di Gianni Lannes
Tullio De Mauro, nato a Torre Annunziata il 31 marzo del 1932, è uno dei maggiori linguisti europei, nonché esponente tra i più illustri della cultura italiana. Il professor De Mauro, fratello del giornalista Mauro De Mauro, assassinato in Sicilia nel settembre del 1970 per aver scoperto il golpe Borghese e le modalità di eliminazione di Enrico Mattei, ha condotto un'importante ricerca sul campo: "Sete di informazione e analfabetismo di ritorno".
Secondo l'accademico della Crusca soltanto il
20 per cento degli italiani è in grado di orientarsi nella vita della società
contemporanea.
L'analfabetismo di ritorno non è una piaga d'Egitto,
bensì dell'Italia contemporanea che magari sfoggia la tecnologia commerciale
all'ultima effimera moda, ma poi non sa leggere e scrivere addirittura nella
propria lingua madre.
Tra l'altro, in Europa, attualmente, italiane ed
italiani sono i meno acculturati, quelli che in media leggono e studiano meno.
E gli effetti si vedono e si sentono nella vita quotidiana.
Poi ci sono gli analfabeti funzionali, quelli che il
linguista Tullio De Mauro, in un suo pregevole e puntuale studio ha indicato in
soggetti che pur laureati tornano ignoranti.
La premessa spiega le distorsioni nella percezione
della lingua scritta, che ho analizzato a proposito dei sismi indotti dalle
attività belliche degli Stati Uniti d'America in mezzo mondo, Italia compresa.
Forse il nodo cruciale è che in Italia l'opinione
pubblica non esiste. Affiora ogni tanto soltanto un chiacchiericcio, nulla più.
L'agenda dei temi di interesse generale è dettata dal sistema di potere
dominante.
La politica, poi, è ormai soltanto il perseguimento
di interessi personali, non la realizzazione del bene comune e così prevalgono
i gretti egoismi ed affiora il razzismo. L'Italia non ha una classe dirigente
in qualsiasi ambito. E i nuovi analfabeti - numerosi siedono attualmente in Parlamento e al Governo, pur vantando qualche titolo di laurea - aumentano sempre più. Il sistema dominante ha deciso così per non correre il rischio di essere destabilizzato. Infatti, la conoscenza rende liberi.
Bel post. Condivido e condivido su fbook.
RispondiEliminaSe vuoi puoi cercare su google qualche mio post (bloggo anche io) e ho un pensiero simile al tuo, ma più pesante forse 8).
Se ti va cerca quarto potere quinto potere andrea di gennao blogspot e trovi il mio articolo.
Non metto il link per non "autopromuovermi".
Buon blogging!