gianni Lannes
Ammazzato per aver rivelato ai suoi carcerieri i segreti NATO. Brigate rosse? No, brigate atlantiche (Gladio). Chi aveva "occhi per vedere",
"orecchie per sentire", "onestà intellettuale", si domandava semplicemente: "a chi giova" (cui prodest)? I patrioti avevano compreso immediatamente chi furono i mandanti
(gli USA), quali furono gli esecutori (i servizi segreti nostrani), quali
furono le coperture (dirigenti DC). E gli italidioti? Non vogliono vedere, non voglio
sentire, non vogliono capire. Ieri come oggi la storia si ripete in peggio, e così mandano in onda la solita inutile commissione parlamentare, tanto per gettare fumo negli occhi della gente.
Ancora adesso, dopo 37 anni, lo Stato tricolore, ovvero i vari governi telecomandati da Washington, Renzi tutto compreso (non eletto dal popolo sovrano, bensì piazzato dal Napolitano) mantengono sottoposti a segreto di Stato (le menzogne di Cossiga & Andreotti), ben 12.500 documenti sul caso Moro.
Cosa attende la magistratura italiana ad arrestare almeno Steve Pieczenik, inviato dalla White House per fare il lavoro sporco nel 1978? Giustizia non è fatta: quei cosiddetti "brigatisti" (ad esempio i fantocci criminali Moretti e Morucci) che sanno troppo (alla voce trattativa occulta), sono in libertà nonostante siano stati condannati a svariati ergastoli.
Non ricordo bene chi l'ha scritto ma bastava seguire il consiglio: "Colui che beneficia maggiormente da un crimine/evento è il principale indiziato". Qualcuno all'epoca aveva capito che di rosso le brigate avevano poco.
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