di
Gianni Lannes
Vietare
tutto in Italia: un altro segno del declino dello Stato di diritto.
Ultime pessime notizie dal palazzo: la parola d'ordine è
implementare il controllo tecnologico sulla popolazione. Non bastava per i padroncini del vapore, la segregazione forzata in casa di 60 milioni di persone, inclusi i bambini. Un segno di
debolezza: temono anche
lo scambio di informazioni private tra cittadini mediante il telefono.
Dallo Stato di diritto al regime dittatoriale col pretesto della tutela sanitaria inconsistente. Lo Stato, o meglio il governo del Conte bis con tutte le sue diramazioni di sottopotere, è l'autentico spacciatore di verità preconfezionate, ossia menzogne, per reprimere il dissenso critico e sottomettere la gente.
Dallo Stato di diritto al regime dittatoriale col pretesto della tutela sanitaria inconsistente. Lo Stato, o meglio il governo del Conte bis con tutte le sue diramazioni di sottopotere, è l'autentico spacciatore di verità preconfezionate, ossia menzogne, per reprimere il dissenso critico e sottomettere la gente.
Le
iniezioni di paura nel corpo sociale sembrano efficaci, grazie anche
al televirologo fuori cattedra Burioni (bocciato a Camerino, Roma e
Reggio Calabria).
Comunque,
nel belpaese è vietato parlare, è vietato pensare, è vietato
comunicare idee, pensieri e notizie che possano destabilizzare il
sistema marcio fino alle fondamenta. In fondo, la censura non è
altro che il modo concreto di travestire, escludere, eludere o negare
quei contenuti che rischierebbero di mettere in pericolo la presunta
legittimità dell’ordine istituzionale.
La
diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere,
perché conoscere è sapere leggere, interpretare, verificare di
persona e non fidarsi di quello che dicono le autorità e i mass
media. La conoscenza ci fa dubitare, soprattutto del potere
costituito asservito al dominio. L'unica buona notizia, per ora, è la la fine politica dei grullini a 5 stalle.
Il
compito di un governo illuminato è la realizzazione
del bene comune, vale a dire assicurare al popolo il benessere, ma anche la
felicità, non una dittatura per conto terzi nell'Italia senza
sovranità.
Riferimenti: