tag:blogger.com,1999:blog-3548119401193049172.post316547137669426516..comments2024-03-26T11:40:09.692+01:00Comments on Su La Testa!: I NOSTRI TELEFONINI RUBANO LA VITA IN AFRICAGianni Lanneshttp://www.blogger.com/profile/12086384499414866692noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-3548119401193049172.post-62291175772154427162015-02-16T10:36:01.918+01:002015-02-16T10:36:01.918+01:00Spero nella legge karmica....quelli che stanno sub...Spero nella legge karmica....quelli che stanno subendo simili nefandezze sono gli stessi che in altre vite le hanno imposte.<br />E ' solo cosi' che si paga....Non fare algli altri quello ecc.ecc...Nonna Abelardahttps://www.blogger.com/profile/16967557971658254013noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3548119401193049172.post-73548561757256948002015-02-13T10:39:02.583+01:002015-02-13T10:39:02.583+01:00Ho partecipato ad una missione come medico volont... Ho partecipato ad una missione come medico volontario, 4 anni fa, nel sud Kiwu, regione nel nord est del Congo,la regione ricca di miniere di oro e coltan, ma teatro del genocidio negli anni 90 fra etnie Hutu vs Tutsi . Missione organizzata dalle onlus Gente in cammino e Medici in Africa ambedue genovesi. E' stata un'esperienza traumatizzante sia dal punto di vista emotivo che fisico. Da Roma ad Addis Abeba, quindi Kampala (Uganda) e Tappa a Kigali, capitale del Rwanda. Da li in macchina fino a Bukawu lungo le belle strade del paese delle mille colline. Superata la frontiere congolese si fa un grande salto indietro nel tempo.La natura è bellissima e a tratti primordiale, non esistono strade ma solo sentieri in terra rossa che, dopo ogni pioggia improvvisa giornaliera, si trasforma in fango tremendamente appiccicoso . Impieghiamo oltre due ore per percorrere 10 km. Questi sentieri che portano sia verso Bukawu che nei villaggi limitrofi, erano percorsi durante tutto il giorno da un fiume ininterrotto di persone a piedi, vestiti di coloratissima povertà. Ci consigliano di non fotografare. Nell'aria si respirano ancora i miasmi dello scellerato genocidio. Frequentiamo dapprima un piccolo ospedale alla periferia di Bukawu dove eseguiamo alcuni interventi chirurgici insieme a una dottoressa locale, quindi ci spostiamo a Luwingja, un piccolo villaggio a 2000 metri di altezza, dove c'è un piccolo ospedale gestito da un medico indigeno nostro amico. Anche li operiamo come volontari. Offriamo il nostro aiuto anche ai componenti maschili di una tribù dei Mai Mai che avevano percorso a piedi 4 giorni di foresta per giungere a farsi curare . Avevano bisogno anche di un dentista...ma purtroppo era rimasto a Bukawu. Scoprirò dopo che era stata una delle tribù più agguerrite durante il genocidio dei Tutsi.Ho ascoltato dai missionari del posto storie inenarrabili di violenza e sfruttamento delle persone, in modo particolare bambini e donne sia nelle miniere di oro che di coltan. Dappertutto nei sentieri intorno a Luwingja transitavano pick up ricolmi di soldati armati fino ai denti che spesso ci ricoprivano di schizzi di fango al loro veloce e violento passare. I bambini allora lavoravano oltre dieci ore al giorno nelle miniere, a mani nude e privi di qualsiasi altra protezione. La loro vita non valeva nulla. Infatti raccontavano storie che spesso feriti sul lavoro, venivano finiti a bastonate dalle guardie per non sprecare un dollaro, il costo di una pallottola. Quando vedo persone comprare oggetti d'oro o rinnovare continuamente il proprio telefonino,mi tornano alla mente le immagini di quei luoghi, i volti rassegnati dei loro abitanti, le persone operate che ti ringraziavano con un sorriso e cercavano di baciarti le mani, le lunghe file di camion stracolmi di persone e bambini che si recavano alle miniere del sud Kiwu per un giorno di lavoro. Ma un fatto bello e inaspettato mi è accaduto a Bukawu. Un giorno sapendo della nostra presenza è venuta a trovarci una suora francescana, suor Paola. Chi era ? Una mia compagna di studi universitari di Medicina a Genova. Facevamo spesso il tragitto insieme per raggiungere l'Università e avevamo dato molti esami dati lo stesso giorno. Dopo la laurea non l'avevo mai più veduta. Mi raccontò che divenuta anestesista a 40 anni aveva scelto la via religiosa ed ora era missionaria in una tremenda e poverissima periferia di Bukawu. Era distrutta dalla stanchezza e dai ripetuti episodi di malaria sofferta negli anni di missione. Il suo incontro in quel luogo sperduto del mondo fu per me un fatto eccezionale, magico e meraviglioso che solo l'Africa ha saputo donarmi e custodirò sempre gelosamente nei mie ricordi.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/03276942068967388990noreply@blogger.com