BIOGRAFIA

19.1.24

USA: ESPANSIONE OCEANICA!

 

 

di Gianni Lannes

Dopo aver sterminato i nativi d'America, avendo già colonizzato, sfruttato all'inverosimile e inquinato mezzo mondo terrestre, adesso la guerrafondaia Washington, pur in palese decadenza geopolitica ed economica, si annette senza sparare un colpo, nuove aree marine, pari a un territorio d'acqua salata vasto un milione di chilometri quadrati, circa tre volte la superficie dell'Italia. Chi lo ha deciso? A stabilirlo non è stata l'ONU, bensì il Dipartimento di Stato Americano - dietro cui si profila il complesso bellico-finanziario-industriale - il quale, infatti, ha incluso nel proprio territorio sette aree marine in prossimità dell'Artico, dell'Atlantico (costa orientale), del Mare di Bering, del Pacifico e delle isole Marianne, oltre a due aree nel Golfo del Messico. Il DOS ha affermato che gli Stati Uniti hanno spostato le proprie linee che determinano la superficie del proprio Paese di oltre le 200 miglia nautiche, circa 360 chilometri, dalle proprie coste. L'area più vasta, tra quelle aggiunte, si trova nell'Artico, dove la nuova piattaforma sposta di oltre 560 chilometri il confine degli Stati Uniti verso est e di oltre 1.000 chilometri verso ovest.

In base alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), la piattaforma continentale è quella parte del fondale marino su cui uno Stato costiero esercita diritti sovrani riguardo all'esplorazione e sfruttamento delle risorse naturali, compresi giacimenti di petrolio e gas, nonché altri minerali e risorse biologiche del fondale marino. La piattaforma continentale legale si estende fino a una distanza di 200 miglia nautiche dalla sua costa, o oltre se la piattaforma si estende naturalmente oltre tale limite.

Secondo il diritto internazionale e la convenzione di Montego Bay risalente al 1982, allo Stato costiero sono attribuiti i diritti di sfruttamento economico anche della piattaforma continentale. In tal modo gli Stati a cui appartengono piattaforme continentali possono sfruttare in modo esclusivo risorse minerarie, presenti sulla superficie e nel sottosuolo di tali piattaforme. Il Senato degli Stati Uniti non aveva mai ratificato quel trattato.

Riferimenti:

Gianni Lannes, Italia USA e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.

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