27.3.23

ABRUZZO: EFFETTO VAJONT!

 

La Stampa, 10 novembre 2008



di Gianni Lannes

Catastrofe sismica imminente? I segnali di allarme sono rimasti inascoltati dai governi italiani. Se saltano tre dighe (Enel) che insistono su una faglia sismica attiva che succede all'ignara popolazione sottostante nel teramano? La Commissione Grandi Rischi non esclude, poi nega l'evidenza.



«Nella zona di Campotosto c'è il secondo bacino più grande d'Europa con tre dighe, una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è l'effetto Vajont». Lo ha detto al Tg3, il 22 gennaio 2017 Sergio Bertolucci, presidente della Commissione Grandi Rischi, aggiungendo che «se si avverte un aumento del rischio, bisogna immediatamente renderlo trasparente alle autorità e alla popolazione». Dopo le pressioni politiche Bertolucci ha innestato incredibilmente la marcia indietro. Direttore della Ricerca e del Calcolo Scientifico del CERN l’organizzazione europea per la ricerca nucleare, è un fisico sperimentale noto a livello internazionale per i suoi risultati nel campo della Fisica delle Alte Energie, acceleratori di particelle, strumentazione, informatica, gestione di grandi programmi sperimentali e di infrastrutture di ricerca.

 

L'Unità, 14 maggio 2009

Provvedimenti risolutivi a tutt'oggi? Zero, pari a zero assoluto. Eppure, relativamente a questo grave rischio sottovalutato dalle autorità italiane, era stato già evidenziato il 10 novembre 2008 sul quotidiano La Stampa e successivamente il 14 maggio 2009 sul giornale L'Unità; infine avevo sollevato il caso alla radio, in un programma di Rai1.

La commissione grandi rischi, d'intesa con il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, si è riunita il giorno 20 gennaio 2017, a seguito della ripresa della sismicità che ha colpito l'Appennino centrale, e in particolare L'Aquila e l'Abruzzo, a partire dal mese di agosto 2016. Lo scopo della riunione consisteva nella valutazione dei possibili scenari evolutivi della sismicità in corso. Al termine dell'incontro, la commissione ha emanato un comunicato ufficiale con la sintesi del verbale della riunione, da cui si apprendeva che:

«La Commissione conferma l'impianto interpretativo già formulato a seguito degli eventi del 24 agosto e del 26 e 30 ottobre. Ad oggi non ci sono evidenze che la sequenza sismica sia in esaurimento. La Commissione identifica tre aree contigue alla faglia principale responsabile della sismicità in corso, che non hanno registrato terremoti recenti di grandi dimensioni e hanno il potenziale di produrre terremoti di elevata magnitudo (M6-7). Questi segmenti - localizzati rispettivamente sul proseguimento verso Nord e verso Sud della faglia del Monte Vettore-Gorzano e sul sistema di faglie che collega le aree già colpite dagli eventi di L'Aquila del 2009 e di Colfiorito del 1997 rappresentano aree sorgente di possibili futuri terremoti».

Due giorni dopo, in un'intervista, il presidente della commissione grandi rischi Sergio Bertolucci ha dichiarato testualmente quanto segue:

«Nella zona di Campotosto c'è il secondo bacino più grande d'Europa con tre dighe, una delle quali su una faglia che si è parzialmente riattivata e ci possono essere movimenti importanti di suolo che cascano nel lago, per dirla semplice è l'effetto Vajont».

Il contenuto del comunicato emanato della qualificata commissione e le successive dichiarazioni del suo esperto presidente, tra l'altro mai smentite, hanno suscitato e continuano a suscitare panico e sconcerto tra le popolazioni residenti, già fortemente provate dalle sequenze sismiche degli ultimi mesi e dai violenti terremoti degli ultimi anni, e forte allarme e preoccupazione tra le amministrazioni locali prima allertate e poi lasciate senza nessuna indicazione sulle azioni da intraprendere per affrontare i possibili eventi sismici.

Dopo l'allarme lanciato dalla commissione grandi rischi, l'allora sindaco de L'Aquila, con una nota del 21 gennaio 2017 (prot. n. 5737) indirizzata al Presidente del Consiglio dei ministri, al capo del Dipartimento della protezione civile, al presidente della commissione grandi rischi, al presidente della Regione Abruzzo e al prefetto de L'Aquila, ha chiesto «indicazioni dal sistema di Protezione Civile nazionale e regionale e della Commissione Grandi Rischi in merito ad atti e azioni da assumerne rispetto ad una situazione di possibile elevato rischio sismico».

Il capo del Dipartimento ha risposto alla richiesta del sindaco con una nota del 22 gennaio (prot n. DIP 4815), sostenendo che «è sicuramente opportuno provvedere a verificare e aggiornare il piano di emergenza comunale, a valutare la vulnerabilità delle strutture pubbliche in relazione alla loro utilizzazione, a realizzare una corretta e puntuale informazione ai cittadini, in particolare in merito alla pericolosità sismica del proprio territorio, alle possibili misure di prevenzione che ciascuno può adottare ordinariamente e ai comportamenti di autoprotezione da tenere in caso di sisma. Ogni ulteriore altra azione da adottare a livello locale dovrà essere necessariamente valutata dalla S.V».

Con un'altra nota del 22 gennaio (prot n. 5739), lo stesso sindaco ha chiesto ulteriori chiarimenti sulle azioni da intraprendere puntualizzando che il piano comunale di protezione civile viene continuamente aggiornato, che il Comune de L'Aquila stava assistendo i cittadini attraverso l'apertura del COC (centro operativo comunale) e che nelle scuole si sono svolti corsi sul rischio sismico rivolti agli studenti; inoltre, il sindaco relativamente alla vulnerabilità delle strutture pubbliche precisava che «mi preme sottolineare che gran parte delle strutture comunali o di altri enti e istituzioni pur risultando agibili, anche in seguito ai controlli sempre effettuati dopo ciascun evento sismico, compreso l'ultimo del 18 gennaio, hanno però indici di vulnerabilità inferiori a 1 (…). Pertanto rispetto a queste soglie di vulnerabilità, pur continuando a ritenere utilizzabili queste strutture, chiedo al sistema di Protezione Civile nazionale, regionale e alla Commissione Grandi Rischi come mi devo regolare in base a queste soglie di vulnerabilità».

Il capo del Dipartimento della protezione civile ha risposto con una seconda nota del 22 gennaio (prot. n. DIP 4882), dichiarando che «non esistono soglie cui riferire con automatismo le azioni di protezione civile da porre in atto».

Come si evince chiaramente dallo scambio di note, il Dipartimento della protezione civile, nonostante le continue e numerose richieste di chiarimento da parte dei sindaci del cratere, non ha ancora fornito alcuna indicazione né ai cittadini né alle amministrazioni locali sulle azioni da intraprendere per affrontare nuovi eventuali eventi sismici, limitandosi a ribadire solo l'elevato rischio sismico a cui l'area è esposta.

La Regione Abruzzo ha ritenuto di dover comunque sostenere i Comuni per una nuova valutazione delle condizioni di vulnerabilità e agibilità sismica, anche alla luce delle continue e ripetute scosse sismiche e della nuova situazione di constatata inagibilità di edifici scolastici, in particolare in provincia de L'Aquila e di Teramo.

Quale piano di prevenzione e di emergenza è stato predisposto o si intenda predisporre, per tutelare e mettere in sicurezza le popolazioni residenti nell'area interessata esposta ad altri gravi eventi sismici e come si intenda supportare concretamente il territorio e gli enti locali in tale emergenza?

Giorgia Meloni - in veste di inquilina pro tempore di Palazzo Chigi -  come valuta le dichiarazioni rese dalla commissione grandi rischi nella nota del 20 gennaio 2017, nonché quelle rilasciate nei giorni successivi dal presidente della stessa commissione?

Perché non si forniscono ai sindaci delle comunità che si trovano lungo la dorsale della faglia urgenti, precise e concrete indicazioni sulle iniziative da intraprendere per garantire la sicurezza dei cittadini, dei luoghi pubblici e delle tante infrastrutture sensibili, soprattutto quelle più a rischio, come la diga di Campotosto (L'Aquila), dove è situato il secondo bacino più grande di Europa?

L'Agenzia spaziale italiana (ASI) partecipa ai lanci di satelliti militari e destinati a supportare la protezione civile; macchine che volano a 400 chilometri di altezza e servono a fotografare terremoti e a tenere sotto controllo eventi come, ad esempio, gli tsunami. Come mai non si utilizzano questi dati per interventi preventivi?

Come è possibile che la commissione grandi rischi ha dichiarato nel 2009 di non essere in grado di prevedere i terremoti, per poi prevederli puntualmente nel gennaio 2017, indicando luoghi ed intensità?

In attesa della prossima tragedia i politicanti tricolore, come al solito, si lavano le mani sporche?

Riferimenti:

Gianni Lannes, l'Italia trema, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.

https://www.ansa.it/abruzzo/notizie/2017/01/22/grandi-rischi-diga-su-faglia-riattivata_0e65e2c2-c860-4f3c-8ca6-d06a3190f576.html

https://www.raiplay.it/video/2017/01/Terremoto-allarme-dighe-capos232-pericolo--c6e9dadb-9b47-495e-a8b9-be2ab108b218.html

https://www.rainews.it/archivio-rainews/media/Il-Presidente-Commissione-Grandi-Rischi-Sergio-Bertolucci-e-il-rischio-Vajont-diga-Campotosto-intervista-radio-anchio-Radiorai-Sono-stato-travisato-65327ac8-eab6-41cd-a0bc-add683fdb654.html

https://www.ansa.it/lazio/notizie/2017/01/22/grandi-rischi-diga-su-faglia-riattivata_efb06db3-a62c-416a-bdff-3eee80ff5ea2.html

https://www.emergency-live.com/it/news/protezione-civile-nominato-nuovo-presidente-commissione-grandi-rischi/

http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2013/10/vajont-una-strage-dimenticata.html





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