BIOGRAFIA

5.8.19

PUGLIE


 Gilan ©

 di Gianni Lannes

Non esiste la Puglia, unica, omogenea, lineare e standardizzata (stile uso e consumo), bensì esattamente il contrario di una mera cartolina turistica. Insomma, più anime e tanti idiomi: un microcosmo del Mediterraneo ricco di visioni, ma anche contraddizioni e speculazioni. Più Oriente che Occidente, di certo non una merce. Crocevia di culture: dai Monti Dauni al Gargano, dalla Murgia al Salento fino allo squarcio di Taranto e dintorni. Una terra segreta, misteriosa, ancestrale, dai tanti volti e radici, che abbaglia per i suoi paesaggi naturali, i suoi colori e per la sua luce meridiana, approdo e punto di partenza per un viaggio nella storia, sospeso tra presente e futuro. Lo stereotipo è duro da scalfire. C'è stato un tempo in cui tutto qui era un paradiso.

La metà oscura: quasi ovunque percolati di cemento armato sul mare a sfregiare la bellezza liquefatta con un diluvio di turisti, calca opprimente e una criminalità che non si arresta.

Pietraie incandescenti e colline di boschi, greggi di sassi, fossili quaternari incastonati nella roccia e tetti nei centri storici che si prendono per mano come i bambini. Luce, storia e musica che sa di speranza, di pensieri solari che si possono avverare nel presente.

Il prodigio è vedere ancora i bimbi giocare, vociare, lasciarsi andare alla spensieratezza, nonostante l'onnipervadente tecnologia. Niente televisione, niente telefonini, insomma nulla di nulla, solo le loro voci e la voglia di allegria. Acqua, cielo, luce, vento e terra sospesa sul blu marino sono luoghi dell'essere. 

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