1.6.15

VENDUTI DAI SAVOIA: 710 MILA MILITARI ITALIANI INTERNATI NEI LAGER




di Gianni Lannes


Ecco in estrema sintesi la tragica storia degli internati militari italiani che negarono la loro adesione alla repubblica mussoliniana di Salò. Dopo lo sbandamento seguito all’8 settembre del ’43, i tedeschi disarmano circa un milione di uomini - a parte il massacro dell’intera divisione Aqui a Cefalonia - di cui 196.000 fuggono o vengono liberati, 94.000 aderiscono prontamente, oltre 13.000 muoiono prima di giungere nei campi di sterminio, e ben 710 mila vengono deportati con lo status di internati militari italiani. Dall’Italia, dalla Francia, dai Balcani, cominciano a partire alla volta del terzo reich lunghe tradotte dove i militari italiani vengono stipati come bestie, dentro vagoni sigillati.

La fame sarà il nemico numero uno per tutto il periodo della prigionia. Il “no” ai nazisti da parte di questi soldati italiani è continuo, netto: ciò che rende ancor più ammirevole questa lotta ignota e senza armi contro il nazifascismo. Ciascuno di questi uomini, per la prima volta e dopo essere stato imbevuto per decenni di ideologia fascista, fa i conti con la propria coscienza. E matura individualmente le proprie decisioni, nelle peggiori condizioni possibili. «Siamo soli - scrive il capitano medico Guglielmo Dothel - non combattiamo più per nessuno ma solo per noi stessi in nome della nostra coscienza, del nostro onore, della nostra dignità di uomini».

La scelta, oltretutto, si rivela tanto più difficile perché la condizione anomala di internato militare (voluta da Hitler), impedisce qualunque controllo e conforto da parte degli organismi internazionali preposti, in primis della Croce Rossa. Senza contare la percezione di un tale abbandono da parte di ciò che resta dello Stato italiano. Paradossalmente, è proprio dentro il lager che i nostri militari troveranno le energie necessarie a sopravvivere, a non piegarsi. Lì nasce quella singolare comunità che Giovanni Guareschi ha definito: “Città Democratica”; il primo germe di democrazia con cui vengono a contatto giovani cresciuti tra fasci littori, adunate di balilla e avanguardisti. Pensate solo quale concentrato di intelligenze e talenti era presente nel campo di Benjaminowo: Guareschi, il caricaturista Novello, il poeta Rebora, il filosofo Enzo Paci, l’attore Gianrico Tedeschi. Quando finita la guerra i sopravvissuti all’orrore del lager torneranno in Italia, troveranno una patria distratta: la ferita aperta dalla catastrofe istituzionale dell’8 settembre va dimenticata. Così la ribellione disarmata di centinaia di migliaia di italiani si trasforma in un’esperienza di cui si tace. E quella drammatica vicenda finisce per essere allontanata dalla memoria collettiva di un belpaese che oggi paga un altissimo prezzo, per la mancanza di un passato condiviso. Aveva ragione Guareschi: «I più pericolosi nemici dell’Italia, mi vado convincendo che sono proprio gli italiani».

Quei rinnegati dei Savoia che pure avevano approvato le leggi razziali, le persecuzioni degli antifascisti, le guerre coloniali in Africa, l’uso dei gas in Etiopia e Libia, riabilitati in tempi recenti da un parlamento di disonorevoli, calpestando la Costituzione repubblicana - non solo all'epoca fuggirono ignominiosamente a Brindisi con la corte e il codazzo di generaloni, ma con l’armistizio corto di Cassibile, firmato dal generale Castellano su ordine del criminale di guerra Pietro Badoglio, il 3 settembre 1943, abbandonarono al loro destino i militari italiani, svendendo contemporaneamente l'Italia agli “alleati” angloamericani. Nei libri scolastici non vi è traccia e in giro non se ne parla. Perché? 


riferimenti:

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=savoia 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/06/criminali-di-guerra-impuniti.html 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=cassibile 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=lager 

1 commento:

  1. Per come già anticipato abbiamo organizzato l' incontro a Roma tra i familiari degli I.M.I. al fine di confrontarci sulle singole esperienze e per determinare una efficace strategia unitaria volta ad ottenere la condanna della Repubblica Federale di Germania al giusto risarcimento dei danni.
    L' incontro si terra in Roma il 24 ottobre 2015, alle ore 10:30 presso l' I.E.O.P.A., che ci ha gentilmente concesso l' utilizzo della sala conferenze, con sede in Piazza della Rovere n. 104, nei pressi del Vaticano.
    Per qualsiasi ulteriore informazione, per suggerimenti, e per confermare la presenza dei partecipanti all' incontro, potremo sentirci sul gruppo Facebook "Risarcimento I.M.I." .
    Speriamo in una massiccia partecipazione all' evento

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