BIOGRAFIA

11.2.14

DAUNIA LIBERA

Daunia - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)






di Gianni Lannes


Quale Sud se muoiono o fuggono anche le intelligenze? Allora, autodeterminazione, autogoverno, emancipazione,  libertà di progredire e tanto altro ancora. Artefici e protagonisti in prima persona del nostro destino.

Dove Oriente e Occidente si mescolano e fondono mirabilmente. C'era una volta l'antico, creativo e fiero popolo dei Dauni, la cui scoperte fondamentali (le stele) si devono al noto archeologo di fama internazionale, professor Silvio Ferri.

E’ uno dei territori più estesi d’Italia, abitato attualmente da circa 640 mila persone autoctone: ha una superficie di 6.965 chilometri quadrati e comprende 61 comuni. Gargano, Tavoliere e Monti Dauni sono sfruttati dai tempi dell’annessione forzata dell’Italia nel 1861, nonostante la ribellione popolare repressa nel sangue dalla legge Pica.

Con la regione Puglia non è andata meglio: a farla da padrone assoluto è sempre Bari che ha sottratto risorse alla Capitanata sfruttandola a più non posso. Dagli anni ’60 a tutt’oggi sono stati asportati illegalmente alla Daunia miliardi di metri cubi di gas, mentre le multinazionali dell’oro nero si accingono a massacrare anche il suo mare per rubarne il petrolio. Un paradosso che grida giustizia: oggi i Dauni pagano la bolletta del gas estratto nel sottosuolo di questo territorio, alla società francese EDF, mentre due centrali turbogas, Edison a Candela, ed Enplus a San Severo sfruttano questa risorsa per un profitto privato. In cambio, però, entrambe, rilasciano inquinamento.



Benedetta dalla geografia ma violentata dai politicanti. La stessa Regione ha disseminato i Monti Dauni di impianti industriali eolici che hanno deturpato le nostre montagne, e non sazia di tanto scempio, ha autorizzato la realizzazione di compolessi fotovoltaici che sottraggono terra fertile all’agricoltura.

Dulcis in fundo, prima Fitto poi Vendola hanno autorizzato il gruppo Marcegaglia (società ETA) a installare illegalmente, violando le normative di protezione sanitaria ed ambientale, di un inceneritore rifiuti, fatto passare inizialmente per una centrale a biomasse, truffando anche lo Stato al fine di percepire un finanziamento pubblico illecito (alla voce contratto d’area ideato da Romano Prodi).

La Daunia, addirittura non ha un aeroporto che possa definirsi tale, nonostante l’orografia e la sua storia aviatoria, nonché la posizione strategica in Italia.
La Daunia non ha una rappresentanza politica, a nessuno livello c’è qualche figlio di questa terra che fa valere concretamente questi diritti sacrosanti.

"Se il Signore avesse conosciuto questa piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui": parola di Federico II di Svevia.

Di questo luogo straordinario era innamorato il "Puer Apuliae", che a Castelfiorentino, nei pressi di Torremaggiore - dove la giunta Vendola ha rilasciato autorizzazioni a trivellare idrocarburi ed impiantare metanodotti - ha esalato il suo ultimo respiro. 

Qui il sottosviluppo e lo sfruttamento sono programmati e imposti da una cricca politica clientelare. In ragione di presupposti storici, etnici, linguistici, sociali, economici, culturali, antropologici, è ora di staccarsi dalla Puglia per formare una regione indipendente, a cui potrebbe associarsi il Molise. Via da Bari con un referendum popolare: non abbiamo che da perdere subito le catene.

Per dirla con Robert Kennedy:

"Pochi sono grandi abbastanza da poter cambiare il corso della storia. Ma ciascuno di noi può cambiare una piccola parte delle cose, e con la somma di tutte quelle azioni verrà scritta la storia di questa generazione". 

SU LA TESTA POPOLO DAUNO!




1 commento:

  1. Complimenti GIANNI !!! Anche se i nostri consiglieri dauni fossero capaci ed onesti, il problema si risolverebbe solo in parte. Potremmo solo CONTROLLARE i Peucezi e Messapi molto più numerosi in Consiglio Regionale. Ma se si tratta di DECIDERE dove fare i tagli o a chi bisogna aiutare, saremo sempre PERDENTI anche con consiglieri capaci e trasparenti. Infatti, la sofferenza della Daunia ha iniziato ad aumentare di molto da quando nel 1977 su passato quasi tutto alle Regioni. Non Dauni con una densità di popolazione di circa 90 per Kmq non potremmo mai competere con la provincia di di Bari che ne ha circa 330 e con la provincia di Lecce che ne ha circa 290 per Kmq? IMPOSSIBILE!!! Il Molise ha invece una densità molto più simile a noi con i suoi circa 70 per Kmq e quindi un rapporto più rispettoso tra Dauni e Molisani avendo stesse necessità e stessi problemi.
    Un abbraccio - Franco Cuttano

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